OFFIDA – Anche la comunità di Offida ha risposto con partecipazione all’invito di Papa Leone XIV a recitare il Rosario per la pace. L’iniziativa, proposta dal Santo Padre una settimana prima, si è svolta sabato 18 ottobre lungo le vie del paese, coinvolgendo numerosi fedeli in un cammino di preghiera e riflessione.

Il percorso è iniziato dalla piazza principale, cuore della vita cittadina, con l’intento – come ha spiegato don Giuseppe Capecci – di partire dalla pace interiore di ciascuno: «La pace vera nasce nel cuore di ogni persona. Solo da lì può germogliare la capacità di diventare costruttori di pace», ha sottolineato il parroco.

La seconda tappa si è svolta presso il Monumento ai Caduti, in ricordo dei concittadini che hanno perso la vita nei due conflitti mondiali. Un momento di raccoglimento e gratitudine per chi ha sacrificato la propria esistenza per la libertà e la democrazia. «Ottant’anni di pace in Europa non erano mai stati vissuti prima. È un dono prezioso che dobbiamo custodire e continuare a costruire», ha ricordato don Giuseppe.

La terza tappa ha avuto luogo alla Bambinopoli, simbolo dell’infanzia e della speranza. Qui la comunità ha pregato per tutti i bambini che, nel mondo, vivono la tragedia della guerra. «Ogni bambino ha diritto al gioco, alla scuola e a un’infanzia serena – ha detto Don Giuseppe – non ai traumi e alle sofferenze che i conflitti impongono».

Il quarto mistero è stato recitato davanti al Monumento ai Caduti del Lavoro, per ricordare che il lavoro è dignità e fondamento della vita sociale. «È inaccettabile – ha ribadito don Capecci – che ancora oggi si possa perdere la vita lavorando. Dal lavoro si deve poter tornare a casa con serenità, per sostenere la propria famiglia e contribuire al bene comune».

Infine, il cammino si è concluso al piazzale dei Cappuccini, il punto più alto di Offida, dove è stata elevata una preghiera universale per la pace nel mondo e per i governanti delle nazioni, affinché operino sempre per la giustizia e la democrazia.

Durante il percorso, i ragazzi della comunità hanno animato ogni tappa leggendo riflessioni e guidando la recita delle Ave Maria, rendendo la preghiera itinerante un momento di fede condivisa tra generazioni.

Concludendo, don Giuseppe Capecci ha ricordato il significato profondo dell’iniziativa: «Camminare e pregare sono due segni importanti: pregare è aprire il cuore al Signore, camminare è segno della vita stessa, fatta di tappe, di prove e di speranza. Il Rosario per la pace è stato per tutti noi un cammino di fede e di fraternità».

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