(Foto Unicef/Uni49384/Unicef)

Secondo le notizie ricevute dall’Unicef, almeno 17 bambini – 9 bambine e 8 bambini, tra cui un neonato di soli sette giorni – sono stati uccisi sabato mattina in un attacco al centro per sfollati Dar al-Arqam ad Al Fasher, nel Nord Darfur. Altri 21 bambini sarebbero rimasti feriti.
L’attacco – si legge in un comunicato diffuso oggi – è avvenuto in una struttura che ospita famiglie sfollate a causa del conflitto in corso nella regione. “Questo devastante attacco contro bambini e famiglie già sfollati e in cerca di sicurezza è un oltraggio”, ha dichiarato Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef, sottolineando che “uccidere e ferire bambini è una grave violazione dei loro diritti, e gli attacchi contro i civili in luoghi che dovrebbero offrire sicurezza e rifugio sono inaccettabili”.
Al Fasher è sotto assedio da parte delle Forze di supporto rapido (Rsf) da oltre 500 giorni, con gravi restrizioni alla libertà di movimento, all’accesso al cibo, all’acqua e alle cure mediche. I civili, tra cui un gran numero di bambini, hanno subito ripetuti bombardamenti e un deterioramento delle condizioni di vita. Diverse zone del Nord Darfur – evidenzia l’Unicef – sono in condizioni di carestia da mesi e la sicurezza alimentare e la situazione nutrizionale dei bambini nello Stato hanno raggiunto livelli catastrofici. Le famiglie sopravvivono con razioni minime e la malnutrizione acuta grave tra i bambini è in forte aumento. Le strutture sanitarie segnalano un aumento dei decessi prevenibili di bambini legati alla fame e alle malattie. L’interruzione delle vie di rifornimento, il saccheggio dei convogli umanitari e il rifiuto di consentire l’accesso agli aiuti umanitari hanno reso quasi impossibile portare avanti le azioni di assistenza.
Di fronte a queste sfide, l’Unicef continua a chiedere “la cessazione immediata delle ostilità in tutto il Sudan, compresa Al Fasher, e la revoca dell’assedio”, oltre al “rispetto del diritto internazionale umanitario, compresa la protezione dei civili e delle infrastrutture civili”. Necessari poi “un passaggio sicuro per i civili, compresi i bambini e le famiglie in fuga dalla violenza, garantendo loro protezione e dignità”, e “un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli alle popolazioni colpite”. Dall’Unicef, infine, la richiesta di “un’assunzione di responsabilità da parte di coloro che hanno commesso attacchi contro i civili, compresi bambini”. “I team e i partner dell’Unicef – viene assicurato – continuano a fornire assistenza salvavita e servizi di protezione ai bambini in Sudan, compresi servizi sanitari, nutrizionali, idrici e igienici, nonostante le gravi difficoltà di accesso e di sicurezza”.

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