Ai nostri lettori rinnoviamo anzitutto gli Auguri di Buon Natale (auguri che si possono fare fino al battesimo di Gesù) e Buon anno, accompagnati da un sincero ringraziamento per la pazienza e l’attenzione con cui continuano a leggere i nostri scritti. Possano essere davvero buone queste feste, tempo prezioso nel quale recuperare la vastità e la profondità teologale del Grande evento che segna la storia dell’umanità.

Un tempo certamente meno dispersivo di quello attuale e privo dell’eccessivo sfarzo di luci e rumori, le tradizioni aiutavano a comprendere e a vivere con maggiore intensità momenti di autentica vita sociale e religiosa, favorendo il silenzio, l’ascolto e la meditazione.

L’Incarnazione di Gesù è il compimento di scelte precise, volute da Dio, con le quali Egli ha manifestato la propria cura per l’uomo nella sua interezza:

  • ha voluto nascere all’interno di una famiglia fondata sul matrimonio di Giuseppe e Maria, unendo la realtà naturale dell’amore umano all’immutabilità divina;

  • ha scelto un popolo, una tribù e una casa, collocandosi in una genealogia ben definita, nella stirpe di Davide.

Gesù, in conclusione, ha voluto per sé una “carta d’identità” chiara e riconoscibile, come ogni uomo e ogni donna.

Nei Vangeli Sinottici, il racconto della nascita di Cristo assume la forma di un vero e proprio crescendo. Matteo ci offre una ricerca accurata, degna di un grande storico, con una genealogia precisa. Marco, presentando la figura di Giovanni il Battista, ci consegna una notizia di attualità, arricchita da richiami al Vecchio Testamento. Luca, uomo colto e studioso, desidera confermare quanto già narrato: parla di Giovanni, dei suoi genitori e fornisce particolari sui quali altri evangelisti avevano sorvolato. Quando introduce l’inizio della missione di Gesù, colloca gli eventi nel contesto storico ricordando Ponzio Pilato ed Erode, riprendendo poi la genealogia di Matteo, ma presentandola in senso inverso.

E Giovanni? Il Discepolo prediletto non poteva che iniziare con un’esplosione di poesia. La poesia sa contenere tutti i sentimenti e fa rivivere i fatti con toni degni di una sinfonia, culminante in un acuto centrale:
«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi…»

Nel Mistero del Santo Natale vengono riproposti valori fondamentali che una società materialista ed egoista, come quella in cui viviamo, ha relegato in un angolo.

In questo 2025, segnato dalla polvere delle bombe, dalla distruzione delle case, da conflitti che rendono invivibile l’esistenza in molte parti del mondo e da danni sempre più gravi causati dalle imprevedibili varianti climatiche, farà fatica il Bambinello che nasce a portare la pace a orientarsi e a trovare uomini di “buona volontà” ai quali essa è promessa.

Eppure, nonostante tutto, la Speranza non viene meno. Con fiducia affidiamo il nostro cammino alla Misericordia di Dio, certi che la Pace possa ancora germogliare.

Con questi sentimenti, mentre salutiamo il fine dell’anno, rivolgiamo a tutti i nostri lettori l’augurio di un tempo di riflessione, di riconciliazione e di rinnovata fiducia, perché il 2026 possa aprirsi come un anno di luce, di responsabilità condivisa e di autentica fraternità.

Sulla Misericordia di Dio poniamo i nostri più sinceri AUGURI di un buon fine anno e di un ottimo inizio 2026.

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1 commento

  • Riccardo Cianci
    31/12/2025 alle 12:39

    Caro Pietro grazie per le tue parole, un abbraccio grande e un augurio per un nuovo anno ripieno di pace . Riccardo

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