Ringraziamo Francesco Santori e Lucio Spina per la gentile collaborazione

CUPRA MARITTIMA – Domenica 24 agosto la comunità cuprense ha festeggiato il proprio patrono, San Basso, con una solenne celebrazione presieduta dal vescovo Gianpiero Palmieri.

I festeggiamenti, organizzati dal Comitato San Basso della parrocchia omonima in collaborazione con il Comune, si sono svolti dal 22 al 24 agosto 2025, culminando nella tradizionale processione notturna di domenica sera.

Il corteo, partito dall’antica pieve di San Basso, ha attraversato le vie del paese per giungere fino al mare, dove si è tenuta la Santa Messa. A concelebrare con il vescovo Palmieri il parroco don Roberto Traini e don Benvenuto, assistiti dai diaconi Luciano Caporossi e Andrea D’Aprile.

Durante l’omelia, mons. Gianpiero Palmieri ha ricordato ai fedeli la figura di San Basso, «vescovo ed evangelizzatore di queste terre, martire che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia e nella fede della nostra comunità».

Il vescovo ha sottolineato come la liturgia della domenica offrisse un messaggio particolarmente attuale: «Gesù cammina verso Gerusalemme per affrontare la sua “porta stretta”, che è la Croce. E lungo il cammino, qualcuno gli domanda: “Sono pochi quelli che si salvano?”. Spesso interpretiamo questa domanda come un riferimento al Paradiso, ma in realtà la salvezza di cui parla il Vangelo è qualcosa che riguarda l’oggi, il presente. È ciò che accadde a Zaccheo: l’incontro con Gesù cambiò la sua vita. La salvezza è una trasformazione che avviene qui e ora, quando smettiamo di vivere ripiegati su noi stessi e ci lasciamo rinnovare dal Signore».

Riprendendo le parole di Papa Francesco, il vescovo ha ricordato che «ci sono due modi di vivere nel peccato: quello di chi cade ma si rialza con il desiderio sincero di convertirsi, sperimentando la misericordia di Dio; e quello di chi invece si chiude nella corruzione, radicandosi nel male e rifiutando ogni cambiamento».

E proprio in questo orizzonte si inserisce il significato della “porta stretta”: «Significa – ha spiegato – mettere da parte il proprio io, quell’ego che a volte diventa un idolo, assolutizzato nelle forme più diverse: la superbia, l’attaccamento al potere, al denaro, al successo, persino alle lamentele continue che ci imprigionano. Passare per la porta stretta vuol dire aprirsi alla realtà, al bene comune, alla fraternità, alla giustizia e alla pace. Solo così la vita diventa piena, perché smette di ruotare attorno al proprio ombelico e si apre agli altri, a Dio e al creato».

Il vescovo ha poi posto ai fedeli un interrogativo forte: «Gesù ci chiede: “Tu di dove sei?”. Non chi sei – perché il Signore ci conosce già – ma da dove viene il tuo cuore. Sei dalla parte della verità e della giustizia o sei scivolato nei compromessi, mettendo te stesso al centro?».

In questo senso, mons. Palmieri ha richiamato l’esempio stesso di San Basso: «Se il nostro patrono avesse pensato solo a se stesso, non avrebbe portato il Vangelo da queste parti, non avrebbe dato la vita come martire e la nostra terra non avrebbe ricevuto il dono della fede. La sua testimonianza ci insegna che la vita funziona soltanto se vissuta nella solidarietà, nel servizio reciproco, nella pace».

Concludendo, il vescovo ha invitato i presenti a trasformare la festa patronale in un impegno quotidiano: «Questa celebrazione non si esaurisce oggi, ma diventa un invito a costruire una festa permanente, fatta di fraternità, giustizia e amore reciproco. Solo così la nostra comunità potrà avere futuro».

Al termine della celebrazione, un rappresentante dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia ha letto la tradizionale Preghiera del Marinaio. È poi seguita la deposizione di una corona d’alloro in memoria dei Caduti del mare.

La serata si è chiusa con l’atteso spettacolo pirotecnico de “La barca di fuoco”, che ha illuminato il cielo e il mare di Cupra Marittima, suggellando una festa che unisce fede, tradizione e comunità.

 

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1 commento

  • Don Luigino Scarponi
    25/08/2025 alle 14:29

    Precisazione A Cupra Marittima san Basso viene festeggiato tre volte l’anno: - 5 dicembre, memoria del martirio, festa prettamente liturgica; - ultima domenica di agosto, si celebra il rinvenimento del corpo nella cripta della pieve, da cui parte la processione; - Il lunedì dell’Angelo, festa della traslazione del corpo dalla pieve a Santa Maria in castello di Marano.

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