A quasi due anni dalla loro cattura durante gli attacchi guidati da Hamas nel sud d’Israele il 7 ottobre 2023, Amnesty International è tornata a chiedere ai gruppi armati palestinesi della Striscia di Gaza di “rimettere in libertà, immediatamente e senza condizioni, le persone che si trovano in ostaggio nelle loro mani”. L’organizzazione per i diritti umani ha anche ribadito la sua richiesta di “un cessate il fuoco e della fine del genocidio israeliano nella Striscia di Gaza”. Nell’ultimo mese, Israele ha intensificato la sua campagna di annichilimento – spiega Amnesy – aggiungendo “altre centinaia di morti civili al numero sempre più elevato di vittime, distruggendo intenzionalmente infrastrutture civili e costringendo forzatamente centinaia di migliaia di persone a sfollare, mostrando così la sua determinazione a causare la distruzione fisica della popolazione palestinese”.
L’attuale escalation militare “non solo sta avendo conseguenze catastrofiche per le persone palestinesi che lottano per sopravvivere a una fame prodotta intenzionalmente e allo sfollamento forzato ma sta anche mettendo in pericolo la vita delle persone tenute in ostaggio dai gruppi armati palestinesi”.  “Ogni momento in cui non si agisce costa ulteriori vite umane e acuisce l’orrore per i civili. Un cessate il fuoco immediato non è solo un imperativo morale, è anche una responsabilità globale. Israele deve porre subito fine al genocidio della popolazione palestinese della Striscia di Gaza, comprese le politiche di intenzionale riduzione alla fame e di sfollamento di massa. I gruppi armati palestinesi devono rimettere immediatamente in libertà gli ostaggi civili ancora nelle loro mani”, ha detto Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. “Fino a quando non saranno rimesse in libertà, Hamas deve assicurare che le persone in ostaggio saranno trattate umanamente, potranno incontrare osservatori internazionali e avere comunicazioni regolari e nel rispetto della dignità con le famiglie e le persone loro care. Hamas e gli altri gruppi armati palestinesi devono inoltre restituire, immediatamente e senza condizioni, i corpi delle persone catturate il 7 ottobre 2023. Non fare queste cose significherà continuare a commettere gravi crimini di diritto internazionale e ad aggravare l’angoscia di famiglie che chiedono disperatamente il ritorno degli ostaggi in condizione di sicurezza o, quanto meno, notizie dei loro cari”, ha aggiunto Callamard.

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