(Foto Fai-Cisl)

Sostenere concretamente i progetti di solidarietà attivi a Gaza realizzati dal Patriarcato latino di Gerusalemme e delle associazioni Emergency e Save The Children. È questa la mission del progetto “Pane per Gaza”, promosso unitariamente da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil e lanciato stamani durante una conferenza stampa a Roma allo Spazio Europa Experience, alla quale, insieme ai segretari generali Onofrio Rota, Giovanni Mininni ed Enrica Mammucari, sono intervenuti anche Giancarla Pancione per Save The Children e Alessandro Manno per Emergency.
Le risorse saranno devolute dalle organizzazioni sindacali dell’agroalimentare e dalle lavoratrici e lavoratori del settore, invitati a donare il valore economico corrispondente a un’ora del proprio lavoro, per sostenere la causa. Altrettanto sono invitate a fare le organizzazioni datoriali e le aziende del settore agroalimentare, corrispondendo l’equivalente di quanto donato liberamente dai propri dipendenti.
“Dopo quasi due anni, l’aggressione israeliana nella Striscia continua e si intensifica con l’ingresso dei tank a Gaza city, ed è la popolazione civile a pagare il prezzo più alto – dichiarano Fai, Flai e Uila –. Ormai l’Onu parla di un genocidio. Si parla di oltre 64mila morti accertati tra la popolazione palestinese, tra cui quasi 19mila bambini e 10mila donne. Gli aiuti umanitari, alimentari o medici da mesi non arrivano a Gaza, dove la popolazione civile è martoriata dalle bombe e dalla carestia. Recentemente Fao e Unosat hanno comunicato come nella Striscia sia disponibile meno del 5% dei terreni agricoli, ciò aggrava ulteriormente la produzione alimentare”.
“Per questo – proseguono i sindacati dell’agroindustria – abbiamo deciso di promuovere unitariamente ‘Pane per Gaza’. Siamo convinti che un’adesione congiunta, del mondo del lavoro e delle imprese, rappresenti un segnale forte di solidarietà e di attenzione verso una tragedia che si sta consumando sotto gli occhi di tutti e nella pressoché totale inerzia delle istituzioni europee ed internazionali”.
“A Gaza manca ogni cosa. Mancano acqua, cibo e medicine e mancano tutte le condizioni per vivere una vita dignitosa, in salute e in pace. L’esercito israeliano prosegue la sua azione di distruzione evacuando militarmente la città principale della Striscia e così creando nuovi morti, feriti e sfollati – dichiara Alessandro Manno, responsabile Paese di Emergency per i Territori occupati -. Dopo quasi due anni la situazione raggiunta è catastrofica ed è fondamentale intervenire immediatamente per porre fine a tutto questo”.
“Oggi Gaza è uno dei luoghi al mondo dove è più difficile essere bambini. Da ottobre 2023 oltre 20mila sono morti a causa delle operazioni militari israeliane. Vengono uccisi da bombe, da proiettili e dalla fame, una fame usata come arma di guerra. Si è superato ogni limite. Nei nostri spazi dedicati, i bambini disegnano le ‘nuvole dei desideri’: sempre più spesso desiderano cibo. E ora anche di morire. Tutto ciò è inaccettabile. La campagna ‘Pane per Gaza’ è un atto di solidarietà concreta, di giustizia, di umanità. È un modo per non voltare lo sguardo, ma anche per dire che i diritti dei minori non sono negoziabili e che la solidarietà può diventare azione”, dice Giancarla Pancione, Fundraising, marketing & brand director di Save the Children.

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