DIOCESI – Una numerosa partecipazione di fedeli riuniti in preghiera, in un luogo di profonda devozione ed in un’atmosfera carica di spiritualità: potremmo riassumere così i festeggiamenti avvenuti nelle Diocesi del Piceno in onore della solennità dell’Immacolata Concezione, che si sono svolti Lunedì 8 Dicembre 2025. Ma non sarebbe abbastanza esauriente per narrare il forte legame della comunità del Piceno con la fede mariana, che Lunedì ha trasformato la moltitudine di fedeli che hanno partecipato alle varie iniziative, in un’assemblea orante, non solo dentro, ma anche fuori i muri possenti degli edifici sacri.
I vari appuntamenti sono iniziati al mattino, ad Ascoli Piceno, nei locali delle Suore Concezioniste, e si sono conclusi in serata, nella città di San Benedetto del Tronto, con la preghiera del Rosario alle ore 17:00 e la celebrazione della Santa Messa alle ore 17:30 nella cattedrale Santa Maria della Marina, a cui hanno fatto seguito la processione lungo le vie del centro cittadino ed il rinnovo del voto della città all’Immacolata Concezione presso la chiesa di San Benedetto martire.
Le autorità religiose, civili e militari presenti
Oltre all’arcivescovo Gianpiero Palmieri, erano presenti numerosi presbiteri, tra i quali i parroci delle due parrocchie coinvolte: don Patrizio Spina, vicario generale della Diocesi Truentina e parroco della comunità della Marina; don Guido Coccia, vicario urbano della Vicaria “Venerabile padre Giovanni dello Spirito Santo” e parroco della comunità di San Benedetto martire al Paese Alto; don Luciano Paci e don Romualdo Scarponi, entrambi parroci emeriti della Marina. Presenti anche altri preti della città, come don Gianni Croci, direttore della Caritas diocesana e parroco della comunità di San Filippo Neri, e don Gianni Capriotti, economo della Diocesi Truentina e parroco della comunità Madonna del Suffragio. Presenti infine anche alcuni presbiteri della Diocesi di Ascoli Piceno.
L’appuntamento ha registrato la partecipazione di numerose autorità civili e militari: la commissaria prefettizia Rita Stentella, che da pochi mesi è alla guida della provvisoria amministrazione del Comune di San Benedetto del Tronto; il Capitano di Fregata Giuseppe Quattrocchi, comandante della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto; il primo dirigente della Polizia di Stato Andrea Crucianelli, attuale dirigente del Commissariato di San Benedetto del Tronto; il maggiore Francesco Tessitore, comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto; il luogotenente Pasqualino Palmiero, comandante della Stazione dei Carabinieri di San Benedetto del Tronto; il maresciallo ordinario Mauro Doria e l’appuntato scelto Riccardo Esposito della Guardia di Finanza di San Benedetto del Tronto; il sostituto commissario Stefano Castelli, della Polizia Locale del Comune di San Benedetto del Tronto; il tenente colonnello medico Beniamino Maddalena e il sottotenente medico Alessandro Sciarra del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana.
La preghiera del Rosario e la Celebrazione Eucaristica in cattedrale
Pochi minuti prima delle ore 17:00, la cattedrale Santa Maria della Marina ha iniziato a popolarsi di famiglie, giovani e anziani, uniti nel desiderio di onorare la Vergine Maria, preservata dal peccato originale fin dal primo istante della sua concezione, un dogma affermato ufficialmente dalla Chiesa con la bolla “Ineffabilis Deus” di papa Pio IX l’8 dicembre 1854.
Il Santo Rosario, guidato da don Guido Coccia, è stato un momento intenso di preghiera e riflessione, durante il quale è stato ricordato il ruolo centrale di Maria nella storia della salvezza. In un clima di raccoglimento e spiritualità, ognuno ha potuto affidare alla Vergine le proprie intenzioni di preghiera più intime ed accorate.
A seguire, mons. Gianpiero Palmieri ha presieduto la Santa Messa. Durante l’omelia, l’arcivescovo ha spiegato i due miti presenti nel Libro della Genesi: “Prima che Dio creasse il mondo, Egli ci aveva già pensato. Sì, l’amore di Dio aveva già dato vita alla nostra esistenza nel Suo pensiero. Il Padre aveva, nell’eternità, generato un Figlio perché fosse, nel tempo, primogenito di una moltitudine di fratelli e di sorelle, perché nel tempo avrebbe creato gli uomini e gli uomini sarebbero stati creati come figli adottivi di Dio. Ed è così che Dio, quando ha generato il Figlio, in Lui, ha pensato a ciascuno di noi. Nel Suo amore, fin dall’eternità, il Padre ha creato ciascuno di noi, in Cristo ha pensato a ciascuno di noi. Questo significa che ogni uomo è creato come una creatura libera e capace di amare. Il percorso di ogni essere umano è quello di diventare uomo nuovo, donna nuova.
Se nel primo mito ci viene detta la natura dell’uomo fin dalla sua origine, nel secondo ci viene detta quale sia la natura del peccato. La libertà dell’uomo, ad un certo punto, cerca di cogliere il frutto della conoscenza del bene e del male, che è un modo vibrato di dire la pretesa di conoscere tutto. E la pretesa di conoscere tutto, assolutizzando il proprio punto di vista, è la radice del peccato. Significa fare a meno degli altri e fare a meno di Dio. Ma nemmeno Dio vuole essere tutto, sennò non avrebbe creato gli uomini. L’uomo, invece, pretende di essere tutto. E questa è la radice del male: pretendere di conoscere il bene e il male e fare a meno degli altri e di Dio. L’uomo che pretende di essere tutto, elimina gli altri e usa la violenza, la sopraffazione, la guerra, il genocidio. Fa tutto, ma proprio tutto. Ma l’uomo che arriva a fare questo, alla fine si vergogna e si nasconde perché scopre di essere nudo, cioè scopre che non è vero che è tutto.
Eppure Dio non ci lascia soli. Nel racconto della Genesi, Dio non smette mai di passeggiare nel giardino e di cercare l’uomo, perché non smette mai di amarlo. Questa è la bella notizia: che l’amore di Dio sceglie l’uomo sempre e comunque. La differenza tra Dio e l’uomo è che Dio cerca sempre l’uomo per amore, mentre l’uomo prende le distanze da Dio cercando uno spazio di libertà. Ma quando noi abbiamo il coraggio di stare davanti a Dio e di lasciarci amare, quando noi accettiamo di essere amati, quando noi scopriamo la bellezza di stare insieme agli altri e di ricevere il loro perdono, ecco che si ristabilisce finalmente una comunità dell’amore, che è la nostra dimensione umana. Scopriamo di essere uomini e donne che diventano tali perché ricevono amore ed imparano ad amare”.
Ha infine concluso l’arcivescovo Gianpiero: “Maria ci insegna proprio questo. Maria è un segno che Dio pone nella storia umana per dire che il suo amore è una forza vittoriosa. Nella racconto della Genesi, infatti, alla donna viene promesso che, nonostante il male si insinuerà al suo calcagno, ella gli schiaccerà la testa. Sì, perché, quando accogliamo l’Amore nella nostra vita, quando accettiamo Dio nella nostra vita, il male nella nostra vita si spegne. Questa è la differenza: non fuggiamo più davanti a Dio! E quando noi ci apriamo all’Amore, ecco che si apre per noi il Paradiso già su questa terra. E questo riguarda la comunità cristiana, ma anche tutta la comunità civile. Quando noi, infatti, accettiamo il peccato e accogliamo il Signore, quando impariamo a vivere insieme a Dio e insieme agli altri, superando l’individualismo e l’egocentrismo del peccato, ecco che diventiamo pieni di gioia. E proprio perché la gioia si impossessa del nostro cuore, ecco che sperimentiamo una misteriosa forza: la comunità cristiana comunica vita e tutta la società civile ha voglia di diventare nuovamente feconda. Questo ci insegna Maria, a dire: ‘Ci sto, Signore! In questo tempo. In questa storia. Anche se non è del tutto chiaro quello che mi stai ponendo davanti, ci sto!’. Così sia, allora, dietro al Signore, dietro a Maria!”.
La processione e il rinnovo del voto della città all’Immacolata
Dopo la Celebrazione Eucaristica, alle ore 18:30, si è tenuta la processione con il simulacro dell’Immacolata per le vie del centro cittadino, un’immagine di rara bellezza e tenerezza, come sottolineato da molti, sia adulti che bambini. Accompagnati dal Corpo Bandistico della Città di San Benedetto del Tronto e dal Coro della cattedrale “Gian Domenico Stella“, i fedeli hanno attraversato prima via Pizzi e poi via Gramsci per giungere al Corso. Qui hanno percorso viale Secondo Moretti, mischiandosi con i cittadini e i turisti presenti, molti dei quali si sono fermati non solo per fotografare e riprendere il numeroso corteo orante, ma anche per unirsi in preghiera. Il cammino è quindi proseguito lungo via XX Settembre, per poi salire verso il Paese Alto, percorrendo via Fileni e via Voltattorni. Arrivati in piazza Sacconi, la statua della Vergine Immacolata è stata fatta rientrata nella chiesa di San Benedetto Martire, dove ad accoglierla c’era una folla numerosa di fedeli.
Dopo aver ricollocato il simulacro della Madonna nella sua casa abituale, la città ha rinnovato il voto perpetuo all’Immacolata, in adesione alla volontà popolare espressa il 10 Luglio di 170 anni fa, la cui memoria però è ancora molto viva nella comunità cittadina. Nell’estate del 1855, infatti, il colera tornò a diffondersi prepotentemente in paese facendo circa 400 vittime. Le autorità comunali, inermi di fronte ai tanti lutti e alla disperazione generale, in nome del popolo, si rivolsero a Maria. Nell’arco di poco tempo si registrò uno straordinario miglioramento della situazione e la completa scomparsa dell’epidemia. I Sambenedettesi allora fecero voto di gratitudine alla Madonna, una decisione trascritta anche negli atti consiliari che da allora si ripete ogni anno l’8 Dicembre, in occasione della solennità dell’Immacolata Concezione. Sempre il Comune fece realizzare una statua in cartapesta tuttora conservata in una delle stanze della canonica. Quella portata in processione ogni anno, anche lo scorso Lunedì, è invece stata realizzata in legno da artisti della Val Gardena.
L’assemblea ha pregato con fede e devozione la Madonna Immacolata. Poi l’arcivescovo Gianpiero ha consegnato una candela, accesa dal cero pasquale, alla commissaria prefettizia Rita Stentella, la quale, a sua volta, ha usato quella piccola fiammella per accendere la lampada ad olio perenne posta ai piedi di Maria, rinnovando così non solo una tradizione, ma anche l’affidamento della comunità sambenedettese alla Madonna Immacolata, un segno della grande devozione mariana che abita nel cuore di molti cittadini.
Mons. Palmieri ha infine ringraziato i presenti con queste parole: “Grazie a tutti voi, perché avete rinnovato il voto e perché sentite vicinissima la presenza di Maria”. L’assemblea ha risposto con un grande applauso in segno di approvazione e di gioia.































































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