“Donald Trump dà un nuovo scacco, ma non ci sarà scacco matto”. Così Víctor Álvarez, premio nazionale delle Scienze ed ex ministro dell’Industria ed Estrazioni minerarie di Hugo Chávez, commenta le nuove minacce di un intervento via terra contro Caracas, da parte del presidente Usa, rinnovate ieri. “L’amministrazione Trump – riflette l’economista – afferma di avere dato un ultimatum a Maduro. Se non cede il potere, ci saranno attacchi via terra e un’operazione chirurgica per la sua cattura e quella dei suoi principali collaboratori. Ma senza protezione né garanzie di non persecuzione, Maduro non consegnerà il potere e così non ci sarà una soluzione pacifica al conflitto venezuelano. Nicolás Maduro ha confermato la conversazione telefonica con Donald Trump. È stata una conversazione rispettosa e persino cordiale, ha detto Maduro. Mentre per Trump non è stata né buona né cattiva. Non riuscendo a far cedere il potere a Maduro, Trump ha lanciato un altro scacco, con l’avvertimento sull’uso dello spazio aereo venezuelano. Ma non ci sarà scacco matto, e spiego il perché. I servizi di intelligence degli Stati Uniti devono aver informato Trump sugli effetti controproducenti che la narrativa del ‘cartello de los Soles’, che accusa i generali venezuelani di far parte di una presunta rete di narco-terroristi che inonda gli Stati Uniti di droga, ha generato nella Forza armata nazionale bolivariana. Questa narrazione è accolta dai capi militari come una pericolosa minaccia ed essi temono che un cambio di regime sfoci in una persecuzione e purga nell’esercito, motivo per cui la Forza armata nazionale bolivariana rimane unita a sostegno di Maduro, affinché resista e non si arrenda”. Anche l’alleanza civico-militare-poliziesca che sostiene Maduro, secondo Álvarez, si sente minacciata di essere perseguitata, processata e incarcerata. E per questo rimane molto coesa. Non ci sono diserzioni di militari, né di deputati, né di governatori, né di sindaci chavisti che fuggano dal paese o si rifugino nelle ambasciate chiedendo a Maduro di dimettersi”. E lo stesso presidente venezuelano, preferirebbe “immolarsi e passare alla storia come un martire, alla maniera di Salvador Allende”. Di fronte a questo rischio, “ciò di cui Trump ha bisogno è dimostrare che il costoso dispiegamento militare di fronte alle coste venezuelane è servito finalmente a raggiungere una soluzione politica e pacifica del conflitto venezuelano senza sparare un solo missile. Invece di forzare un cambio di regime per via violenta, Trump può far valere il suo potere e la sua influenza e presentare al governo e all’opposizione un quadro generale affinché entrambi si siedano al tavolo per negoziare le condizioni per convocare una nuova elezione presidenziale”.

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