
MARTINSICURO – Dopo la recente premiazione conferita dall’Amministrazione comunale di Martinsicuro, abbiamo incontrato Milena Lucente, giovanissima scrittrice di 14 anni che negli ultimi mesi si è distinta in diversi concorsi letterari nazionali grazie ai suoi racconti e al romanzo breve “Il mare oltre l’orizzonte”, in uscita nei primi mesi del 2026. Con sorprendente maturità, Milena racconta il suo rapporto con la scrittura, le sue passioni e i sogni che già oggi cominciano a prendere forma.
Milena, che studi sta seguendo in questo momento e come riesce a conciliare scuola e scrittura?
Sto frequentando il primo anno di liceo classico europeo e la conciliazione è, lo ammetto, una sfida quotidiana, ma appagante. Vedo lo studio come la struttura che organizza la mia mente e la scrittura come il flusso creativo che ne alleggerisce il peso. Non la considero un’attività da “incastrare”, ma un necessario cambio di passo: dopo i banchi e i libri, la pagina bianca è il mio rifugio. L’ordine richiesto dalla scuola, paradossalmente, mi aiuta a rendere più incisiva e disciplinata la mia espressione narrativa.
Com’è nata la sua passione per la lettura e quando ha compreso che la scrittura avrebbe avuto un ruolo così importante nella sua vita?
La mia passione affonda le radici nella primissima infanzia, grazie a mia madre, alla quale devo tutto. Fu lei, quando avevo appena sette anni, a incoraggiarmi a sfogliare classici per bambini come “Piccole Donne”, aprendo una porta su mondi infiniti. La svolta decisiva è arrivata quando mi ha suggerito di leggere Agatha Christie: romanzi come “Assassinio sull’Orient Express” mi hanno catturata completamente. Da lì ho divorato l’intera opera della Christie, mi sono immersa nei viaggi di Jules Verne, ho affrontato i grandi russi come Dostoevskij “Memorie dal sottosuolo” è il mio preferito, e poi la letteratura americana e francese: da “Il Grande Gatsby” a Zola e Dumas. Non dimenticherò mai l’estate in cui lessi 45 volumi di mitologia greca: avevo solo 11 anni. La scrittura è emersa come conseguenza naturale di questa immersione continua nelle storie: il bisogno di trasformare tutto quel sapere in una mia voce originale. È diventata la mia necessità espressiva più profonda.
Quanto è stato significativo l’incoraggiamento della docente che ha riconosciuto il suo talento narrativo?
È stato fondamentale. Avere una docente che non solo leggeva, ma vedeva davvero il potenziale nella mia scrittura è stato un punto di svolta. Il suo riconoscimento non è stato un semplice complimento, ma una conferma autorevole che la mia voce meritava di essere ascoltata e coltivata. Mi ha dato la fiducia per superare le mie timidezze e trattare la scrittura con la serietà di un vero impegno.
Il racconto “Là dove il vento ricorda” le ha regalato diversi riconoscimenti: che valore ha per lei questo testo?
È un racconto che porto nel cuore perché ha segnato la mia prima vera apertura al mondo letterario. Non è solo una storia, ma il simbolo di una promessa mantenuta con me stessa. I riconoscimenti ricevuti non sono la parte più importante: il valore profondo sta nell’aver visto che l’emozione e la cura per le parole possono raggiungere davvero il lettore. Questo testo mi ricorda la forza dell’autenticità e la gioia di vedere la mia voce risuonare per la prima volta oltre la mia stanza.
Il suo romanzo breve “Il mare oltre l’orizzonte” uscirà nei primi mesi del 2026: quale emozione ha provato nel ricevere la notizia e cosa può anticipare ai lettori?
L’emozione è stata travolgente, un misto di gioia incredibile e di un pizzico di trepidazione. Vedere “Il mare oltre l’orizzonte” trasformarsi in un libro vero è la realizzazione di un sogno. Posso anticipare che il romanzo esplora il coraggio giovanile e il desiderio di andare oltre ciò che è noto. Parla di animali, di scelte difficili e della capacità della vita di spingerci a guardare oltre l’apparenza, verso quel “mare” che rappresenta il nostro futuro: incerto, ma pieno di promesse.
Come ha vissuto la premiazione del Comune di Martinsicuro e quale significato attribuisce a questo riconoscimento?
È stata un’emozione unica. Sentirmi riconosciuta dalla mia comunità ha un valore speciale e toccante. Non è solo un premio letterario: è un sostegno concreto che mi fa sentire parte viva del luogo in cui vivo. Significa che l’Amministrazione crede nella mia arte e nell’importanza delle nuove generazioni nella promozione della cultura. È un onore che mi responsabilizza e allo stesso tempo mi riempie di calore.
Guardando al futuro, quali sono i suoi desideri e le sue ambizioni? Immagina la scrittura come parte del suo percorso anche da adulta?
Il mio desiderio è continuare a crescere come persona e come autrice, senza perdere la freschezza e la curiosità di questa età. Ambisco a sviluppare un linguaggio narrativo sempre più profondo. Assolutamente sì: immagino la scrittura come la spina dorsale della mia vita adulta, qualunque professione sceglierò. Non è un hobby, ma la mia vocazione più autentica.
Che libro tiene sul comodino in questo momento?
Sul mio comodino c’è “Il Conte di Montecristo” di Alexandre Dumas. Lo adoro per la sua trama di vendetta e giustizia, e per la sua esplorazione del tempo e della libertà. Mi affascina la capacità di Dumas di creare una visione epica del destino umano: insegna che una grande storia richiede pazienza e attenzione ai dettagli.