ARQUATA DEL TRONTO – Ci sono persone che, seppur in poco tempo, lasciano il segno: è il caso di Suor Ana Luisa Vazquez, che, dopo aver trascorso un anno ad Arquata del Tronto, proprio oggi, 26 Agosto 2025, lascerà il comune marchigiano alla volta di Massa Lubrense, una località in provincia di Napoli, dove andrà ad insegnare presso la locale Scuola dell’Infanzia.

Di origini messicane, Suor Vazquez ha conosciuto la Congregazione delle Suore della Santissima Vergine Immacolata di Lourdes, a cui appartiene, attraverso alcune suore che collaboravano nella sua parrocchia. Così nel 1994, ad appena 17 anni, è venuta in Italia per la prima formazione e per verificare la profondità della sua vocazione. Da allora fino ad oggi, che ha 48 anni, è sempre rimasta nella penisola.

L’abbiamo incontrata per sapere di più della sua esperienza ad Arquata del Tronto.

Quando è arrivata ad Arquata e come è stato il primo impatto?

“Sono arrivata ad Arquata del Tronto lo scorso anno, precisamente il 9 Settembre 2024, e subito, due giorni dopo, sono andata a Lourdes, perché la nostra comunità aveva organizzato un pellegrinaggio. A quel viaggio ha partecipato un gruppo di 25 persone di Arquata, rappresentanti di tutte le frazioni della nostra cittadina. Per me questa è stata la prima volta con la comunità, una prima volta bellissima che ho vissuto in pienezza: ho riscoperto il valore del mio Battesimo, ho vissuto con rinnovata gioia anche altri Sacramenti come la Riconciliazione e ho fatto l’esperienza di comunità. Ho conosciuto tutte le persone che hanno partecipato e, in un attimo, io, che venivo da fuori, mi sono ritrovata tra fratelli e sorelle, come se li avessi conosciuti da sempre”.

Con quali consorelle ha vissuto l’esperienza ad Arquata?

“Insieme a me, c’erano e ci sono tuttora Suor Maria di Gesù, messicana anche lei, che è la responsabile della comunità di Arquata, e Suor Gennarina, che invece è napoletana ed è una delle Suore che aveva aperto la comunità qui in paese nel 2017, pochi mesi dopo il terribile sisma che ha segnato la vita degli Arquatani. Fin da subito, con le mie consorelle, mi sono sistemata in una SAE, una casetta di legno per terremotati, adiacente alla chiesa del Santissimo Salvatore di Borgo 1. Era una struttura molto piccola, composta da una cucina, tre camerette (una per ogni consorella) e un bagno. Venivo da una casa religiosa molto grande, a Roma, che ospita la Casa Generalizia, il Governo Generale, una casa per ferie e una Scuola per l’Infanzia. Era la prima volta che abitavo in una casetta per terremotati, quindi mi sono subito accorta della differenza, ma devo dire che, appena l’ho vista, ho capito subito che, sebbene molto piccola, la casa era molto accogliente, silenziosa e raccolta, un vero gioiello ricco di calore”.

A che punto è la ricostruzione ad Arquata? Intendo sia quella delle case che quella delle anime.

“La ricostruzione delle case è partita, ma non conclusa: molti ancora devono rientrare nelle loro abitazioni. La missione di noi Sorelle della Santissima Vergine Immacolata di Lourdes è proprio quella di andare a trovare le persone, soprattutto quelle anziane, sole o malate, per dare sollievo alle loro anime. Fin dal primo giorno qui ad Arquata del Tronto. mi sono messa all’opera con una consorella per andare a conoscerle, prima a Borgo e poi, andando a portare la Comunione, anche nelle altre frazioni. Mi sono sentita subito accolta, apprezzata, voluta bene. Hai conosciuto alcune persone fragili e anche le loro famiglie. Le persone che io ho frequentato sono soprattutto anziane e vivono ancora nelle SAE. Sebbene la ricostruzione sia ripartita, a causa della loro età, queste persone non hanno la certezza di poter rientrare nelle loro case. Si sentono alla fine della loro vita e vivono quindi un miscuglio di sentimenti: soprattutto sconforto e scoraggiamento, ma la contempo si stanno preparando per vivere una vita più duratura. Come? Da nove anni hanno iniziato a vivere dell’essenziale, con poche cose, ed è questo il vero insegnamento che hanno dato a me, che ho fatto un voto di povertà: loro mi stanno dando l’esempio di come vivere la povertà, sia quella materiale, vissuta come accontentarsi dell’essenziale, sia quella interiore, vissuta come affidamento pieno alla Provvidenza di Dio.

Per quanto riguarda gli adulti, invece, abbiamo formato un gruppo di catechesi con poche persone di ogni frazione, ma che frequentano assiduamente. Con loro stiamo facendo un percorso che continuerà anche dopo che io sarò andata via: queste persone, infatti, hanno un rapporto più personale con noi come comunità, sono più impegnate in chiesa e sono anche i primi responsabili delle piccole comunità parrocchiali di ogni frazione presente sul territorio. Queste persone, che sono le più sensibili alla vita di comunità parrocchiale e sentono l’esigenza di avere un punto di riferimento, sono un grande segno di speranza per la Chiesa e per la popolazione.

Per quanto riguarda la fascia dei giovani, infine, devo dire che purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di lavorare con loro, un po’ perché siamo poche, un po’ perché non abbiamo avuto lo spazio per poter programmare una pastorale giovanile. Molti ragazzi, inoltre, trascorrono tanto tempo fuori dal paese: al mattino a scuola e nel pomeriggio spesso vanno via anche per fare delle attività sportive o ricreative fuori da Arquata. Riuscire a raggrupparli è difficile e, ad eccezione di qualche attività sporadica, non abbiamo programmato iniziative a loro dedicate. I giovani hanno risentito parecchio del terremoto, ma l’entusiasmo tipico della loro età, unito alla bellezza delle esperienze che vivono anche fuori dal territorio arquatano, li ricolma di speranza e fiducia nel futuro. Speriamo che con la nuova comunità di Suore e con il nuovo parroco che giungerà a Settembre a sostituire don Emmanuel Chemo (che tornerà in Africa), si riesca a programmare una pastorale più centrata e fruttuosa anche per i ragazzi”.

Cosa vuole dire agli Arquatani per salutarli?

“Proprio due giorni fa, Domenica 24 Agosto, durante la Messa celebrata nella chiesa di Borgo a nove anni esatti dal terremoto, ho salutato tutti i presenti. Ora quindi colgo l’occasione per salutare tutti gli altri che non ho avuto modo di incontrare quel giorno. Ringrazio davvero tanto il Signore, che mi ha dato l’opportunità di percorrere un tratto di strada con gli Arquatani, perché mi hanno insegnato veramente tanto. Mi hanno insegnato cosa vogliano dire l’accoglienza, la condivisione, la capacità di adattarsi alle persone, la disponibilità a collaborare. Sono persone molto aperte ed accoglienti, capaci di amare e voler bene a chiunque arrivi.

Per il futuro, l’augurio che faccio a me a loro, è di andare avanti, ritrovandoci sempre intorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, che è il motore della nostra vita. Possiamo essere tristi per la partenza di una suora o di un sacerdote, ma l’incontro con il Signore è ciò che ci rende davvero felici e che ci unisce tutti come comunità di credenti. Perciò, anche se lontani fisicamente, non ci lasceremo, nella misura in cui continueremo a vivere l’Eucaristia e saremo uniti tra noi e a Dio in modo profondo e forte.

In questo momento soffro, perché lascio una comunità a cui mi sono molto affezionata, ma al contempo lascio la comunità nella gioia, perché tutto ciò che abbiamo detto e vissuto me lo porto con me come un tesoro prezioso che mi appartiene. Vado, perché il Signore ancora un volta mi chiama a lasciare tutto per seguirLo. Da oggi andrò nuovamente in una Scuola dell’Infanzia in una località del Napoletano e mi sento di dire che già voglio bene a quei bambini che ancora non conosco”.

La comunità di Arquata ringrazia Suor Ana Luisa per i bei momenti trascorsi insieme e per i servizi che ha portato avanti in questo anno con umiltà, perseveranza e gioia. Riportiamo di seguito il saluto di alcuni parrocchiani.

Bernardino Camacci, appartenente alla frazione di Spelonga, dichiara: “Anche la nostra sorella Ana Luisa lascia il territorio di Arquata. Ci mancheranno moltissimo le sue suonate con la tastiera durante le Messe e il suo buon cuore verso i più bisognosi. Nell’ augurarle un grande in bocca al lupo per la sua prossima missione, siamo sicuri che non perderemo i contatti con lei, così come non lo abbiamo fatto con le sue consorelle che l’hanno preceduta. Siamo inoltre sicuri che la Sorella che la sostituirà, sarà altrettanto caritatevole e disponibile verso coloro che ne hanno bisogno. A presto Ana Luisa!”.

Giovanna Franchi, appartenente alla frazione di Faete, afferma: “Che dispiacere! Anche Suor Ana Luisa ci lascia! Il tempo di volerle bene, di affezionarsi e già dobbiamo salutarla. Comprendiamo che sicuramente andrà in un posto in cui c’è più bisogno della sua presenza, ma in noi, in questo momento, prevale un sentimento di tristezza. Grazie di tutto Suor Ana, sempre disponibile e sempre pronta ad aiutarci in ogni modo. Ti terrò stretta al mio cuore, come le altre sorelle che sono passate di qua. Un abbraccio forte forte da tutti noi, dolcissima Suor Ana!”.

Cesira Tanzi, appartenente alla frazione di Spelonga, dice: “Anche la nostra cara Sorella Suor Ana Luisa ci lascia per seguire la nuova missione a cui la sua comunità la chiama. Ci mancheranno molto le sue animazioni con la tastiera e tutti i nuovi canti per le varie Celebrazioni. Molto umile e disponibile nel cercare di unire i nostri cuori in questo tessuto sociale terremotato, di lei ci mancherà tanto la sua presenza fisica, ma terremo stretti nei nostri cuori tutti i sui insegnamenti, dati attraverso l’esempio e la testimonianza. Augurandole un buon cammino nel Signore e la perseveranza nella sua vocazione, le inviamo un affettuoso abbraccio!”.

Vincenza Valeri, della frazione di Borgo, infine, afferma: “Con nostro grande dispiacere Suor Ana Luisa lascia la nostra comunità. Posso di certo affermare che per noi, in particolare per i nostri ragazzi e bambini, è stata una grande Maestra di gentilezza e amore, avvicinandoli alla Chiesa attraverso la catechesi, andavano con gioia per ritrovarsi insieme e ascoltare gli insegnamenti del Vangelo, serenamente tutti in circolo per potersi confrontare senza giudizi, ma solo risposte. La ringrazio anche per aver impartito lezioni di chitarra agli interessati, un ulteriore servizio offerto con amore e pazienza. Con la speranza che possa tornare presto tra noi, le auguriamo ogni bene, sapendo che dovunque andrà sarà un valore aggiunto e apprezzato da tutti. Ne siamo sicuri. Grazie di tutto, Suor Ana Luisa!”.

 

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