“Venendo da noi come servo, il Signore si immerge nella tenebra dell’indifferenza e dell’odio umano, nel dolore e nella sofferenza di ogni persona: bambino e anziano, prigioniero sotto tortura, padre e madre che piangono il figlio perduto”.

Lo scrive quest’anno Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc) nel suo Messaggio per il Natale. “Come Bambino, Egli piange insieme alle famiglie che hanno perso i propri cari sotto i missili russi, e asciuga le lacrime di coloro che sono stati privati di tutto: dei propri cari, dei beni, delle loro città o villaggi. Tuttavia, Egli si immerge nella nostra tenebra per diventare la nostra Luce e là, dove il male semina la morte, apre il cielo affinché coloro che piangono possano udire insieme ai pastori l’annuncio di gioia dall’angelo”.

“Oggi celebrare il Natale in Ucraina è allo stesso tempo una sfida e un’impresa cristiana!”, scrive l’arcivescovo maggiore degli ucraini greco-cattolici. La Russia, “nemico del genere umano, cerca di immergerci nel freddo e nelle tenebre, tenebre non solo fisiche, privandoci di energia elettrica e di calore, ma anche nelle tenebre della disperazione, dello sconforto, delle manipolazioni e del mercanteggiare sul destino del nostro popolo in vani tentativi di placare il criminale. Ciò che accade ogni notte nelle città e nei villaggi ucraini va ben oltre la comprensione della guerra nel mondo civilizzato. Davanti a noi non c’è semplicemente una guerra, ma un eccidio intenzionale, sistematico, pianificato e tecnologicamente supportato degli innocenti: donne, anziani, bambini, che il nemico ogni notte brucia vivi nelle loro case con i suoi missili e droni”. “Però in mezzo a queste tenebre irrompe la luce celeste di Cristo!”, conclude l’arcivescovo. “Quindi celebriamo con coraggio e gioia, perché celebrare il Natale in Ucraina significa vincere!”.

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