SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Venerdì 15 Agosto, la comunità sambenedettese si è riunita presso la cattedrale Santa Maria della Marina, in San Benedetto del Tronto, per celebrare la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.

La Messa, iniziata alle ore 18:30, è stata presieduta da S.E. Mons. Gianpiero Palmieri, Vescovo delle Diocesi di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto, e concelebrata da don Romualdo Scarponi e don Luciano Paci. Presenti anche i diaconi Walter Gandolfi, Emanuele Imbrescia e Pietro Mazzocchi. 

Le letture, tratte dall’Apocalisse, dalla Prima lettera di San Paolo ai Corinzi e dal Vangelo di Luca, hanno guidato i fedeli a riflettere sul messaggio dell’Assunzione: il primato della vita sulla morte, la vittoria di Cristo risorto, il Magnificat di Maria come segno duraturo della sua fede e della sua missione nella storia della Chiesa.

Durante l’omelia, mons. Palmieri, ha posto l’accento sulla figura della Vergine come simbolo della Chiesa che, generando Cristo, continua a portare speranza nel mondo: «Maria che partorisce Cristo combatte con il drago – ha affermato – nessuno può fermare Cristo e la Chiesa». Il Vescovo ha quindi richiamato la memoria di comunità cristiane perseguitate nel corso della storia, come quelle in Giappone e in Albania, ricordando che, nonostante le prove, la fede non è stata mai spenta.

Rivolgendosi ai fedeli, il vescovo Gianpiero ha poi messo in guardia dalle false promesse di pace: «I potenti della terra si incontrano per parlare di pace, ma senza giustizia e senza verità non ci può essere una pace duratura». Da qui il suo invito a vivere da credenti il cammino della storia, mantenendo la fiducia in Dio e imparando da Maria a non temere la morte ma a perseverare nella preghiera.

La celebrazione si è conclusa con la benedizione finale del Vescovo, che ha rivolto un caloroso augurio a tutta la comunità per una serena e gioiosa festa dell’Assunta. L’assemblea, numerosa e partecipe, ha accolto le sue parole con emozione e raccoglimento, rinnovando la tradizione di una ricorrenza che unisce fede, cultura e identità popolare.

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