“Il modello rituale con il quale celebriamo oggi è in gran parte figlio di epoche passate. Per provare a rimediare occorre una riconversione comunitaria: la liturgia diventi esperienza desiderabile, attrattiva, che non si impone con la forza dell’obbligo, ma che parla con il linguaggio della vita”. Sono le parole di Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana e già coordinatrice dell’Osservatorio giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, intervenuta al Convegno educatori Ac a Riccione. Con lei, ha riflettuto sui temi della spiritualità nella scelta educativa suor Elena Massimi, docente di Liturgia. “La liturgia di oggi, secondo i giovani – ha detto Bignardi – presenta alcune piaghe, dalla noia alla ripetitività, all’utilizzo di linguaggi incomprensibili, e potrebbe essere riconsiderata se fosse un’esperienza coinvolgente, comunitaria, di relazioni vere e non formali, di legame con la vita”. L’incontro era ospitato al Palazzo del Turismo, dove si è svolto anche l’evento sulla scelta educativa “inclusiva”, che ha analizzato dati e modalità per “favorire la partecipazione delle persone con disabilità e delle persone con bisogni educativi speciali”.
Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Cei, ha dialogato con Luigi Russo, dirigente psicologo. “Credo che la sfida oggi per l’educatore – ha osservato suor Donatello – sia rappresentare un ‘ponte invisibile’ tra persone e comunità civile ed ecclesiale, e con famiglia, scuola, alleanze educative, accompagnando le fasi della vita e non perdendo nessuno”. Tre le sfide della comunità cristiana e dell’educatore Ac, individuate dalla religiosa: “Innanzitutto, essere un grembo, dove siamo chiamati ad apprendere abilità e a conoscerci per i nostri limiti, che fanno parte dell’uomo. In secondo luogo, mettere in pratica nuovi linguaggi di tutti i sensi, e non solo il testo. Infine, essere Chiesa come casa e madre, che nutre la vocazione cristiana”. Quali nuovi strumenti per una educazione inclusiva? “L’intelligenza artificiale è di aiuto – ha concluso suor Donatello – nella traduzione e nella fruizione di testi anche alle persone con disabilità. Occorre imparare a lavorare sulla parte visiva, le immagini e la plurisensorialità, adattando i vari strumenti: ne beneficeremo tutti”.