Papa EuropaDi Gianni Borsa
C’è più di un elemento di riflessione che s’impone all’indomani di due incontri registrati nei giorni scorsi tra autorevoli esponenti della Chiesa cattolica e dell’Unione europea. Giovedì 10 ottobre, a Bruxelles, il card. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco-Frisinga e presidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), ha fatto visita al presidente della Commissione, José Manuel Barroso. Il giorno successivo, venerdì 11 ottobre, Martin Schulz, presidente dell’Europarlamento, si è recato a Roma per essere ricevuto in udienza privata da Papa Francesco.
Difficile ritenere una “casualità” questo doppio e ravvicinato appuntamento che, pur coinvolgendo persone con incarichi differenti nei rispettivi ambiti, politico e religioso, lascia scorgere una esplicita volontà di ascolto, di disponibilità, di collaborazione. Del resto dai colloqui riservati, e cordiali (come è trapelato sia a Bruxelles che in Vaticano), si intuiscono reciproci riconoscimenti e stima per l’azione svolta: in un caso per la costruzione democratica della “casa comune” dei popoli e degli Stati europei; nell’altro per la presenza storica, radicata e diffusa, nella società europea, attraverso i “linguaggi” della fede cristiana, ossia la liturgia, la pastorale, il servizio caritativo, l’animazione educativa e culturale.
Al di là del dialogo “aperto, trasparente e regolare” con le comunità religiose al quale i Trattati comunitari impegnano le istituzioni dell’Ue, qui sembra di ravvisare, in un frangente che a tutti appare delicato e problematico, una rafforzata volontà di collaborazione tra Europa e Chiesa cattolica, finalizzata al bene comune, senza per questo confondere i rispettivi ruoli: a ben vedere è una modalità, ragionevole e moderna, di interpretare il senso della “laicità”. Sia Bruxelles che Roma, prese a simbolo di una politica e di una fede religiosa inserite in questo tempo complesso, hanno ben chiare le sfide che il Terzo millennio sta portando all’umanità, tra globalizzazione dei processi politici, economici e culturali e secolarizzazione dei comportamenti individuali e sociali. Il mondo sta cambiando, forse più in fretta di quanto ci si potesse immaginare anche solo qualche anno fa: così chi detiene alte responsabilità s’interroga sul futuro e cerca “sponde credibili” cui appoggiarsi.
Al termine dei rendez-vous tra il Santo Padre e Schulz e tra il card. Marx e Barroso, si sono peraltro intuite, dietro i toni dell’ufficialità, varie preoccupazioni comuni: la crisi economica che non molla la presa, la mancanza di lavoro, la precarietà della vita di troppe famiglie, l’incerto futuro dei giovani, le innumerevoli situazioni di marginalità e di esclusione, la negazione di tanti diritti (dei minori, degli anziani, degli ammalati, delle donne, delle minoranze; la libertà di espressione e quella di religione), il sottosviluppo in vaste aree del pianeta che spesso genera flussi migratori di massa, i rischi per la pace e per l’ambiente umano e naturale…
Dalle parole di Schulz, pronunciate ancora sulla porta dei palazzi vaticani, e sostanzialmente confermate dal portavoce del Pontefice, padre Lombardi, lo si è inteso chiaramente: “Se guardiamo alla protezione dei rifugiati nel Mediterraneo, alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale o al miglioramento delle prospettive dei giovani, sia all’interno che all’esterno dell’Unione europea, questi sono temi su cui condividiamo opinioni simili e su cui possiamo unire le forze”. Anche il card. Marx, dopo aver visto Barroso, ha riferito di un confronto fitto soprattutto sul problema delle migrazioni, per concludere: “L’Ue non è un’entità internazionale astratta. È un’unione di popoli, di donne e uomini che credono in una serie di principi, primo tra tutti, la dignità umana”.
L’incontro Chiesa-Ue si colloca proprio sul piano della tutela e promozione della dignità umana, di ogni donna e di ogni uomo, sia esso europeo o con passaporto extraUe. La vita di ogni persona vale più di qualsiasi altro bene: Ue e Chiesa hanno inscritta – magari con parole differenti – questa verità nel proprio Dna e sono chiamate, ogni giorno, a renderle ragione nel vissuto, nella concretezza. Il tracciato è, per entrambi, in salita e irto di ostacoli, ma è l’unico possibile.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *