Foto Giovanna Pasqualin Traversa/SIR

“Una scuola che si prende cura” è il cuore pulsante del convegno tenutosi oggi a Roma, al Borgo Guanella, dove esperti e insegnanti hanno condiviso visioni e strumenti per una didattica orientativa e inclusiva. Per Enrica Ottone, docente di pedagogia sociale alla Pontificia Facoltà Auxilium, “la capacità di autopromuoversi si può educare”. L’orientamento, dunque, è una risorsa strategica che accompagna la persona fin dall’infanzia. Ottone ha presentato il progetto Qsa – Questionario Strategie di apprendimento – che dal 2011 ha raccolto oltre 100mila compilazioni. “Uno studente efficace è consapevole di sé, capace di autodeterminarsi e autoregolarsi”, ha concluso.
Daniele Ardito, docente di filosofia, ha illustrato il progetto “Apprendo”, sottolineando che “i ragazzi non sono scatole vuote” e che il sapere deve partire dal vissuto. Il percorso proposto si articola in quattro fasi: autovalutazione, riflessione, realizzazione e verifica. Giuseppe Rolli, presidente di Pog (Progetto orientamento giovani), ha raccontato l’esperienza nelle scuole: “Aiutiamo i ragazzi a far uscire la bellezza che è in loro”. “A 16 anni – la testimonianza di Bianca, ex studentessa – ho incontrato il Pog. In tre giorni ho tirato fuori tutto quello che non ero riuscita a dire in tanti anni e ho iniziato a guardare me stessa e i compagni con occhi nuovi”. Hortensia Honorati, coordinatrice Pcto, ha parlato dei laboratori di Casa Don Gua, dove gli studenti in Pcto si confrontano con la disabilità e le fragilità, scoprendo se stessi. “L’orientamento è un gesto poetico”, ha detto, “una bussola interna per trovare il proprio ritmo nel mondo”.
Pietro Bonari, formatore,  ha presentato Asklea.AI, tutor digitale per l’apprendimento, ma ha avvertito: “Esiste una linea sottile tra personalizzazione e manipolazione. Serve un approccio etico e responsabile”. La sociologa Stefania Capogna ha proposto un orientamento permanente, esperienziale e relazionale, per “accompagnare l’individuo lungo tutto l’arco della vita”. Infine, Rosy Russo, presidente di Parole O Stili,  ha introdotto il manifesto della comunicazione non ostile, ha descritto la cura come “comunicazione, umanità, responsabilità e ascolto”, ha illustrato la piattaforma MiAssumo, che offre ai ragazzi attività strutturate e informazioni sul mondo del lavoro. A chiudere, Francesco Cannella, direttore di Borgo Guanella, ha definito la struttura “un modello abitativo, pedagogico e relazionale”, dove l’orientamento nasce dal camminare insieme.

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