DIOCESI – Ieri, presso l’Episcopio di Ascoli Piceno, si è tenuta la conferenza per la presentazione della XVI biennale d’arte sacra e contemporanea, di cui curatore è Giuseppe Bacci con la cooperazione di Arnaldo Colasanti ed Andrea Viozzi.
Presenti alla conferenza il sopra citato Bacci, il vescovo Gianpiero Palmieri, don Francesco Guglietta, parroco di S. Pietro Martire, e Simona Massari, collaboratrice ufficio beni culturali della diocesi di Ascoli Piceno.
La mostra è intitolata Profeti di speranza, creatori di bellezza e sarà organizzata in tre sedi: due ad Ascoli, per la precisione nelle chiese di S. Vittore e S. Agostino, e l’altra a presso il santuario di S. Gabriele (TE).
Giuseppe Bacci: “La cooperazione tra le diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto, Ripatransone – Montalto con il Museo Stauròs d’Arte Sacra Contemporanea è stata cosa molto gradita agli artisti”, “Passiamo dall’opera realizzata nello studio dell’artista ad un’opera che potrebbe essere finalizzata per l’arte cultuale”
Ci troviamo alla sedicesima edizione di questa biennale e, tra questa edizione e quella precedente, sono stati valicati due giubilei (2015); pertanto, in questa occasione, si è voluto centrare la mostra sul giubileo “pellegrini di speranza”. Cosa gradita agli artisti è stata aver avuto una contaminazione tra la diocesi di Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Ripatransone – Montalto con il Museo Stauròs d’Arte Sacra e Contemporanea che negli anni aveva sempre ospitato questo evento.
Questa edizione verrà presentata nelle cinque tematiche prefissate per gli artisti, per aiutarli a leggere il messaggio del giubileo. Le sezioni sono: “Nel segno della Luce – Segni di luce, segni di speranza”, “la Pace nel cuore dell’arte”, “Profeti di Speranza per un nuovo domani”, “Creati per creare – creatori di bellezza” e “Dialogo tra le culture”.
Un’aspettativa è che, con in tutte le mostre, le opere parlino a coloro che vanno a visitarle, sicuramente si troveranno molte opere che sembreranno “dirette”, altre “di studio” ed altre ancora che “hanno un linguaggio inconscio”; sta a noi introiettare il pensiero degli artisti, per poi trarre il messaggio che la mostra vuole dare.
La mostra spazia notevolmente tra maestri del passato, maestri di oggi ed infine giovani interessati che si sono lasciati coinvolgere dal tema. Le opere saranno, dunque, cifra stilistica di ogni artista.
Simona Massari: Siti di Ascoli ed orari delle visite
Perché sono state scelte le chiese di S. Vittore e di S. Agostino per ospitare questa mostra? Sono entrambe chiese di grande suggestione: la chiesa di S. Vittore ha appena vissuto un importante restauro, curato dalla stessa Simona Massari, cosa permessa dai fondi dell’U.S. R. e dalle donazioni dell’8 X 1000. S. Agostino gode del vantaggio di essere una chiesa del centro, quindi frequentata. Per quanto riguarda gli orari la mostra verrà aperta sabato 13 e domenica 14 al mattino dalle 10:30 – 12:30, al pomeriggio dalle 15-17 in entrambi i siti. Dal 15 al 19 dicembre la mostra sarà aperta solo al mattino dalle 10:30 – 12:30, dal 20 dicembre al 6 gennaio sia il mattino che il pomeriggio. Dal 6 gennaio fino alla fine del mese la mostra resterà aperta nel finesettimana e su prenotazione.
Le mostre ad Ascoli saranno guidate da, appunto, guide dell’ufficio beni culturali oppure, se presente, dallo stesso Giuseppe Bacci.
Vescovo Palmieri: “Bellezza e Speranza, due esperienze che aprono ad una ricerca che può arrivare ad intercettare il mistero di Dio”
Tutto questo è stato possibile grazie alla volontà di Mons. Palmieri: il tutto nasce da un incontro con Giuseppe Bacci, grazie a Giuliano Giuliani, e dalla conoscenza dell’esperienza della Biennale d’arte Sacra di S. Gabriele, esperienza che si era fermata nel 2014 e che, tra terremoto e COVID, non si era più fatta. Ciononostante, l’esperienza era stata molto ricca grazie all’operato indefesso di Bacci.
Queste sono state le premesse che hanno portato a fare una proposta sia ad Ascoli che a San Benedetto: la possibilità di contribuire ad una riflessione riguardante l’arte e l’arte sacra contemporanea. La proposta è stata accolta da entrambe le città, ma se ad Ascoli si partirà da questo finesettimana, a San Benedetto il tutto sarà rimandato di qualche mese a motivo di una frequentazione più estiva; molto probabilmente sarà la chiesa di S. Lucia ad ospitare la mostra.
La cosa che interessa di più è che queste opre d’arte stimolano una riflessione, si pongono l’obiettivo di aiutare a fare un salto spirituale. Arte sacra non significa che le opere debbano avere per forza un soggetto religioso, significa ricercare quello stimolo di tipo spirituale su ciò che sono gli elementi naturali dell’esistenza, tra cui l’esperienza della ricerca della Speranza e la ricerca della bellezza. Queste sono due esperienze che aprono una ricerca che può arrivare anche ad intercettare il mistero di Dio ed è questo il tipo di percorso che viene celebrato dalle opere d’arte.
Don Francesco Guglietta: “Con questa mostra si cerca un dialogo tra contemporaneo ed antico”, “Non c’è speranza se ci accontentiamo di un’arte o di una bellezza scontata”.
Questa mostra si colloca in una dimensione di dialogo tra l’arte contemporanea e gli spazi abitati dall’arte dei secoli passati. Aver pensato e fare questo evento in chiese così ricche di storia e di arte è il dialogo tra ciò che è stato e l’anelito ad un qualcosa di più grande; su questo il titolo della mostra è significativo: c’è un anelito della Speranza che viene costruita tramite la ricerca della bellezza, non c’è speranza se ci accontentiamo solo di un’arte o di una bellezza scontata.
È possibile affermare che lo sconvolgimento che si potrebbe trovare di fronte a qualche opera è un cammino che ci viene chiesto: accogliere un modo di verso di vivere e di intendere la bellezza che costruisce una speranza nuova.






0 commenti