SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alla presenza del Vescovo Gianpiero Palmieri e del Sindaco di San Benedetto del Tronto, Antonio Spazzafumo, il 25 luglio si è tenuta in Cattedrale la presentazione del 30° volume storico di Don Vincenzo Catani, intitolato “Dalla Chiesa sulla spiaggia alla Cattedrale”. Il libro ripercorre le origini e l’evoluzione della Basilica Cattedrale di Santa Maria della Marina, cuore spirituale della città.
L’evento ha richiamato un pubblico numeroso e partecipe, incuriosito da aneddoti e dettagli storici poco noti, come l’origine del quadro venerato in Cattedrale, inizialmente noto come Madonna delle Vittorie e oggi conosciuto come Madonna del Soccorso. Secondo Don Vincenzo, l’opera – forse di scuola cappuccina e attribuita a Carlo Maratta – si ispira a un dipinto conservato nel torroncino del Quirinale a Roma.
“Il tutto nasce con semplicità e povertà,” ha spiegato Don Vincenzo. “Un tempo esisteva la Diocesi di Truentum in Albula, alla quale apparteneva la Pieve di San Benedetto Martire. La Marina ancora non esisteva. Ma nel 1615 il Comune costruì una piccola chiesa, circa 20 metri di lato, sulla spiaggia. I pescatori vi si recavano all’alba per pregare prima di prendere il largo.”
Nel 1698 venne edificata, sempre dal Comune, una casa per l’eremita che si prendeva cura della chiesetta, officiata dai cappellani della Pieve. Nel 1721 fu nominato un cappellano stabile, con l’approvazione del Vescovo. La chiesa contava cinque altari, compreso quello centrale, ma gran parte di essi fu distrutta durante le campagne napoleoniche del 1814. Solo l’altare maggiore, con l’immagine della Madonna del Soccorso, si salvò miracolosamente dall’incendio.
Sotto l’occupazione napoleonica, la chiesa venne addirittura trasformata in stalla. Ma il 27 novembre 1820 nacque ufficialmente la seconda parrocchia della città: Santa Maria della Marina. Pochi mesi dopo, il 14 aprile 1821, fu nominato il primo parroco, Don Gioacchino Pizzi, religioso dell’ordine dei Caracciolini, il quale nel 1853 fondò anche un ospedale per i poveri.
Un dettaglio curioso: il primo battezzato della nuova parrocchia fu un bambino di nome Pasquale Zazzetta, il 22 aprile 1821.
Successivamente, la chiesa fu affidata ai Padri Filippini, Desiderio e Vincenzo Michettoni. Ma già nel 1837, a fronte dell’aumento demografico, si decise di ampliarla. I lavori furono affidati dapprima all’architetto Gaetano Ferri, poi a Virginio Vespignani e infine a Giuseppe Rossi. La prima pietra del nuovo edificio fu posata il 16 maggio 1847 dal Vescovo Giovanni Carlo Gentili.
Tuttavia, con l’Unità d’Italia e la carenza di fondi, i lavori si interruppero, lasciando la struttura incompleta per quarant’anni. Solo tra il 1898 e il 1899 si procedette con l’abbattimento della vecchia chiesa. La rinascita si deve a Don Francesco Sciocchetti, figura carismatica e innovativa, promotore di iniziative culturali, sociali e professionali, incluso il varo del primo battello a motore ausiliario per migliorare la vita dei pescatori.
Nel 1891 Don Sciocchetti lanciò una raccolta nazionale di elemosine da 10 centesimi per finanziare la ripresa dei lavori. Così, finalmente, la nuova Chiesa della Madonna della Marina fu inaugurata il 4 aprile 1908, arricchita da altari in marmo e legno provenienti da chiese di Ascoli Piceno e Ripatransone. Il pavimento in graniglia a mosaico venne completato nel 1926.
La consacrazione ufficiale avvenne solo l’11 febbraio 1973, ad opera del Vescovo Radicioni. Nel 1973 la chiesa fu elevata a concattedrale, nel 1986 a cattedrale sotto il Vescovo Giuseppe Chiaretti e, infine, nel 2001, a Basilica Minore.
Il quadro della Madonna del Soccorso, oggi custodito sull’altare maggiore, rappresenta il simbolo profondo di questa lunga e appassionante storia di fede e identità marittima.


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