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Natale ad Ascoli Piceno, mons. Palmieri: “Dio si è fatto uomo per scendere negli abissi dell’essere umano e guardarlo negli occhi”

ASCOLI PICENO – Si è tenuta la mattina di Giovedì 25 Dicembre 2025, alle ore 11:00, presso la cattedrale Santa Maria Madre di Dio e Sant’Emidio, la Santa Messa di Natale. A celebrarla è stato il nostro vescovo, Gianpiero Palmieri.

La Messa è cominciata alla presenza di molti fedeli, che hanno riempito la cattedrale per questa speciale ricorrenza. Menzione d’onore va riservata al coro, che è stato capace di far immergere ancora di più i fedeli in un clima di festa e  familiarità.

“Gli uomini sono di Dio e nessuno può mettersi a contarli, nemmeno l’imperatore”

“È una gioia celebrare insieme a vuoi questa Eucarestia e ci fa bene farlo. Noi abbiamo tutti la percezione che è come se fosse venuto meno quel sogno che una volta era detto sogno di globalizzazione – ha affermato il vescovo Gianpiero durante l’omelia -, cioè quella consapevolezza che, in qualsiasi angolo di mondo fossi nato, ti saresti potuto sentire parte di un unico villaggio, dove tutto era interconnesso dal punto di vista sociale, economico e finanziario; addirittura, si era connessi dal punto di vista della produzione, della ricerca e della pace”.

“Soffermandoci su quest’ultimo punto – ha proseguito mons. Palmieri -, pensiamo al disarmo: esso era pensato in un’ottica multilaterale, ovvero che tutti i Paesi avrebbero dovuto impegnarsi a non produrre più niente che riguardasse la guerra. Era un sogno meraviglioso, era il sogno che potesse esserci un mondo di unità nella pluralità di tante differenze.

Invece stiamo sperimentando che forse c’è una parte dell’uomo che è sempre uguale, una parte malata, ovvero l’uomo malato di potere che tenta di prendersi pezzi del mondo affermando che sono propri e deve essere lui stesso a dominarli. Ma questa idea è presente anche nelle letture che abbiamo letto oggi e ieri notte: si pensi all’imperatore romano che vuole fare il censimento, che per noi è cosa normale da fare; tuttavia, nella Bibbia, c’è una condanna verso il censimento. Gli uomini sono di Dio e nessuno può mettersi a contarli, nemmeno l’imperatore. Il censimento che decreta il diritto di tassare gli uomini, il censimento per poter decidere che le risorse della terra e dei popoli sono mie, è la tentazione più terribile che crea sempre più disumanizzazione”.

“Affidarsi agli algoritmi per vedere se la guerra sia vantaggiosa? Terribile atto di deresponsabilizzazione”

Ha poi continuato il nostro vescovo: “La mia speranza è che voi leggiate il messaggio del 1° Gennaio, un messaggio breve ma concreto, ovvero la denuncia verso l’uso dell’intelligenza artificiale per decidere se far guerra o no, affidarsi a degli algoritmi per vedere se è vantaggioso, o meno, fare la guerra. Questo è un terribile atto di deresponsabilizzazione: tutto questo si mette dentro il nostro cuore, lasciandoci un senso di sfiducia e di malessere.

Queste sensazioni a me capita molto spesso di sentirle, soprattutto nei discorsi che si fanno, e per questo dico che abbiamo bisogno del Natale, perché Dio non ha paura di questa tentazione del potere: Dio non può assistere alla rovina del mondo, ma ha deciso di agire senza privare l’uomo della sua libertà, senza deresponsabilizzarlo, senza dire all’uomo “adesso ci penso io, tu non hai più potere”.

Dio ha affidato all’uomo il mondo e gli ha chiesto di gestirlo ed il Vangelo ce lo dimostra: Dio si doveva mostrare in tutta la sua potenza, in tutta la sua luce che serve per rinnovare il mondo; fare questo significa rinnovare il luogo illuminandolo con questa misteriosa luce, che è la prima delle creazioni di Dio: Egli crea la luce che è chiara, misteriosa ed eterna.

Dio vuole convertire il mondo alla maniera umana e tipico dell’uomo è il volto, lo sguardo, la parola; per questo Dio cambia il mondo con l’uomo, cambia il mondo creando una situazione di rottura, ovvero l’uomo o, meglio, Dio che si fa uomo, affinché qui si possa diffondere la luce di Dio”.

“Un Dio che si fa uomo per scendere nell’abisso dell’essere umano e guardarlo negli occhi”

Ha infine concluso mons. Palmieri: “Tante volte Dio parla agli uomini, lo fa attraverso i profeti, attraverso gli angeli oppure, in alcuni casi, attraverso forma umana, ma questo non basta; così il suo farsi uomo lo porta a nascere a Betlemme da una famiglia di Nazareth, in uno spazio povero, adatto agli animali ed intorno c’è una piccola comunità di pastori che, socialmente, erano considerati pochissimo. Per non parlare del fatto che poi muore, quest’uomo, in mezzo a due delinquenti. Quest’uomo è dovuto scendere nell’abisso dell’essere umano per guardarlo negli occhi e per dirgli “fratello mio, metti da parte la tua fame di potere, impara a considerare gli uomini tuoi fratelli”.