SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ieri sera, martedì 15 luglio, presso il Monastero “Santa Speranza”, si è celebrato il trentennale della presenza delle Sorelle Clarisse a San Benedetto del Tronto. Un evento semplice e carico di emozione, dal titolo “30 anni di noi con voi”, che ha visto la partecipazione di parrocchiani, amici e sacerdoti, in un clima di famiglia e di condivisione.
Il Monastero “Santa Speranza”, fondato nel 1995 come distaccamento di quello di Montalto su iniziativa dell’allora vescovo Chiaretti, rappresenta oggi un punto di riferimento spirituale per tutta la città e l’intera diocesi. Le monache, dedite alla vita contemplativa secondo la regola di Santa Chiara d’Assisi, vivono in clausura, immerse nella preghiera, nel lavoro manuale e nell’ascolto della Parola di Dio. Allo stesso tempo, aprono le loro porte a chi cerca silenzio, conforto o un momento di spiritualità, offrendo ascolto e accoglienza.
Nel 2008, la comunità ha assistito al completamento dei lavori di ristrutturazione del convento di via Valle d’Oro, nella zona di Ponterotto, inaugurato con una solenne celebrazione presieduta dal vescovo Gestori e concelebrata dai parroci della città.
Durante la serata commemorativa, Suor Sara ha spiegato il significato dell’incontro:
“È stata una serata in famiglia, bella, come una grande famiglia. L’idea è nata in occasione dei 50 anni della fondazione della Parrocchia Madonna del Suffragio e dei 30 anni della nostra comunità. L’anniversario ricorre l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, ma essendo già una data molto impegnativa per la città, faremo una piccola festa quel giorno e una celebrazione ufficiale a gennaio, insieme al Vescovo Palmieri. Don Gianni ci ha proposto di festeggiare insieme alla parrocchia, e così questa sera ci siamo lasciati guidare da ricordi, fotografie e testimonianze. Speriamo di ritrovarci tra altri 30 anni per festeggiare i 60”.
La serata è stata animata anche dagli interventi di Suor Patrizia, che ha ricordato con affetto e ironia i primi tempi della comunità:
“Quando siamo arrivate, la casa era poco accogliente. Una parte della vigna era curata anche da Don Paolo Civardi della parrocchia della Marina, mentre al piano superiore c’era una sorta di magazzino. Ad accompagnarci c’era Padre Giancarlo Corsini, custode di Sant’Antonio. Ricordo Don Pio che diceva: ‘Da qui uscivano solo i pesci… come fate a starci?’, tanto era umida la sala!”
Momenti toccanti sono stati dedicati al ricordo dell’inaugurazione avvenuta l’8 dicembre 1995 e dell’ingresso poi della prima comunità delle Sorelle Clarisse nel Monastero, avvenuto il 7 gennaio 1996, festa del Battesimo del Signore, con la benedizione del vescovo Chiaretti prima della sua partenza per Perugia.
Tra i simboli più significativi della comunità, Suor Patrizia ha ricordato la campana, donata da Mons. Chiaretti per i suoi 40 anni di sacerdozio, e la Madonnina, posta all’ingresso del monastero per volontà di Padre Giancarlo. Un momento particolarmente caro è stato quello della posa della prima pietra del nuovo monastero, avvenuta l’11 agosto 2007:
“La pietra veniva direttamente da Assisi, dalla tomba di San Francesco, grazie all’impegno di Padre Giancarlo. Partimmo in processione dalla Parrocchia Madonna del Suffragio. Un momento davvero indimenticabile.”
La serata si è conclusa tra sorrisi, aneddoti e gratitudine, nel segno di una comunità che, pur nella clausura, continua a vivere in profonda sintonia con la Chiesa locale.
“Non viviamo isolate” ha concluso Suor Patrizia, “ma siamo parte della famiglia della Parrocchia Madonna del Suffragio e della Parrocchia Sant’Antonio. Camminiamo insieme.”
Un anniversario che ha il sapore della fede vissuta con semplicità e dedizione, un cammino fatto di volti, storie e spirito fraterno. Come nelle migliori famiglie, la memoria diventa occasione per ringraziare e guardare con speranza al futuro.
La serata si è conclusa con la lettera scritta da Maurizio Angelini
Proprio nel giorno dell’Immacolata
una grande gioia ci è stata donata
Umili, semplici, un po’ spaventate
nella nostra parrocchia sono arrivate
Nel quartiere le voci non avevano scuse
dicevano “…sono arrivate le monache, quelle chiuse…”
Da una umile casa di campagna
la loro presenza da sempre ci accompagna
Quanti discorsi, quante preghiere
sempre attente, in ascolto, è il loro mestiere
A tanti bambini, come se fosse un rito
le loro prime comunioni hanno vestito
Tante, tante cose ci sarebbe da raccontare
staremo mesi e mesi qui a parlare
Preghiera, ascolto, amore hanno donato
da quassù il quartiere è stato inondato
Dirvi a tutte “GRAZIE” non è abbastanza
abbiamo ricevuto tanta, tanta speranza
Grazie Signore della loro presenza
facciamo tesoro della loro importanza
E se da lontano si ode il suono delle campanelle
sono loro, le nostre umili e amate sorelle


















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