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La Caritas di San Benedetto invita a due gesti concreti di carità: per le Filippine e per i più poveri delle nostre città

DIOCESI “Chiedo alle comunità educative: disarmate le parole, alzate lo sguardo, custodite il cuore. […] Alzate lo sguardo. Come Dio disse ad Abramo, «Guarda il cielo e conta le stelle» (Gen. 15,5): sappiate domandarvi dove state andando e perché. […] Non sprecate il tempo e le opportunità: «citando un’espressione agostiniana: il nostro presente è un’intuizione, un tempo che viviamo e del quale dobbiamo approfittare prima che ci sfugga dalle mani» [24]” (Leone XIV Disegnare mappe di speranza n. 11.2).

Il Tempo di Avvento chiede ancora una volta di esercitare il nostro sguardo per scorgere la presenza di Dio. Come sempre il Signore si avvicina attraverso volti, incontri, gesti concreti. In ogni persona che avviciniamo, anche chi è segnato particolarmente dalla croce, c’è una bellezza che chiede di essere scambiata. È vero, a volte c’è uno splendore evidente, altre volte quasi invisibile, ma ogni relazione autentica apre il cuore alla speranza.

Tutto questo non è scontato, per cui occorre un’attenzione da parte della Chiesa, e non solo, alla dimensione educativa. È necessario imparare a guardare la realtà con gli occhi di Gesù, aprire possibilità nuove per tutti e assicurare una formazione integrale, specie alle nuove generazioni.

Ogni Caritas parrocchiale può pensare iniziative perché nella propria comunità la bellezza di ciascuno sia riconosciuta, custodita e raccontata. Quanto è importante, immersi come siamo in una società che vede solo brutture, evidenziare parole e gesti semplici, ma capaci di cambiare la giornata a chi li riceve e a chi li offre. Basterebbe aprire una porta, ascoltare con pazienza, dare un abbraccio, mettere a disposizione degli altri i propri talenti.

Un’occasione ci viene offerta dalla “domenica della Carità”, che cade nella terza di Avvento. Quest’anno si è pensato, con il vescovo Gianpiero, di allargare i confini e di vivere un segno di comunione e di condivisione con le Suore Teresiane che operano a Cebù nelle Filippine. Il passaggio del tifone Kalmaegi, lo scorso 1° ottobre 2025, ha distrutto case e strutture, causando la morte di quasi 200 persone, mentre oltre 130 sono risultate disperse. È uno scambio di doni: le suore di Ripatransone continuano la loro storia grazie alla presenza di sorelle che vengono da quella terra e la nostra Chiesa esprime la propria gratitudine con un gesto di solidarietà. Per questo motivo, quanto raccolto nella colletta delle Messe di domenica 14 dicembre 2025 sarà devoluto per metà alla Caritas parrocchiale e per metà alla Caritas diocesana, che provvederà a consegnare la somma per le necessità di quella popolazione.

Nell’ambito della “Porta della Speranza” sulla povertà educativa si è pensato, a livello diocesano, a una serata per i giovani e gli educatori venerdì 12 dicembre 2025. Quanto prima sarà comunicato il programma.

Infine, per tutti i volontari, in particolare per quanti operano nelle Caritas parrocchiali e in quella diocesana, si terrà il ritiro di Avvento nella mattinata di domenica 14 dicembre 2025 presso la Parrocchia di S. Filippo Neri. Alle 9:15 in Chiesa la celebrazione Eucaristica, presieduta dal vescovo Gianpiero, e di seguito nel teatro un momento di riflessione e confronto sulla Dilexi te.

Sarebbe bello, per quanto riguarda la povertà educativa, considerare tra le buone prassi la possibilità di istituire in ogni comunità, o implementare dove già sono avviati, i “Laboratori didattici solidali” per accompagnare gratuitamente, con l’aiuto di insegnanti e studenti, i ragazzi e i giovani con difficoltà a livello scolastico.

Infine, in occasione dello “scambio di doni”, che caratterizza il Natale, presso l’orto sociale della Caritas diocesana si potranno ordinare “cassette di verdura”. Un regalo originale, ma anche un modo per sostenere questo progetto a favore di persone in difficoltà.

Il prossimo Natale ci veda davvero intenti a vivere scambi di bellezza con tutti, specie con chi è messo da parte, scartato o lasciato al freddo in queste notti sempre più fredde.