DIOCESI – “Da solo riesco a fare poche cose. Ho bisogno dell’aiuto di tutti. Vedo con piacere che ci sono dei giovanissimi e di loro ho molto bisogno. Ma ho bisogno anche degli ammalati che sono a casa. Ho bisogno di tutti per essere – come ci ha detto il vescovo Gianpiero durante l’omelia – questa presenza del regno di Dio nella storia di oggi. Una storia che è segnata sì dalla guerra, dall’individualismo, da tante persone che vogliono sopraffare l’altro, ma anche da quelli che invece vogliono incontrare l’altro, avvolgerlo in un abbraccio e mettersi a servizio della comunità. Quelli che si impegnano per essere un riflesso di Gesù su ogni angolo della terra. Insieme, come comunità, siamo chiamati a farci vicino a tutte le le persone, soprattutto quelle che sono più lontane da Dio, ma che desiderano contemplare il volto di Gesù e Lo attendono. Io cercherò di essere sempre questa presenza. E so che anche voi lo sarete. Insieme sapremo essere presenza del Re Risorto in mezzo a noi. Per questo ho bisogno di tutti. Ringrazio voi, per essermi accanto, il vescovo, per avermi riservato questa immensa fiducia, e il Signore, che ci rende riflesso della sua regalità per la storia di oggi”.
Sono queste le prime parole, carichi di umiltà e speranza, che don Francesco Guglietta ha rivolto ai fedeli presenti Domenica, 23 Novembre 2025, alla Messa delle ore 18:00, durante la quale ha fatto il suo ingresso come parroco nella comunità di San Pietro martire di Ascoli Piceno, dove fino ad allora era stato collaboratore parrocchiale al fianco di don Daniele De Angelis.
A presiedere la Celebrazione Eucaristica è stato l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, che ha concelebrato insieme al nuovo parroco don Francesco Guglietta, al parroco uscente don Daniele De Angelis, a don Massimo Zorzin, che risiede nella comunità, e a don Natalino Di Rienzo, cugino di don Francesco.
A rendere ancora più preziosa la Santa Messa è stato il coro parrocchiale, accompagnato all’organo da Agostino Martelli e alle chitarre dai fratelli Andrea e Alessio Fabiani, insieme al padre Umberto Fabiani, che ha anche eccezionalmente diretto il coro in sostituzione del M. Antonella Di Basilio, impossibilita a partecipare alla Celebrazione.
La lettura della bolla di nomina e i gesti liturgici
La Celebrazione Eucaristica si è aperta con la lettura della Bolla di Nomina, dopo la quale il nuovo parroco ha compiuto due gesti liturgici molto significativi che esprimono il suo mistero in mezzo alla comunità ecclesiale. Prima l’aspersione dell’altare e di tutti i fedeli con l’acqua benedetta del Fonte Battesimale, in quanto il suo compito sarà riattualizzare continuamente nei parrocchiani il dono grande che hanno ricevuto il giorno in cui sono stati battezzati. Poi la venerazione dell’altare con il bacio e l’incensazione dell’altare e dell’assemblea e della statua di Santa Maria della Pace, a cui la chiesa di Ancarano è intitolata, in quanto la missione del nuovo parroco sarà quella di ricordare che l’unico fondamento della comunità cristiana è Gesù, di cui nella Liturgia l’altare è il simbolo, pietra angolare della Chiesa, edificio spirituale di pietre vive, che siamo noi.
Le parole del vescovo Gianpiero
Durante l’omelia mons. Palmieri ha spiegato le ragioni dei grandi cambiamenti che sta operando in queste settimane e che hanno coinvolto anche la parrocchia ascolana: “Carissima comunità di San Pietro martire, don Francesco Guglietta è il vostro nuovo parroco. Come vedete, nella nostra comunità cristiana ci sono dei cambiamenti improvvisi ed imprevisti, legati alla morte di don Armeno Antonini. E quindi ho pensato ad alcune nomine, quelle di don Giuseppe Bianchini, don Daniele De Angelis e don Francesco Guglietta, che, come in una sorta di effetto domino, sono andate a coprire le varie parrocchie. Ringrazio il Signore per averci dato questa ricchezza di sacerdoti, che ci ha permesso di sopperire a questa mancanza improvvisa ed imprevista, anche se ci ha costretto a dei cambiamenti altrettanto improvvisi ed imprevisti.
Voi conoscete don Francesco come viceparroco e siete già abituati alla sua cura pastorale. Credo abbiate avuto modo di conoscere le sue qualità e, poiché siamo uomini, anche i suoi limiti. Quindi quella che inizia oggi è la storia di una comunità cristiana che continua, di una comunità attiva che vive la fedeltà al Vangelo.
Grazie all’azione dello Spirito Santo, il Signore non ci fa mancare la ricchezza di Ministeri e di carismi. Ieri con tanta gioia abbiamo vissuto l’esperienza di una doppia ordinazione presbiterale, di don Francesco Bollettini e don Giovanni Rossi, e il prossimo 7 Dicembre il giovane Emanuele Sebastiani diventerà diacono. Sono giovani delle nostre famiglie, delle nostre comunità parrocchiali, che abbiamo visto crescere nell’amicizia con Gesù, il quale ha chiesto loro di servire totalmente queste comunità cristiane.
Anche don Francesco aveva sentito un altro carisma. Ha servito per due volte la Chiesa a Gaeta, è stato parroco per due volte. Poi ha sentito che nella sua vita il Signore lo chiamava ad un’altra cosa, a fare il monaco. Quella del monaco è una vocazione diversa, perché vive in modo particolare il silenzio, la preghiera e la contemplazione. Ha sentito la vocazione a vivere la regola di un monaco santo ed evangelizzatore, San Bonifacio. A chi vive questa regola viene chiesto di fare i monaci senza diventare parroci. Io, invece, ho chiesto a don Francesco di fare il parroco, perché ce n’era bisogno nella vostra comunità. E lui ha accettato e di questo lo ringrazio. Conservando la sua vocazione e il suo carisma monastico, dedito alla preghiera e alla contemplazione, visto che avete qui vicino il monastero di Sant’Onofrio, il Signore, attraverso me, gli sta chiedendo di diventare pastore e guida di questa comunità. Una comunità cristiana vive di ascolto della Parola di Dio e di Eucaristia, quindi vive anche nella preghiera – e i monaci ce lo ricordano -, ma a servizio del regno di Dio.
Il regno di Dio è fatto da tutti i popoli, popoli di ogni cultura, religione, razza. E il regno di Dio c’è, dove Dio regna, cioè lì dove ci sono la giustizia, la fraternità, la pace. Noi a volte non ce ne accorgiamo, presi spesso dalle tristi notizie che leggiamo sui giornali. Invece Dio sta lavorando instancabilmente per trasformare il mondo nel Suo regno.
E la comunità cristiana, allora, esiste per realizzare il regno di Dio. Ognuno di voi è chiamato a realizzarlo nei luoghi di vita, nei posti di lavoro, poi ci vediamo la Domenica per ascoltare insieme la Parola di Dio e vivere l’Eucarestia. Ma ogni giorno ognuno realizza un pezzettino del regno di Dio: c’è chi lo fa attraverso la sua professione, chi attraverso le sue relazioni, chi prova a dare speranza a chi è sfiduciato, chi prova a dare fiducia a chi non ne ha. Ognuno come può. Ecco perché ci siamo! Ecco perché la Chiesa esiste! Anche la comunità di San Pietro martire, al centro di questa città, esiste! Tanta gente passa qui e vede la straordinaria bellezza delle opere d’arte e qui davvero può, attraverso la comunità cristiana della cattedrale, di San Francesco, di San Pietro martire e tutte le altre, scoprire la bellezza di Dio e del suo regno. Forse è questa la vocazione di queste comunità!
Tutti insieme, allora, scopriamo cosa il Signore ci chiede per contribuire a realizzare il suo regno. E dalla fede e dalla vocazione di don Francesco impariamo qualcosa: il primato del silenzio e dello stare nel Signore. Chiediamo dunque al Signore che ci accompagni sempre”.
Il saluto della comunità a don Daniele De Angelis e l’accoglienza a don Francesco Guglietta
Al termine della Messa, prima della benedizione finale, la presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale, Stefania Alesi, a nome della comunità, ha salutato il parroco uscente don Daniele De Angelis con parole di gratitudine e anche un pizzico di tristezza: “Caro Don Daniele, questa comunità di San Pietro martire non avrebbe mai creduto di ritrovarti per la seconda volta sul proprio cammino. Certo, per ben due volte sei stato più che altro una meteora! Ma lasci comunque un segno indelebile. Sei stato figlio, fratello, amico. Nelle orecchie risuona soprattutto la voce dei ragazzi che entrano in sagrestia a cercare il ‘Don‘! Con loro hai creato un rapporto speciale! Grazie di tutto! Ci ritroveremo in Diocesi ai vari appuntamenti: quelli non mancano mai. Buon lavoro ovunque il Signore ti chiami!“.
A seguire, Alesi ha poi dato il benvenuto al nuovo parroco don Francesco Guglietta con parole di gioia e speranza: “Caro don Francesco, sei arrivato inaspettato come viceparroco, ma ancor di più ci hai sorpreso con il tuo ‘Sì’ a diventare il nostro parroco. Dobbiamo ancora scoprirti e scoprire i tuoi molteplici talenti, ma siamo pronti a iniziare a lavorare con te. Già ci vogliamo bene e questo è un buon punto di partenza! Ora, vescovo caro, facciamo un patto: un po’ di pace e calma, per favore! Il Signore vi benedica e guidi i passi di ognuno di voi!”.
La serata si è conclusa in un clima di festa e di cordialità, con un momento di convivialità nella sagrestia della chiesa, dove alcuni fedeli avevano preparato un lauto aperitivo.
A don Francesco Guglietta vanno gli auguri di buon cammino da parte non solo del direttore e della redazione del giornale L’Ancora, ma anche di tutti i fedeli delle Diocesi del Piceno.

















































Marilena (mamma di Luca)
Caro don Francesco, comprendiamo la tua profonda richiesta di aiuto! Che il Signore per primo ti sostenga, insieme a tutti coloro che ti vogliono bene. Sii portatore di un frammento di luce divina, questo ti auguro