Foto Università Cattolica/SIR

Nel saggio Esci da quella stanza. Come e perché riportare i nostri figli nel mondo (Mondadori, 2025), Alberto Pellai e Barbara Tamborini affrontano con lucidità una delle sfide educative più urgenti del nostro tempo: l’impatto del digitale sulla crescita emotiva, cognitiva e relazionale di bambini e adolescenti. Il libro è un grido d’allarme, ma anche una guida concreta per genitori e educatori che vogliono agire in modo consapevole.

Adolescenza digitale: chiusi in cameretta, lontani dal mondo. Il titolo stesso è una provocazione. Oggi, il comando “va’ in camera tua” non è più una punizione, osservano gli autori, ma un premio. I ragazzi si rifugiano volontariamente nelle loro stanze, immersi in smartphone, social e videogame. Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, e Tamborini, psicopedagogista, marito e moglie genitori di quattro figli, spiegano come questo isolamento volontario nasconda pericolose insidie:

contenuti estremi, relazioni tossiche, esperienze emotive precoci e destabilizzanti.

Le relazioni tra pari, mediate da chat e social, diventano terreno fertile per bullismo, esclusione e vergogna. Il confine tra reale e virtuale si dissolve, e il ritiro sociale si diffonde silenziosamente.

“Adolescence”: quando il virtuale contamina il reale. Gli autori citano la serie TV Adolescence, in cui un tredicenne è sospettato dell’omicidio di una compagna. La trama evidenzia come i giovanissimi della Gen Z siano immersi in dinamiche aggressive, spesso senza comprenderne il senso.

Il virtuale – avvertono – anticipa esperienze che dovrebbero arrivare più tardi, mentre gli adulti, inconsapevoli o distratti, non ne colgono i segnali.

Videogame e dipendenza, la trappola dopaminergica. Una sezione cruciale del libro è dedicata ai videogame, in particolare a titoli come Fortnite. Gli autori spiegano come questi giochi siano progettati per attivare i circuiti della gratificazione istantanea, generando dipendenza.

Il cervello produce dopamina, e il giocatore entra in un circolo vizioso difficile da interrompere.

Le testimonianze di genitori di preadolescenti raccontano di crisi emotive e reazioni violente quando si tenta di limitare il tempo di gioco.

Alberto Pellai (Foto Federica Davoli)

Tra glamour e manipolazione. Pellai e Tamborini analizzano quindi tre processi cognitivi amplificati dai social media. Anzitutto la “desensibilizzazione”, che avviene quando l’esposizione continua a contenuti contrari ai propri valori riduce la sensibilità emotiva. Quindi la “normalizzazione”, quando ciò che è estremo (nudità, turpiloquio, bestemmie) diventa “normale”. Infine la “glamourizzazione” che avviene quando pratiche nocive come chirurgia estetica estrema, gioco d’azzardo, comportamenti pericolosi, alcol e droghe vengono presentate come buone e desiderabili. Secondo i due autori, questi meccanismi alterano la percezione dei giovanissimi, rendendoli vulnerabili a messaggi manipolatori e a modelli distorti.

Il Gatto e la Volpe. Una potente metafora irrompe a questo punto nel libro:

“Gli occhi con cui vengono guardati i nostri figli sono quelli del Gatto e della Volpe”.

Il sistema digitale, con il suo marketing strategico, sfrutta in modo predatorio la vulnerabilità dei minori per generare profitti. I social non sono solo strumenti di comunicazione, ma vere e proprie macchine di manipolazione, avvertono Pellai e Tamborini.

Pensiero critico e consapevolezza. Dopo quest’articolata analisi, gli autori incoraggiano i genitori a mettere in campo una strategia educativa chiara, capace di decodificare i social come strumenti di marketing aggressivo. Il pensiero critico diventa antidoto:

solo comprendendone i meccanismi di manipolazione è possibile contrastare l’insicurezza e la bassa autostima alimentate nei giovanissimi dal mondo digitale.

Barbara Tamborini – Foto da Festival “Pordenone legge”

Indicazioni pratiche. Il volume non si limita alla denuncia, ma offre strumenti concreti: stabilire regole chiare sull’uso di smartphone e social; introdurre il pensiero critico; monitorare i contenuti frequentati dai figli mantenendo un dialogo aperto e non giudicante; promuovere esperienze nel mondo reale: sport, volontariato, oratorio, amicizie vissute in presenza. Importante, inoltre “fare squadra” tra genitori e adulti di riferimento condividendo esperienze educative efficaci per sostenersi reciprocamente. “Esci da quella stanza” è molto più di un libro: è un manifesto educativo, un invito urgente a riaprire le porte delle camerette e a costruire ponti tra generazioni. Non offre soluzioni magiche, ma una bussola per orientarsi nel caos digitale. Pellai e Tamborini ci ricordano che educare oggi significa conoscere il mondo virtuale, decodificarlo e aiutare i nostri figli a viverlo con consapevolezza, senza che diventi un abisso in cui perdersi.

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