COLLI DEL TRONTO – “Carissimi, sono giorni in cui tutta la nostra comunità è molto scossa per i fatti tremendi accaduti: prima Nazzareno, poi Simone. Come un terremoto che scuote fin nel profondo dell’essere. Quante persone sono passate in questi giorni! Davvero tante! E non solo per l’affetto verso due persone che hanno fatto parte della nostra vita o per il desiderio di stare vicino ai loro cari, ma anche perché, davanti alla morte, ci sentiamo piccoli, impotenti, soli e con delle domande in testa a cui non sappiamo dare risposta. Perché? Perché Dio permette questo? E come facciamo a capire ed accettare la Tua volontà dietro la morte di Simone o di Nazzareno o dietro a tante altre ingiustizie che viviamo in questo mondo?”.

Sono queste le parole, cariche di dolore e di interrogativi, che il parroco don Mauro Servidei ha rivolto alla folla ingente di fedeli accorsi ieri, Mercoledì 13 Agosto 2025, alle ore 18:00, presso la chiesa di Santa Felicita in Colli del Tronto, per il funerale del giovane Simone Di Emidio, morto Domenica scorsa a seguito di un incidente mentre era in moto.

Alla Santa Messa, concelebrata da don Mario Cataldi, amico di famiglia, ha partecipato un’intera comunità. L’aula unica dell’antica chiesa progettata dal celebre architetto Pietro Maggi, infatti, non è riuscita a contenere i tantissimi fedeli accorsi. Risultando infatti l’edificio sacro, già gremito un’ora prima dell’inizio della Celebrazione, in molti non sono riusciti ad accedere all’interno e sono quindi rimasti all’aperto, increduli, smarriti, raccolti in un silenzio composto, interrotto solo dal rintocco lento e mesto delle campane.

Dopo la proclamazione del Vangelo, don Mauro, visibilmente partecipe del dolore dei familiari, ha cercato di dare risposta ai tanti interrogativi che si sono fatti spazio nella mente e nel cuore di tutti i presenti : “Gesù, con la sua vita, ci dice che la sofferenza e anche la morte non sono le realtà più importanti. C’è qualcosa che conta di più e per cui vale la pena giocarsi tutto! Gesù ci insegna che l’unica risposta più forte della morte è l’amore. Quell’amore che significa anche stare nella sofferenza, che non è scappare, che non è chiudersi. Proprio come Maria, che sta sotto la croce del Figlio, perché l’amore la tiene lì. Quell’amore che la guida anche dopo, impedendo alla disperazione di vincere. Quell’amore a cui abbiamo affidato Nazzareno ieri ed affidiamo Simone oggi, con il desiderio che il Signore li accolga tra le sue braccia. Quell’amore a cui affidiamo anche noi, affinché ci doni la consolazione del cuore!”.

Terminata la Messa, la salma è stata trasportata a spalla fuori dalla chiesa, dove il silenzio, che si avvertiva dentro fino a pochi minuti prima, è stato interrotto solo dal rombo delle moto dei numerosi amici motociclisti che hanno voluto salutare ancora una volta il loro caro.

A dare l’ultimo saluto al giovane Di Emidio c’erano anche molti amici con cui Simone condivideva la sua passione per il calcio, in particolare per l’Ascoli a livello locale e per il Milan a livello nazionale. Gianluca Foglia, presidente del Milan Club Val Vibrata, ai nostri microfoni ha dichiarato: “Simone era un nostro tesserato da anni, seguiva il Milan Club quasi ad ogni trasferta ed era anche un abbonato allo stadio. Non era uno di passaggio, ma uno che  frequentava il gruppo. Noi, infatti, oltre ad essere un solido gruppo di tifosi, siamo anche un bel gruppo di amici che, con gli introiti del club, fanno del bene sul territorio. E Simone era uno di noi, ha sempre partecipato attivamente anche a molte iniziative di beneficenza, era uno di quelli che si dava al 100% nell’amicizia. Noi lo ricorderemo sempre con grande affetto,  a partire già dalla prima giornata di campionato. Stiamo pensando, infatti, di dedicargli un pensiero speciale durante la prima trasferta”.

Nella piazza antistante la chiesa di Santa Felicita, la folla si è stretta in un ultimo abbraccio intorno alla bara del giovane Simone, facendo volare in cielo tanti palloncini bianchi. Il feretro si è poi diretto verso il cimitero, scortato dai numerosi amici motociclisti.

Presente anche il primo cittadino di Colli del Tronto, Andrea Cardilli, che per l’occasione aveva già proclamato il lutto cittadino e predisposto la chiusura al pubblico dei vari uffici comunali.  Queste le parole del sindaco: “Sono stati tre giorni terribili, a causa della perdita di due Collesi che, seppur volati in cielo troppo presto, hanno lasciato un segno indelebile nel nostro paese. Nazzareno e Simone erano due ragazzi molto radicati nel territorio, molto conosciuti e molto ben voluti. Io sono addolorato, come tanti qui a Colli del Tronto. Oggi per Simone c’è stato anche il lutto cittadino: essendosi trattato di un incidente grave, infatti, la normativa ci ha dato la possibilità di farlo. Purtroppo per Nazzareno il protocollo non ce lo ha consentito, però nel nostro cuore il lutto è esteso ad entrambi i nostri giovani Collesi a cui abbiamo voluto molto bene. Ci stringiamo alle loro famiglie con grande affetto”.

La perdita di queste due giovani vite ha toccato nel profondo l’intera comunità. Le parole di Doriana Carosi, amica di famiglia e consigliera comunale, ai nostri microfoni ha detto: “Le vicende di questi ultimi giorni ci hanno colpito profondamente. La nostra è una comunità particolarmente unita, dove le gioie e i dolori si condividono in maniera profondissima. Siamo quindi senza parole di fronte a queste due tragedie che hanno sconvolto non solo le famiglie coinvolte, ma anche l’intera comunità. Nazzareno Cantalamessa era un ragazzo meraviglioso, discreto, profondo, una grande mente tra l’altro. Era nato in questa comunità ed è vissuto qui fino all’età giovanile. Da alcuni anni viveva a Melbourne, ma era talmente legato a questa comunità che aveva deciso di ritornare e a fine mese avrebbe voluto sposarsi qui per completare il suo percorso di famiglia con la sua compagna e la sua creatura. Anche Simone Di Emidio era nato e cresciuto qui a Colli del Tronto. Era un ragazzo dolce, sempre con il sorriso sulle labbra e anche solidale verso gli altri. Da pochissimo tempo viveva, con la sua compagna Beatrice, a poca distanza dal campanile di questa comunità, dove la sua famiglia è sempre stata. Queste due giovani vite spezzate, quindi, rappresentano un lutto che sentiamo personalmente nella nostra vicenda personale di vita.  Di fronte a questo dolore non c’è consolazione che regga, se non il conforto della fede e la certezza che nel nostro paese i legami di solidarietà sono così forti che mi sento di promettere fin da ora che non mancheremo mai di essere vicino ai familiari di Nazzareno e Simone”.

Una vicinanza che mi sembra essere un segno di quell’amore di cui ha parlato don Mauro Servidei durante l’omelia. Quell’amore che “impedisce alla disperazione di vincere”. Quell’amore che “vince ogni cosa, anche la morte”.

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1 commento

  • Maria De Fulgentiis
    14/08/2025 alle 17:28

    un articolo così bello,non poteva essere fatto se non da un giornalista di grande competenza. L'omelia del sacerdote è stata molto profonda e veritiera ed ha toccato tutti nel più profondo dell'animo.Il Signore accolga i due giovani, nella schiera dei suoi Angeli.

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