“Ondate di disinformazione hanno colpito l’Europa durante la pandemia di coronavirus, provenienti tanto dall’interno quanto dall’esterno dell’Ue. Per lottare contro la disinformazione dobbiamo mobilitare tutti i soggetti interessati, dalle piattaforme digitali alle autorità pubbliche, e sostenere i verificatori di fatti e i media indipendenti”. Lo afferma Vera Jourová, vicepresidente della Commissione, illustrando, assieme all’Alto rappresentante Josep Borrell, le iniziative per contrastare le fake news attorno al delicato tema della salute e della lotta al Covid-19. “Pur avendo intrapreso iniziative positive durante la pandemia, le piattaforme digitali devono intensificare i loro sforzi. Le nostre azioni – aggiunge – hanno radici profonde nei diritti fondamentali, in particolare la libertà di espressione e di informazione”. Nella “comunicazione” presentata oggi a Bruxelles, si specifica che occorre anzitutto “distinguere tra contenuti illegali e contenuti dannosi ma non illegali”; occorre poi considerare “la labilità dei confini tra le varie forme di contenuti falsi o ingannevoli: dalla disinformazione, che è per definizione intenzionale, alla cattiva informazione, che può essere involontaria”. La motivazione può variare, da “operazioni di influenza mirate condotte da soggetti stranieri a ragioni puramente economiche”. Ciascuna di tali sfide “richiede una risposta calibrata. È inoltre necessario mettere a disposizione una maggiore quantità di dati per il controllo pubblico e migliorare le capacità analitiche”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *