Prima di scoprire quali siano gli scatti scelti dai nostri giovani inviati, rivivi il racconto quotidiano del Giubileo dei Giovani del Piceno:

FOTO Partiti i ragazzi delle Diocesi del Piceno per il Giubileo dei Giovani

2 VIDEO e FOTO In cammino: il racconto dei giovani delle Diocesi del Piceno al loro primo giorno nel Giubileo dei Giovani

VIDEO e FOTO La gioia dei giovani del Piceno al Giubileo dei Giovani, il racconto della seconda giornata

VIDEO e FOTO Giubileo, Giovani del Piceno giorno 3, il racconto di: Chiara, Chiara, Vittoria, Mattia, Mafalda, Cosmin, Matteo e Giacomo

FOTO Braccia aperte, cuori in cammino: voci dal Giubileo dei Giovani del Piceno (Giorno 4)

FOTO Giubileo, i giovani del Piceno (giorno 5) finalmente riuniti per ricevere l’abbraccio rigenerante del perdono di Dio

FOTO e VIDEO Giubileo, rientrati i giovani del Piceno: emozioni e storie dai nostri inviati

DIOCESI – Si è concluso ieri, 3 Agosto, il Giubileo dei Giovani 2025. Accogliendo l’invito che papa Leone XIV ha rivolto ai pellegrini a Tor Vergata, di contagiare chiunque con il loro entusiasmo e con la testimonianza della loro fede, abbiamo chiesto a dieci giovani del Piceno di rendere la loro prima testimonianza al nostro Giornale, così da farla giungere a più persone possibili.

Ad ognuno di loro abbiamo chiesto di raccontarci in poche righe il momento più bello della settimana giubilare che hanno vissuto e di accompagnarla con uno scatto fotografico che lo rappresentasse.

MATTEO ROSATI: paura e compagnia

Matteo, che ha 18 anni e appartiene alla parrocchia Santissima Annunziata in Porto d’Ascoli di San Benedetto del Tronto, racconta: “All’inizio di questa esperienza avevo paura. Tanta paura. Non conoscevo molte persone che partecipavano al Giubileo e pensavo che avrei avuto difficoltà a fare amicizia o anche semplicemente a condividere dei momenti belli con gli altri. Ma fin da subito ho trovato la compagnia giusta, un gruppo di persone che mi è stato sempre vicino nei momenti di bisogno e che è riuscito, in poco tempo e senza grossi problemi, a farmi stare bene e farmi scoprire me stesso. Credo sia stato il miglior gruppo con cui potessi condividere e godermi questa fantastica esperienza!”

CHIARA ANTONIELLI: consapevolezza e ospitalità

Chiara, che ha 21 anni ed appartiene alla parrocchia San Luca Evangelista in Villa Pigna di Folignano, racconta: “Sono appena rientrata dal Giubileo e posso solo dire che è stata un’esperienza straordinaria, ricca di emozioni, momenti indelebili e una nuova consapevolezza di me stessa. Ho scelto di partire con lo zaino vuoto, pronta a riempirlo lungo il cammino con tutti i ricordi e le esperienze vissute durante questa settimana di pellegrinaggio.
Uno dei momenti più significativi è stato senza dubbio l’incontro con le persone che ci hanno accolto nelle varie parrocchie. Mi ha molto colpito la loro ospitalità, in particolare la cura e l’amore con cui hanno preparato i pasti per noi: un gesto semplice ma carico di umanità.
E poi ci sono i sorrisi, la gioia condivisa, i momenti di festa dopo cena. Anche se eravamo stanchi, non rinunciavamo mai a cantare tutti insieme, accompagnati da chitarre e bonghi.
Tutti questi frammenti di vita ora sono nel mio zaino, che al ritorno è pieno di gratitudine, incontri, canti e nuove consapevolezze.

VITTORIA ANGELONI: pace e perfezione

Vittoria, che ha 19 anni ed appartiene alla parrocchia San Cipriano di Colonnella, afferma: “I momenti più intensi della settimana giubilare per me sono stati quelli vissuti nella giornata di Mercoledì. Abbiamo visitato una mostra realizzata dall’Azione Cattolica Italiana e dedicata alla guerra in Ucraina, un omaggio agli studenti morti durante questi anni segnati dal conflitto russo-ucraino. Poi abbiamo partecipato ad un talk, sempre dell’AC, dal titolo “Raccontare la pace“, con ospiti il giornalista Gianni Borsa e due sacerdoti che svolgono la loro missione nelle zone dell’Ucraina più colpite dalla guerra: il vescovo di Donetsk e padre Max. Ho molto apprezzato la loro disponibilità a parlare di eventi così traumatici ed è stato anche straordinario vederli raccontare episodi drammatici col sorriso sulle labbra e con il cuore colmo di speranza. Sebbene breve, il loro racconto toccante e potente non solo ci ha aiutato a conoscere meglio una situazione drammatica che generalmente vediamo solo sui telegiornali o sui social e ci sembra lontana, ma ci ha anche spronato a vivere la nostra vita al massimo, non dando per scontate le piccole cose di tutti i giorni. Poi ci ha fatto anche capire quanto l’azione di ogni singola persona – non un miliardario o un politico, ma persona comune – non sia affatto inutile; al contrario, può avere un effetto potente sul mondo e sulle persone che ci circondano.
Nello stesso giorno abbiamo avuto anche l’incontro con il nostro vescovo Gianpiero Palmieri, che per me è stato particolarmente significativo perché mi ha dato molto coraggio e fiducia nel futuro. Ci ha spiegato che spesso ci facciamo intrappolare dall’illusione di essere perfetti, mentre, in realtà, basta essere noi stessi per essere amati davvero. Ho riflettuto sul significato della parola perfetto, che, al contrario di come noi la usiamo, non significa ineccepibile, impeccabile o senza difetti,  ma significa compiuto, realizzato, portato a termine. Essere sempre perfetti nell’accezione che generalmente diamo, non è possibile, è un’illusione.  Essere perfetti nel significato vero del termine, invece, ovvero quello di essere persone interiormente e spiritualmente complete e compiute, è possibile. E, se si ha presente questo, amare ed essere amati non solo è possibile, ma è addirittura semplice. Perché l’amore non va meritato. L’amore va semplicemente donato“.

LEONARDO CURZI: pienezza e testimonianza

Leonardo, che ha 23 anni ed appartiene alla parrocchia Santissima Annunziata di Porto d’Ascoli in San Benedetto del Tronto, dichiara: “È difficile trovare un solo momento in mezzo a tutto il bello che abbiamo vissuto in questi giorni trascorsi a Roma. Se però dovessi dire quello che porterò maggiormente nel cuore, è senza dubbio la festa degli italiani in piazza San Pietro, che ha registrato la presenza del cardinale Matteo Maria Zuppi.
È stato un momento di gioia piena, in cui veramente ci si rende conto di quanto grande, bella e multiforme sia la Chiesa. Durante la celebrazione si sono succedute varie testimonianze, tutte toccanti, ma c’è una frase che da quel momento riecheggia nella mia testa. Si tratta di un modo di dire napoletano: ‘Si può vivere senza sapere perché, ma non si può vivere senza sapere per chi’. Questa frase mi è arrivata al cuore, perché mi ha fatto pensare a tutte le persone che incontro nel mio servizio, a tutti gli amici, alla famiglia, a tutte quelle persone per cui vale la pena percorrere questo splendido dono che è il cammino della vita.
Torno a casa colmo di gioia, potendo testimoniare la vita vista e vissuta e pregando affinché ogni giovane un giorno possa vivere ciò che abbiamo vissuto noi“.

MAFALDA DE LUCA: comunione e amicizia

Mafalda, che ha 27 anni ed appartiene alla parrocchia Sant’Egidio Abate in Sant’Egidio alla Vibrata, afferma: “Tra i momenti più memorabili di questa settimana giubilare c’è sicuramente la Confessio fidei con i giovani italiani tenutasi Giovedì pomeriggio in Piazza San Pietro con il cardinale Matteo Maria Zuppi. Lì ho avuto l’opportunità di vivere questo momento di preghiera direttamente sul Sagrato insieme ad altri giovani di tutte le Diocesi d’Italia. Un’esperienza irripetibile ed indimenticabile!
È stato meraviglioso sperimentare la bellezza di questa comunione e il nostro sentirci a casa, inadeguati e peccatori come siamo, ma comunque famiglia di Dio universale dove tutti siamo accolti come le braccia del colonnato che ci stringevano e ci proteggevano dal caos del mondo, per insegnarci a vivere nel Vangelo e andare nel mondo pieni di speranza e pace.
C’è una frase che mi ha particolarmente colpita: ‘Il Signore ci parla di un edificio spirituale e di diventare pietre. L’importanza di ogni pietra non è mai di essere unica e isolata, ma è sé stessa quando è insieme: siamo noi stessi quando pensiamo per gli altri’.
È stata una grande gioia poter confessare la nostra fede insieme e insieme a Pietro, sperimentando la forza dell’amicizia, del volerci bene tra di noi, diversi come siamo, ma comunque amici, perché l’amore ripara tutto sempre, molto più di quello che crediamo. E l’amore che dona il Signore vince ogni divisione e ci rende adatti gli uni per gli altri così come siamo, senza la pressione di dover essere perfetti. Volerci bene è la cosa più grande che c’è: ecco la nostra speranza!”.

MATTIA CAPRIOTTI: ispirazione e perdono 

Mattia, che ha 28 anni ed appartiene alla parrocchia Maria Santissima Madre della Chiesa di Stella di Monsampolo in Monsampolo del Tronto, racconta: “L’esperienza del pellegrinaggio ha fortificato noi giovani, proprio come un pittore che, non contento dei suoi quadri, parte e va altrove alla ricerca di nuova ispirazione. Io, partendo per cercare la mia ispirazione, ho capito che avevo tanto da perdonare agli altri e a me stesso. Il momento in cui abbiamo chiuso a Tolentino il cammino dei giovani pellegrini delle nostre Marche, con la celebrazione penitenziale, mi ha trasformato: ora posso tornare a dipingere quei quadri dell’anima che tanto mi rendevano fieri un tempo, come quel pittore che, una volta tornato a casa, appoggiati i suoi attrezzi di lavoro, si rende conto che ciò che la tela che aveva realizzato era già un’opera d’arte che però non aveva riconosciuto, aveva solo bisogno di un nuovo punto di vista – per me il perdono verso gli altri e verso me stesso – per riscoprire e tornare ad ammirare quei colori che l’avevano spinto a dipingerla”.

COSMIN DIACONESCU: condivisione e incontro

Cosmin, che ha 24 anni ed appartiene alla parrocchia Santi Filippo e Giacomo in Ascoli Piceno, dice: “Ci sarebbero tanti momenti memorabili che riguardano questo Giubileo: dal primo all’ultimo giorno, infatti, abbiamo vissuto momenti bellissimi. E ciò che li ha resi speciali sono stata l’intensità con cui abbiamo vissuto questa esperienza e la condivisione della stessa con un bellissimo gruppo di persone, sostenendoci a vicenda in ogni tappa del nostro cammino. In solitaria non ce l’avrei mai fatta! Mi emoziona ancora il solo pensiero che siamo partiti in tantissimi da zone diverse delle Marche e già quello mi sembrava un fatto degno di nota. Quando poi a Roma abbiamo incontrato giovani provenienti da ogni parte del mondo, mi sono reso conto di quanto sia bella la Chiesa!
Personalmente il momento che più mi è rimasto impresso è stato l’attraversamento della Porta Santa presso la basilica di San Paolo fuori le mura. In quel passaggio, compiuto nel silenzio più profondo, ho potuto incontrare e riabbracciare nell’anima il Signore. Quello che ha reso questo momento unico ed emozionante è stato guardarmi attorno e vedere che non ero solo, bensì stavo in mezzo a tante persone, unite dalla fede, dalla fatica e dall’amore fraterno sperimentati in questo viaggio, che conserverò per sempre nel mio cuore come uno dei ricordi più belli”.

CHIARA DI BUÒ: moltitudine e semina

Chiara, che ha 25 anni ed appartiene alla parrocchia Santo Stefano in Roccafluvione, afferma: “I vespri, pregati a Roma insieme a tutti i ragazzi delle Marche, sono stati il mio momento preferito di tutta la settimana. Mi sono resa conto della moltitudine che eravamo, di quanti eravamo stati – ciascuno a modo proprio – a metterci in cammino!
Ascoltare e vedere il racconto della settimana, attraverso le parole e gli occhi degli altri, è stato veramente emozionante! Mi sono resa conto di quanto stessimo seminando e ho pensato a quanto – spero – potremmo in futuro raccogliere!“.

GIACOMO PAOLINI: stupore e rivelazione

Giacomo, che ha 30 anni ed appartiene alla parrocchia San Pio V in Grottammare, dichiara: “All’inizio della settimana giubilare, in una attività, ci hanno chiesto di condividere con il vicino quello che ci aspettavamo dal Giubileo e cosa chiedevamo a Dio. Ho scelto questo scatto, perché è stato il momento in cui mi è stato chiaro che quello che io avevo chiesto, ovvero di essere stupito, si era effettivamente realizzato. È stato un momento in cui si sono uniti tutti i puntini delle esperienze vissute durante la settimana e ho capito in quel preciso istante che Dio aveva realizzato ciò che io avevo chiesto. Mi ha sorpreso non appena ho realizzato tutto ciò, una rivelazione vera e propria“.

MICHELA LAPPA: senso e vicinanza

Michela, che ha 15 anni ed appartiene alla parrocchia Santo Stefano in Roccafluvione, afferma: “Dopo giorni di passi condivisi, zaini sulle spalle e sogni negli occhi e nel cuore, questa immagine custodisce il senso del nostro pellegrinaggio: eravamo tanti, ma camminavamo come uno solo. In mezzo al vento e alla fatica, abbiamo scoperto che la strada più lunga è quella che ti porta vicino agli altri”.

Ringraziamo i dieci giovani del Piceno che hanno fatto da inviati speciali per L’Ancora durante il Giubileo dei Giovani. Grazie per i video registrati, per le fotografie scattate e per le parole profonde e significative che ci avete donato e che ci hanno fatto vivere da vicino la vostra gioia, anche nel servizio – a volte faticoso – che avete reso alla comunità diocesana.
Siete voi la speranza che il mondo va cercando!

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