Di Anna Marcozzi

DIOCESI – In occasione della festa di Sant’Emidio, Patrono di Ascoli Piceno, il Programma Oblate Adriatico delle Suore Oblate del Santissimo Redentore – attivo da oltre 160 anni nell’accompagnamento di donne coinvolte in situazioni di prostituzione e sfruttamento – organizza, in collaborazione con la Diocesi di Ascoli Piceno e su impulso del Vescovo Gianpiero Palmieri, l’iniziativa “Corpi senza voce”.
L’evento si terrà il prossimo 5 agosto presso il Giardino Vescovile, in un contesto di festa cittadina che richiama l’intera comunità.

Proprio in questa giornata, l’installazione vuole rappresentare un momento di riflessione profonda e necessaria su una realtà spesso ignorata: quella della tratta di esseri umani e dello sfruttamento sessuale, che priva migliaia di donne dei loro diritti, della libertà e della dignità.

L’opera prevede l’esposizione di manichini simbolici, a rappresentare quei “corpi senza voce” che ogni giorno vivono ai margini, invisibili. I manichini saranno disposti in posture e collocazioni studiate per evocare costrizioni, dolore, isolamento e condizionamenti sociali. A corredo, cartelloni con frasi autentiche pronunciate dalle donne incontrate nei progetti di strada, testimonianze vive di esperienze drammatiche, emozioni profonde e desideri infranti.
Durante alcuni momenti della giornata, l’installazione sarà accompagnata da brani musicali e suoni evocativi, per amplificare la potenza comunicativa dell’opera.

Sarà inoltre disponibile un QR code che rimanderà a contenuti di approfondimento sul significato dell’iniziativa e sul lavoro svolto dalle Suore Oblate nei percorsi di uscita dalla tratta e dallo sfruttamento.

Scegliere il giorno del Santo Patrono non è casuale: mentre la città celebra, l’installazione fa riflettere per non dimenticare chi non può festeggiare. È un richiamo a tenere accesa la luce della consapevolezza e della speranza, anche nei momenti di condivisione e gioia collettiva.
“Invitiamo la comunità a venire a trovarci per ascoltare la storia di queste donne, voliamo portarvi i racconti e le storie autobiografiche delle donne che hanno deciso di raccontare il trauma che hanno vissuto. – dichiara Chiara Pomponi, l’assistente sociale che si è occupata dell’evento insieme a suor Stella Torres – Metteremo in risalto anche il feedback ricevuto dai ragazzi nelle scuole, con i quali abbiamo svolto un importante lavoro di sensibilizzazione. Questo percorso ci ha fatto riflettere profondamente su come affrontare il tema dello sfruttamento, aiutandoci a individuare i luoghi comuni da decostruire. Daremo spazio al lavoro fatto con i giovani e alle frasi che ci hanno lasciato, testimonianze sincere e preziose del loro sguardo su questa realtà”.

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