“Dobbiamo promuovere un uso responsabile della tecnologia e garantire una solida protezione a chi è più vulnerabile allo sfruttamento”. Lo afferma l’arcivescovo Borys Gudziak, presidente del Comitato per la giustizia e lo sviluppo umano della Conferenza episcopale statunitense (Usccb), nel messaggio diffuso in vista del Labor Day, la festa del lavoro che negli Stati Uniti si celebra il 1° settembre. Gudziak richiama l’insegnamento di Papa Leone XIV, che invita a guardare all’intelligenza artificiale con “responsabilità e discernimento”, affinché sia al servizio del bene comune. L’arcivescovo della metropolia cattolica ucraina di Philadelphia sottolinea: “I miei confratelli vescovi e io siamo particolarmente attenti a coloro che sono già vulnerabili — lavoratori immigrati, braccianti, lavoratori a basso salario e giovani — che spesso subiscono in misura maggiore gli effetti delle trasformazioni economiche. I cattolici dovrebbero insistere affinché i benefici delle nuove tecnologie siano condivisi in modo equo”. Gudziak mette in guardia anche dai rischi legati al “deskill” e alla sostituzione del lavoro umano: “L’intelligenza artificiale non deve mai svilupparsi a scapito della dignità umana”. Da qui l’appello a un dialogo più profondo tra lavoratori e decisori, per evitare che la rivoluzione tecnologica accresca ulteriormente le disuguaglianze e concentri ricchezza e potere nelle mani di pochi. Infine, l’arcivescovo ha affidato la riflessione a una preghiera: “In questo Labor Day, rivolgiamoci a san Giuseppe lavoratore, il carpentiere umile che con il suo impegno quotidiano e l’amore per la famiglia ha testimoniato dignità, diligenza e cura. Per sua intercessione, proteggiamo i diritti di tutti i lavoratori e assicuriamo che il progresso tecnologico onori sempre la sacralità del lavoro umano”.

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