DIOCESI – In occasione della festa patronale di Sant’Emidio, il 5 agosto, il Giardino della Curia Vescovile ha ospitato l’esposizione “Corpi Senza Voce – Immagini, volti e storie di donne in contesti di sfruttamento alla prostituzione”, promossa dal Programma Adriatico delle Suore Oblate del Santissimo Redentore.

L’iniziativa ha registrato oltre 500 presenze nell’arco della giornata, dalle 6:00 alle 20:30, offrendo ai visitatori uno spazio di profonda riflessione e testimonianza su un tema spesso ignorato: le storie di donne provenienti da diversi Paesi, segnate da sfruttamento, violenze, abusi, privazione dei diritti e della dignità.

Il percorso espositivo, forte e toccante, si sviluppava attraverso l’uso evocativo di manichini e testimonianze autentiche raccolte dalle Suore Oblate nel loro lavoro quotidiano con le vittime di tratta e prostituzione coatta. L’itinerario si apriva con uno specchio accompagnato dalla frase “Lasciate qui i vostri pregiudizi”, invitando il pubblico a spogliarsi degli stereotipi per guardare con occhi nuovi la realtà rappresentata.

La partecipazione è stata ampia e variegata: uomini e donne di ogni età, provenienti da culture e religioni diverse, hanno vissuto un’esperienza intensa, spesso accompagnata da momenti di commozione ed empatia. Molti hanno espresso il desiderio di rivedere e diffondere l’esposizione, riconoscendone il valore sociale e umano nel promuovere una coscienza critica collettiva.

Al termine del percorso, numerosi visitatori hanno condiviso riflessioni personali, raccontato esperienze affini e manifestato la volontà concreta di sostenere il Progetto delle Suore Oblate, che ogni giorno si dedica a dare voce, ascolto e possibilità di riscatto a queste donne invisibili.

Uno spazio speciale è stato dedicato anche ai pensieri e alle frasi scritte dagli studenti degli istituti superiori, coinvolti in un percorso di sensibilizzazione nei mesi precedenti. Accanto a questi contributi, è stata lasciata ai visitatori la possibilità di scrivere un messaggio personale, creando un dialogo spontaneo e partecipato che ha arricchito ulteriormente l’esperienza collettiva.

L’iniziativa ha messo in evidenza l’urgenza di abbattere i pregiudizi e di ascoltare il dolore nascosto di tante donne la cui umanità è troppo spesso ignorata. Come sottolinea Chiara Pomponi, responsabile del settore “Lavoro in Contesti di Prostituzione” del Programma Oblate Adriatico:

“Corpi Senza Voce è stata un’occasione preziosa per ridare voce a chi per troppo tempo è rimasto invisibile. Ogni volto ha una storia che merita di essere ascoltata.”

L’obiettivo delle Suore Oblate è dare continuità a iniziative come questa, affinché il grido silenzioso di tante donne possa raggiungere sempre più persone e generare un cambiamento reale nella società.

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