Entro il 9 Settembre molte ONG internazionali presenti a Gaza e in Cisgiordania – tra cui Caritas Germany, Caritas Internationalis, Caritas Jerusalem, Caritas Spain, Catholic agency for overseas development (Cafod) – rischiano la chiusura a causa di un nuovo regolamento israeliano che impone la condivisione di dati personali sensibili del personale palestinese.

“Questa misura solleva gravi preoccupazioni in termini di sicurezza e il rifiuto di adeguarsi comporterebbe la cancellazione dal registro ufficiale”, precisa in una nota Caritas internationalis, unendosi alla voce di oltre 100 ONG internazionali che operano in Palestina. “Se applicato, il provvedimento potrebbe comportare il ritiro del personale internazionale e la sospensione delle consegne umanitarie, comprese medicine, cibo e beni per l’igiene”.

La situazione umanitaria a Gaza è critica: “Oltre 1.000 persone sono state ferite mentre erano in fila per ricevere cibo, e circa due milioni di persone vivono stipate in soli 17 chilometri quadrati – ricorda Caritas internationalis -.

Solo nel mese di Luglio, 29 ONG sono state bloccate nell’invio di aiuti a causa di questa politica”. “Unitevi a noi nel chiedere la fine di politiche che ostacolano l’assistenza salvavita destinata a Gaza”, è l’appello di Caritas e di tutte le ONG.

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