ASCOLI PICENO – Le Diocesi del Piceno hanno un nuovo diacono: il giovane ascolano Emanuele Gioacchino Sebastiani. Ieri, Domenica 7 Dicembre 2025, infatti, alle ore 18:00, ad Ascoli Piceno, in una cattedrale Santa Maria Maria di Dio e Sant’Emidio gremita di fedeli, Sebastiani ha ricevuto l’ordinazione diaconale per l’imposizione delle mani e di preghiera consacratoria del vescovo delle Diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, mons. Gianpiero Palmieri.

A concelebrare la Santa Messa anche don Davide Tisato e don Emanuele Marconi, rispettivamente rettore e vicerettore del Seminario missionario Redemptoris Mater di Macerata ed Ascoli Piceno, ove Sebastiani si è formato.

Presenti tutti i suoi familiari più cari, dai genitori ai nonni, passando per i fratelli e le sorelle; i catechisti e molti fedeli della quarta Comunità Neocatecumenale dei Santi Pietro e Paolo di Ascoli, in cui Emanuele è cresciuto; alcuni amici della Lombardia, dove Emanuele è stato in missione per circa due anni; una nutrita rappresentanza del Seminario Redemptoris Mater di Macerata ed Ascoli, ove Emanuele ha acquisito la sua formazione; alcuni diaconi e seminaristi di Roma, dove Emanuele sta proseguendo gli studi di Teologia Biblica. Tra i numerosi sacerdoti presenti, anche don Amedeo Matalucci, cugino del giovane, e don Matteo Mantenuto, don David Montalvo e don Giovanni Rossi, che – come ha dichiarato lo stesso Emanuele in una recente intervista che ci ha rilasciato – sono stati prima suoi compagni di avventura in seminario e ora grandi amici.

Il percorso vocazionale del giovane Emanuele

È stato il rettore don Davide Tisato a chiedere al vescovo Palmieri l’ordinazione diaconale di Sebastiani, sottolineando le varie tappe del suo percorso vocazionale. Il giovane, che oggi ha ventisette anni ed è il secondo di sei figli, dopo aver frequentato l’Istituto Industriale Statale “Enrico Fermi” del capoluogo piceno, appena maggiorenne, ha sentito un forte desiderio di donare la sua vita al Signore: è quindi entrato come seminarista al Seminario Redemptoris Mater di Ascoli nel 2017, a soli diciannove anni. Terminati gli Studi Teologici nel 2022, Emanuele è stato in missione in diverse zone dell’Italia e del mondo, arricchendo la sua esperienza di vita e di fede: un anno in Terra Santa, in cui ha imparato il servizio, e due anni in Lombardia, in cui ha sperimentato la pazienza servendo gli anziani. Pochi mesi fa, precisamente a Giugno 2025, Emanuele è rientrato in Diocesi, nella comunità dei Santi Pietro e Paolo, in Ascoli Piceno, sua parrocchia di origine, ma il soggiorno è stato breve, perché subito dopo l’estate si è trasferito a Roma per proseguire gli studi di Teologia Biblica, insieme a don Francesco Bollettini, presso la Pontificia Università Gregoriana.

Come evidenziato da don Davide, “Emanuele, nel suo tempo di formazione, ha avuto 3 vescovi, 4 rettori e 5 posti di formazione, ma ha avuto sempre anche un punto fermo: la sua comunità neocatecumenale e i suoi catechisti”. Al termine della sua orazione, quindi, don Tisato ha dichiarato che, “dalle informazioni raccolte presso il popolo cristiano e secondo il giudizio di coloro che hanno curato la sua preparazione”, Emanuele è pronto per questo importante passo nel suo cammino verso il sacerdozio ministeriale.

Uniti, da sempre e per sempre, a Cristo

Dopo i riti presentazione ed elezione del candidato ordinante, la Celebrazione Eucaristica è proseguita con l’omelia di mons. Palmieri, il quale ha detto: “Carissimo Emanuele, dice San Paolo nella Lettera agli Efesini che, prima che creasse il mondo, Dio ci aveva già pensato. Sì, fratelli e sorelle, l’amore di Dio aveva già dato vita alla nostra esistenza nel Suo pensiero. Il Padre aveva, nell’eternità, generato un Figlio perché fosse, nel tempo, primogenito di una moltitudine di fratelli e di sorelle. Ed è così che Dio, quando ha generato un Figlio, in Lui, ha pensato anche a te, Emanuele. E ti ha pensato come figlio, figlio Suo, figlio nel Figlio, riempendoti di ogni benedizione spirituale. La tua vita e quella di Cristo sono unite fin dalla loro origine più lontana, fin dal grembo di Dio. E lo saranno per sempre, fino all’ultimo dei tuoi giorni in questa terra e per l’eternità. Carissimo Emanuele, non sei, non sei mai stato e non sarai mai solo. Sei unito, da sempre e per sempre, al Cristo, al Figlio. Inseparabili, per sempre, tu e Cristo! Quando il Padre pensa al Figlio, inevitabilmente pensa anche a te, pensa anche a ciascuno di noi”.

Commentando poi la Prima Lettura, il vescovo Gianpiero ha aggiunto: “Certo, Dio conosce i rischi e i pericoli della libertà umana. Dio conosceva che avresti anche tu avuto la tentazione di nasconderti dal Suo sguardo, mentre Lui ti cercava, passeggiando nei giardini. Dio conosce i nostri peccati del passato e del presente. E conosce anche quelli che farai nel futuro. Però Dio non dice ‘Che brutta cosa!’, lasciandoti nella squallida e triste storia del peccato. Al contrario, ti chiama. Ti chiama nonostante tutto. Dio ci chiama, nonostante tutto quello che abbiamo fatto e che faremo! La parte più squallida e triste non è tanto il male che facciamo agli altri o a noi stessi, ma il tentativo maldestro di cercare uno spazio di libertà lontano dal Signore: è il cercare noi stessi lontano da Lui, il vero peccato. Perciò, caro Emanuele, abbi sempre fiducia in questo amore di Dio! Anche se triste e pieno di vergogna, a volte anche un po’ disperato, ritorna sempre da Lui! Non aver paura di essere sfacciato, ma vaiGli incontro, perché Lui non smette mai di passeggiare nel tuo giardino. Lui non se ne va mai. Tu non ti nascondere. La Sua grazia, accolta ogni volta con fiducia, realizzerà il piano di Dio su di te: ‘diventare santo e immacolato nell’amore’, dice la Lettera agli Efesini. Santo e immacolato, perché reso capace di amare. E l’umile riconoscimento del tuo limite e del tuo peccato, unito alla gratitudine gioiosa per la misericordia ricevuta dal Signore, costituiscono gli elementi necessari per essere resi capaci di amare”.

Le promesse di Dio attraverso Maria

Mons. Palmieri ha infine concluso la sua omelia, spiegando i due doni che Dio ci fa attraverso Maria, due doni che sono “un segno di consolazione e di sicura speranza. Dio infatti ci fa destinatari di due precise promesse attraverso l’esempio di Maria. Due promesse che fa a te, Emanuele, ma che fa a tutti noi.

La prima promessa di Dio è che il male non avrà mai la meglio nella tua vita e nella vita della Chiesa. Se ci buttiamo tra le Sue braccia, ancora più innamorati di Dio, il peccato perderà tutto il suo potere, finché l’amore di Dio non avrà la meglio su di te e sulla tua vita.

La seconda promessa che Dio ci fa è che saremo fecondi, come persone e come Chiesa. Saremo madri e padri di molti figli, molti figli che sono coloro che incontreremo insieme, che incontreranno il Signore anche grazie al nostro fedele servizio. Oggi tu, caro Emanuele, prometti a Dio, davanti a tutti, che sarai per tutta la vita un ramo secco, ma che la tua vita consisterà, come quella di Maria, nel generare Cristo nel mondo, nel vedere tanti figli nascere alla vita di fede.

È una gioia profonda che il Signore ti darà, una gioia più completa, come quella di Maria, come quella della Chiesa. È l’obbedienza di Maria, è l’obbedienza a Dio, è quel dire di sì che plasmerà tutta la tua vita. E il tuo sì a Dio consisterà in un umile e gioioso servizio nelle piccole e grandi cose che la Chiesa ti chiederà. Ci saranno cose che ti piaceranno e anche quelle che non ti piaceranno, almeno un po’. Saranno però quelle di cui c’è bisogno e che, volta per volta, i tuoi fratelli ti chiederanno. Ma questo umile servizio plasmerà la tua vita – stanne certo -, la plasmerà nell’obbedienza, la plasmerà nella direzione mariana al servizio dei tuoi fratelli. E questo renderà straordinaria e bella la tua vita!

Qualche tempo fa, non troppo tempo fa, mi hai detto che ti sarebbe piaciuto ricevere il diaconato in una festa mariana e tu forse nemmeno sapevi fino in fondo che cosa questo significasse. Oggi celebriamo la ricchezza straordinaria di questa scelta, forse in maniera più consapevole. Il Signore ti benedica, Emanuele, perché è davvero grande il sì che oggi tu dici, ma tanto, tanto più grande è il dono che Dio ti fa!“.

I segni dell’ordinazione diaconale

Al termine dell’omelia, il giovane Sebastiani ha manifestato, davanti a tutto il popolo di Dio riunito per l’occasione, la sua volontà di assumere gli impegni derivanti dal ministero del Diaconato, con umiltà e carità, in aiuto dell’ordine sacerdotale e a servizio del popolo cristiano. Queste le promesse più significative: conformare a Cristo tutta la propria vita, custodendo in una coscienza pura il mistero della fede, per annunziarla con le parole e le opere, secondo il Vangelo e la tradizione della Chiesa; vivere il celibato in segno della sua totale dedizione al Signore; riservare filiale rispetto ed obbedienza al vescovo ed ai suoi successori.

Dopo aver preso gli impegni solenni, come previsto dal rito, Emanuele si è sdraiato a terra e, insieme all’assemblea riunita, ha pregato le Litanie dei Santi, invocandoli per concedere a lui la benedizione. A seguire si è inginocchiato davanti al vescovo Palmieri, il quale ha imposto le mani sul capo del giovane e ha supplicato il Signore di effondere in lui lo Spirito Santo, affinché lo fortifichi con i sette doni della Sua Grazia, così da compiere fedelmente l’opera del Ministero.
“Sia pieno di ogni virtù – ha detto mons. Palmieri –: sincero nella carità, premuroso verso i poveri e i deboli, umile nel suo servizio, retto e puro di cuore, vigilante e fedele nello spirito. L’esempio della sua vita, generosa e casta, sia un richiamo costante al Vangelo e susciti imitatori nel Tuo Popolo Santo. Sostenuto dalla coscienza del bene compiuto, forte e perseverante nella fede, sia immagine del Tuo Figlio, che non venne per essere servito ma per servire, e giunga con Lui alla gloria del Tuo regno”.
Sono poi seguiti tre segni importanti: la vestizione con gli abiti diaconali, la consegna del Libro dei Vangeli e l’abbraccio di pace.

La gioia del nuovo diacono e dell’intera assemblea

Al termine della Messa, il giovane diacono ha salutato i presenti, in particolare i familiari intervenuti, a partire dalla mamma, Paola Ciarrocchi, e dal papà, Giandomenico Sebastiani, oltre che le sorelle Maria ed Annalisa, i fratelli Daniele, Lorenzo ed Andrea e i nonni.
Una vocazione al servizio e ad una probabile futura vita presbiterale è un dono prezioso per tutta la comunità interdiocesana picena. Grande è stata perciò la gioia di tutta l’assemblea, che più volte, durante la celebrazione, ha manifestato approvazione ed affetto nei confronti del giovane diacono con ripetuti e lunghi applausi.

 

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