“La libertà di pensiero, di coscienza e di religione è un diritto umano inalienabile. È sancita dall’articolo 10 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, essa stessa pietra miliare della dignità umana e cartina di tornasole dei diritti umani”. I vescovi dell’Unione europea (Comece) hanno concluso la loro Assemblea autunnale, tenutasi a Bruxelles dal 1° al 3 ottobre, con una lettera indirizzata alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in cui si chiede il ripristino di un Inviato speciale dell’Ue per la libertà di religione o di credo al di fuori dell’Unione europea. “La libertà di pensiero, di coscienza e di religione – si legge nel documento diffuso oggi ai media – contribuisce alla creazione di società pacifiche e pluraliste, ma rimane gravemente minacciata in molte regioni del mondo”. Il testo prosegue: “Come vescovi cattolici assistiamo con crescente sgomento alla discriminazione e alla persecuzione di individui, minoranze religiose e comunità di fede – la maggior parte dei quali sono cristiani – che sono presi di mira a causa delle loro convinzioni. Ogni giorno constatiamo il profondo impatto della persecuzione religiosa sugli individui, sulle famiglie e sulle società nel loro complesso”.

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