DIOCESI – L’emergenza del coronavirus sta avendo una serie di ripercussioni in ogni ambito, non escluso quello religioso. Come si ricorderà, per alcuni giorni (fino al 29 febbraio) per disposizione dei Vescovi delle Marche non sono state celebrate a scopo precauzionale le Sante Messe con i fedeli laici. Questo resta ancora valido nel nord Italia e anche nel nord delle Marche, dove è concentrato il maggior numero di casi.

Nella nostra diocesi le funzioni sono riprese con regolarità domenica primo marzo. Anche in questo caso per ragioni di prudenza i Vescovi delle Marche hanno dato alcune indicazioni da seguire durante le celebrazioni: le acquasantiere devono rimanere vuote, è da omettere lo scambio della pace e, infine, i fedeli sono invitati a ricevere la Santa Eucaristia esclusivamente sulle mani. Si tratta di misure di emergenza dettate da assoluto buon senso le quali cesseranno una volta che – si spera il prima possibile – la situazione tornerà normale.

Un lettore ci scrive: “Fin da quando sono bambino ho sempre ricevuto la comunione in bocca. Perché così mi è stato insegnato al catechismo e mi è sempre rimasto. Ho letto delle disposizioni dei Vescovi e informandomi su internet ho visto la probabile possibilità di ricevere la comunione su un panno di lino che poi potrei purificare a casa. È una soluzione che posso adottare per ricevere la Santa Eucarestia?

Il teologo Nicola Rosetti risponde: “La modalità da lei suggerita per ricevere l’Eucaristia non è prevista da nessuna norma della Chiesa.
Bisogna considerare che l’atto di purificare che lei suggerisce viene compiuto dal sacerdote O dal diacono sull’altare dopo che i fedeli si sono comunicati e in nessun modo può essere fatto da fedeli laici (tranne che sia un accolito istituito dal Vescovo e che svolge il suo servizio presso l’altare). Infine, non si può trascurare il fatto che dei malintenzionati potrebbero usare il fazzoletto per portare via dai luoghi di culto le sacre speci al fine di compiere delle profanazioni.
Mi sembra necessario sottolineare che l’amore verso la Santa Eucaristia non deve mai portare a posizioni che minino la comunione della Chiesa (sarebbe veramente paradossale) o che si trasformino in atteggiamenti da farisei, esplicitamente contrari all’insegnamento di Gesù.
Il Signore infatti ci invita ad allontanarci da certi legalismi (anche liturgici) e a comprendere di volta in volta e nelle concrete circostanze esistenziali il significato delle cose. E con ciò torniamo a quanto detto in apertura: se i nostri Vescovi hanno adottato queste misure è proprio in ragione del loro essere pastori e responsabili del bene delle persone a loro affidate. Come apprendiamo dai dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, i decessi dovuti al coronavirus si registrano soprattutto nella fascia di età che comprende persone anziane.
Sappiamo che le nostre comunità sono in larga parte frequentate da persone di una certa età e se non si osservano queste minime norme di igiene potrebbero essere proprio loro, in quanto più vulnerabili, ad essere colpiti. Non possiamo esporre gli anziani o le persone che hanno problemi di salute a un rischio così incombente: i nostri Vescovi lo hanno ben compreso e si spera pertanto che tutti i fedeli si muovano nella stessa direzione”.

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3 commenti

  • Valeria Giuliani
    12/06/2020 alle 07:57

    Caro teologo, forse le è sfuggito che ricevere l'Eucarestia in un lino è nella storia della Chiesa e lo può trovare al Concilio di Calcedonia alla pagina 294 della Storia Universale

  • Carlo Cattaneo
    10/08/2020 alle 07:37

    Cara signora, la prassi alla quale Lei fa riferimento era un po’ diversa. Il presbitero metteva a disposizione un unico Lino e tutti si comunicavano. Il lino poi veniva purificato dal presbitero. Un servizio “fai da te” non è mai stato previsto.

  • Daniel
    26/10/2020 alle 09:29

    Quindi chi purifica la mano del fedele, dato che quelle del sacerdote vengono purificate ritualmente prima della consacrazione? I vescovi non possono obbligare a toccare il Corpo di Cristo da persone che non possiedo il Sacro Ordine. La purificazione degli oggetti liturgici oltre che sottolineare l’amore e l’attenzione verso l’ eucaristia indica la necessità di dissolvere in maniera corretta la particelle del Santissimo Sacramento perse durante le fasi di consacrazione e distribuzione. Al ricevere la comunione sulla mano dette particelle vengono abbandonate al loro destino sulle mani dei fedeli. La situazione emergenziale giustifica solo in parte questa forma di comunicarsi (che si ricorda essere prassi indultata qualche decennio fa e mai entrata di fatto nei libri liturgici). La salute dei fedeli non viene messa in pericolo se la comunione fosse amministrata scrupolosamente sulla lingua oppure lasciando l’opportunità di comunicarsi in questa forma solo alle ultime persone della fila, come di fatto avviene nelle diocesi spagnole. Saluti

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