Il tasso di disoccupazione in Europa rimane vicino al minimo storico, benché nel 2024 la crescita dell’occupazione sia scesa allo 0,8%, rispetto all’1,2% del 2023, perché “le tensioni commerciali stanno creando maggiore incertezza per l’economia e l’occupazione dell’Ue”. Lo si legge nelle 133 pagine del rapporto 2025 sul mercato del lavoro europeo. I salari sono aumentati del 2,7% lo scorso anno, ma sono ancora mediamente dello 0,7% inferiori ai livelli pre-Covid-19. Un lavoratore su cinque continua a svolgere lavori a bassa retribuzione, anche se sono diminuiti i lavoratori a basso reddito e in povertà lavorativa. Sono però i lavoratori a medio reddito ad avere sempre più difficoltà a permettersi alcuni beni o servizi di base: forti aumenti dei prezzi e nessun beneficio fanno sì che la situazione della classe media sia peggiorata nella maggior parte degli Stati membri ad alto reddito. Per Roxana Mînzatu, vicepresidente esecutiva della Commissione per l’occupazione di qualità, “il modello sociale e occupazionale europeo è solido e adattabile”, con “progressi apprezzabili in termini di salari”. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia soprattutto rispetto al potere d’acquisto dei lavoratori e alla crisi del costo della vita. In questo senso, “l’importante ruolo dei salari minimi indica misure concrete che possono apportare benefici ai lavoratori, ai datori di lavoro e all’economia in generale”. Un nuovo contributo anche in questa direzione potrà arrivare dalla “Roadmap per un’occupazione di qualità”, a cui si sta lavorando.




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