DIOCESI – «La Madonna di San Giovanni, la Madonna di Loreto: avete qui questo riferimento. Nel Vangelo è evidente come ci sia un’azione che privilegia la Casa rispetto al Tempio. Lo Spirito Santo scende nel deserto, su San Giovanni Battista, anziché nel Tempio, dove si trovano Anna e Caifa. La spiritualità di Nazaret è legata al quotidiano, alla casa, all’invenzione domestica. Nella comunità cristiana siamo abituati a vivere relazioni semplici. Preferiamo luoghi dove possiamo essere autentici, dove si respira spontaneità».
Con queste parole il Vescovo della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, mons. Gianpiero Palmieri, si è rivolto ai fedeli nel Duomo di Ripatransone mercoledì 10 dicembre, in occasione della Festa della Madonna di Loreto, venerata in città come Madonna di San Giovanni e patrona della Diocesi.

La Vicaria

A  concelebrare il parroco don Nicola Spinozzi, il vicario don Patrizio Spina, Don Gianni Croci, Don Luigino Scarponi e i presbiteri della Vicaria Beata Assunta Pallotta, guidati dal vicario foraneo don Luca Rammella.

Fu il vescovo Giuseppe Chiaretti a onorare per primo la Madonna di San Giovanni come patrona della nascente Diocesi di San Benedetto – Ripatransone – Montalto.

Come da tradizione, ogni anno una Vicaria offre l’olio per la lampada votiva che arde davanti all’immagine della Madonna di San Giovanni, custodita nel santuario a lei dedicato all’interno del Duomo: un gesto che esprime fede e continuità. Quest’anno la Vicaria Beata Assunta Pallotta ha donato tre anforette d’olio.

L’omelia del Vescovo Palmieri

«In casa possiamo esprimere i sentimenti che portiamo nel cuore. Lì ci sono persone che ci accolgono per ciò che siamo. Dio vuole nascere lì, nel quotidiano, ed è concepito nel grembo di Maria. Dove i rapporti sono artificiosi e non familiari, non c’è Chiesa. Pensiamo a San Francesco: lì c’era davvero la Chiesa, perché tutto era semplice.

Quando la Parola di Dio diventa feconda dentro di noi ci conduce attraverso tre passaggi: il primo ci fa sognare e compiere gesti semplici e gratuiti che permettono a Cristo di nascere ancora oggi nel mondo; il secondo è il prendersi cura; il terzo è il saper andare oltre, lasciare ciò che abbiamo contribuito a far nascere, perché non è nostro ma della Chiesa. Una comunità che vive così è feconda, è casa. E Maria veglia sempre su di noi».

Durante la celebrazione il Vescovo ha ricordato anche le Suore Teresiane della città e le difficoltà che stanno attraversando in questo periodo le Filippine, terra d’origine di molte religiose. L’animazione liturgica è stata curata da don Lorenzo Bruni.

Presenti alla celebrazione il sindaco Alessandro Lucciarini e altre autorità cittadine.

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