Negli ultimi 21 mesi di guerra a Gaza, secondo le notizie, sono stati uccisi più di 17.000 bambini e 33.000 sono stati feriti. Ogni giorno sono stati uccisi in media 28 bambini, l’equivalente di un’intera classe. Tutti i bambini di Gaza hanno bisogno di assistenza psicologica e di salute mentale. Quasi 6.000 bambini sono risultati gravemente malnutriti a giugno, con un aumento del 180% dei casi di malnutrizione acuta rispetto a febbraio. L’accesso alle cure neonatali critiche è stato ridotto di quasi il 70%. Almeno 12.500 pazienti con ferite gravi, malattie croniche e condizioni mediche complesse necessitano di un’evacuazione medica urgente, tra cui migliaia di bambini. La carenza di carburante sta costringendo i servizi essenziali a chiudere, mettendo a rischio la vita di oltre un milione di bambini. Sono i drammatici dati elencati oggi da Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef, al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. “I bambini non sono attori politici – ha sottolineato Russell -. Non iniziano i conflitti e non hanno il potere di fermarli. Ma soffrono molto e si chiedono perché il mondo li abbia delusi. E non fraintendetemi, noi li abbiamo delusi”.
L’Unicef ribadisce l’appello del Segretario Generale a “garantire che tutti gli aiuti forniti siano smilitarizzati e fondati sui principi di umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza. La sicurezza dei civili deve essere fondamentale”.
A Gaza, ha rimarcato, “gli effetti della violenza perpetrata sui bambini sono stati catastrofici. Il diritto internazionale è chiaro: tutte le parti in conflitto hanno l’obbligo di proteggere i civili e di garantire la consegna sicura e senza ostacoli dell’assistenza umanitaria. Chiediamo a tutte le parti di agire immediatamente per proteggere i bambini”, a Israele “di rivedere urgentemente le sue regole di ingaggio per garantire il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario, in particolare la protezione dei civili, compresi i bambini, e di condurre indagini approfondite e indipendenti sugli incidenti e sulle presunte violazioni per assicurare la responsabilità”. A tutte le parti chiedono “di rispettare i loro obblighi legali per garantire la sopravvivenza e il benessere della popolazione civile, anche attraverso un accesso umanitario sicuro, rapido e senza ostacoli”. Al Consiglio di Sicurezza Onu, conclude Russell, “chiediamo di utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per affrontare le sofferenze umane e porre fine a questa guerra”.

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