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Imprese e assunzioni in lieve aumento nel Piceno: “In un quadro complesso, fattori che fanno ben sperare”

Il 2025 si avvia alla conclusione lasciando in eredità un quadro economico complesso, segnato da incertezze internazionali, aumento dei costi, rallentamento della domanda e profonde trasformazioni produttive. Nonostante ciò, nel Piceno emergono segnali timidamente positivi, soprattutto sul fronte della demografia d’impresa. È quanto evidenziato dalla CNA di Ascoli Piceno nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno, tenutasi lunedì 22 dicembre, alla presenza della presidente Arianna Trillini, del direttore Francesco Balloni, dei vicepresidenti Antonio Scipioni e Barbara Tomassini e dell’assessore comunale Nico Stallone.

Imprese: crescita lieve ma superiore alla media regionale

Dopo diversi anni di flessione, la provincia di Ascoli Piceno chiude il 2025 con un saldo positivo: tra aprile e ottobre le imprese attive sono aumentate dello 0,7%, un dato migliore rispetto alla media regionale (+0,4%). Secondo le elaborazioni del Centro Studi CNA Marche su dati della Camera di Commercio, a ottobre le imprese attive erano 18.795, 123 in più rispetto alla primavera.

La crescita interessa in particolare le costruzioni e gran parte del terziario, con buone performance nei servizi di alloggio e ristorazione, nelle attività professionali, sanitarie, finanziarie e nei servizi alle imprese. In sofferenza restano invece commercio, trasporti, manifatturiero e comparti legati all’informatica e alle attività artistiche.

Nel confronto tra i primi dieci mesi del 2024 e del 2025, il Piceno registra una crescita dello 0,2%, in controtendenza rispetto al calo regionale (-0,3%), grazie soprattutto al contributo del terziario.

Demografia e invecchiamento: un nodo strutturale

Accanto ai segnali di tenuta economica, resta forte la preoccupazione per il calo demografico. Dal 2010 al 2024 la popolazione provinciale è diminuita del 6,38%, con un’età media salita a 48,2 anni. Gli indicatori demografici mostrano un territorio che invecchia più rapidamente della media regionale: nel Piceno si contano oltre 243 anziani ogni 100 giovani e un indice di ricambio della popolazione attiva pari a 165,8, segnale di un marcato squilibrio generazionale.

Un fenomeno che incide direttamente sul tessuto produttivo, rendendo sempre più urgente il tema del ricambio generazionale e della creazione di nuova impresa.

Lavoro: assunzioni in lieve aumento, ma resta il mismatch

Sul fronte occupazionale, secondo il sistema Excelsior, nel trimestre dicembre 2025–febbraio 2026 sono previste circa 4.000 assunzioni nel Piceno, in lieve crescita rispetto all’anno precedente e in controtendenza rispetto al dato regionale, che registra invece un calo significativo.

Le assunzioni riguarderanno soprattutto il settore dei servizi e le imprese sotto i 50 dipendenti. Tuttavia, oltre la metà delle imprese segnala difficoltà nel reperire le figure professionali richieste, a conferma di un persistente mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

Export in forte frenata

Più critico il quadro dell’export: nei primi tre trimestri del 2025 le esportazioni provinciali sono diminuite del 22,2%, contro il -3,9% delle Marche. A pesare è soprattutto il calo del farmaceutico, ma risultano in flessione anche moda, chimica, metalli ed elettrodomestici. Tengono, invece, alimentare e comparto elettronico.

Povertà e fragilità sociali

Le difficoltà economiche si riflettono anche sul piano sociale. I dati Caritas parlano di una crescita della povertà strutturale: nel Piceno, nel 2024, oltre 3.400 persone hanno usufruito dei servizi Caritas, con un aumento significativo dei “working poor”, persone che lavorano ma non riescono a far fronte al costo della vita.

Lo sguardo al 2026: investimenti, giovani e aree interne

Guardando al 2026, la CNA invita a non cedere a letture esclusivamente pessimistiche. Al centro dell’agenda restano la lotta allo spopolamento, il rilancio delle aree interne e la ricostruzione post-sisma. In quest’ottica nasce il nuovo direttivo CNA Area Montana, pensato per monitorare le dinamiche dell’entroterra e valorizzarne le competenze artigiane.

Positivo il giudizio sull’attivazione della Zes anche nelle Marche e sulle modifiche alla Transizione 5.0, mentre restano forti le critiche per il taglio alle risorse destinate alle Comunità energetiche rinnovabili.

Le voci

«Dopo circa dieci anni il saldo tra iscrizioni e cessazioni torna positivo: è un segnale che nel Piceno non si è persa la voglia di fare impresa», sottolinea il direttore Francesco Balloni, parlando di “moderato ottimismo” per il 2026.

Per l’assessore Nico Stallone, «l’artigianato è una leva strategica di sviluppo», mentre Barbara Tomassini richiama l’attenzione sul calo del settore artistico e sull’importanza di applicare la legge sull’arte negli edifici pubblici. Antonio Scipioni insiste sulla necessità di strumenti straordinari per i borghi montani, come una Zona Franca Urbana.

Chiude la presidente Arianna Trillini: «Le Marche devono tornare a parlare con una sola voce. Serve superare i campanilismi e investire in infrastrutture per rendere il territorio più attrattivo per imprese e giovani».