Circondata da distruzione e macerie, Pakiza, un’ostetrica che lavora da 4 anni con Save the Children in Afghanistan, ha attraversato strade bloccate camminando per ore per raggiungere le zone colpite dal terremoto, dove le è stato chiesto subito di aiutare una donna incinta in travaglio.

Lo dichiara Save the Children: “senza una tenda e con solo un kit di primo soccorso, Pakiza ha aiutato la madre a trovare un luogo sicuro per partorire la sua bambina sana, ed è rimasta per offrire supporto alla comunità e stabilizzare madre e neonata”. “La bambina è nata in mezzo agli alberi, senza tenda, senza un tetto a proteggerla. È stata una situazione difficile, ma mi sento sollevata perché sono riuscita ad aiutare la mamma e la bimba”, ha detto: “come ostetrica e operatrice sanitaria, chiedo alle organizzazioni umanitarie di fornire supporto medico alle comunità colpite, soprattutto alle donne. Ad esempio, le squadre sanitarie mobili dovrebbero essere dotate di forniture necessarie per il parto”. Secondo le Nazioni Unite, più di 260.000 bambini sono stati colpiti dal terremoto e circa 280 sono rimasti orfani, riferisce l’organizzazione. Ulfat è rimasto ferito a causa del crollo della sua casa durante il terremoto; i suoi due figli sono stati curati per lievi ferite da un’équipe medica di Save the Children: “non posso fare nulla per i miei figli perché non ho niente”, ha spiegato: “tutto quello che ho potuto fare è stato portarli in un posto più sicuro. Tutto ciò che possedevamo è sepolto sotto le macerie. In quel momento non potevamo pensare agli oggetti – le nostre vite erano in pericolo e abbiamo solo cercato di metterci in salvo”. Save the Children ha allestito uno spazio per i bambini in una zona della provincia di Kunar dove sta fornendo supporto psicosociale essenziale ai bambini e uno spazio sicuro per le famiglie. Nonostante le difficoltà per riuscire a raggiungere i villaggi colpiti dalle scosse, quattro equipe sanitarie di Save the Children sono operative 24 ore su 24 e l’Organizzazione ha predisposto un sistema per portare acqua potabile in un distretto e dei servizi igienici portatili, riferisce l’organizzazione: i bambini “stanno sopportando un dolore terribile: molti di loro hanno perso le persone più care e le loro case, mentre le scosse di assestamento continuano a ricordare loro la paura vissuta durante il terremoto. È un momento spaventoso per loro. La paura e il lutto che portano dentro non spariranno quando le macerie saranno rimosse. In migliaia avranno bisogno di aiuto a lungo termine”, dice Samira Sayed Rahman, Direttrice dei Programmi e della Advocacy di Save the Children in Afghanistan.

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