Foto di Giovanna Franchi
ARQUATA DEL TRONTO – Grande gioia ad Arquata del Tronto per l’ingresso di don Marian Claudiu Bojor, avvenuto Domenica 30 Novembre 2025, alle ore 11:00, presso la palestra della Scuola “Lo Specchio dei tempi” in località Borgo, donata dalla “Fondazione La Stampa”, della famiglia Agnelli, che subito dopo il terribile sisma del 2016 volle compiere questo gesto di generosità per la popolazione arquatana.
Don Marian, che in passato aveva già servito le parrocchie arquatane come collaboratore di don Nazzareno Gaspari, è diventato il nuovo parroco di tutte le comunità della cittadina marchigiana: San Salvatore in Borgo, Santa Maria delle Grazie in Trisungo, Sant’Agata in Spelonga, Santa Maria in Pretare e Santa Croce in Pescara del Tronto.
L’accoglienza
A dare il benvenuto al nuovo parroco, accompagnato dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri, sono stati il primo cittadino Michele Franchi e una numerosa rappresentanza della comunità arquatana. Presenti inoltre anche fedeli di Ripaberarda, dove fino a Sabato scorso don Marian ha svolto il ruolo di amministratore parrocchiale, precisamente presso la Chiesa di Sant’Egidio Abate.
I gesti liturgici
Dopo la lettura del Decreto di Nomina da parte di mons. Palmieri, don Marian ha compiuto due gesti liturgici molto significativi che esprimono il suo Ministero in mezzo alla comunità ecclesiale. Prima l’aspersione dell’altare e di tutti i fedeli con l’acqua benedetta del Fonte Battesimale, in quanto il suo compito sarà riattualizzare continuamente nei parrocchiani il dono grande che hanno ricevuto il giorno in cui sono stati battezzati. Poi la venerazione dell’altare con il bacio e l’incensazione dell’altare e dell’assemblea, in quanto la missione del nuovo parroco sarà quella di ricordare che l’unico fondamento della comunità cristiana è Gesù, di cui nella Liturgia l’altare è il simbolo, pietra angolare della Chiesa, edificio spirituale di pietre vive, che siamo noi.
A seguire, il nuovo parroco ha fatto la promessa solenne di conservare sempre la comunione con la Chiesa Cattolica: “sia nelle mie parole che nel mio modo di agire. Adempierò con diligenza e libertà ai doveri ai quali sono tenuto presso la Chiesa, sia Universale che Particolare, nella quale, secondo le norme del diritto, sono stato chiamato ad esercitare il mio servizio. Per esercitare l’ufficio che mi è stato affidato a nome della Chiesa, osserverò, interpreterò ed illustrerò fedelmente il deposito della fede, respingendo quindi qualsiasi dottrina ad esso contraria. Seguirò e sosterrò la disciplina comune a tutta la Chiesa e darò osservanza di tutte le leggi ecclesiastiche, in particolare di quelle contenute nel Codice di Diritto Canonico. Osserverò con cristiana obbedienza ciò che i sacri pastori e i maestri della fede stabiliscono come capisaldi della Chiesa e presterò obbedienza ai vescovi diocesani, perché l’azione apostolica, da esercitare in nome e per mandato della Chiesa, sia compiuta in comunione con la Chiesa stessa”.
Le parole del vescovo Gianpiero
Durante l’omelia, mons. Palmieri, commentando il Vangelo del giorno (Mt 24,37-44), ha affermato: “La scorsa settimana abbiamo ascoltato che Gesù si è rivelato. Ha avvisato i discepoli che potrà succedere di tutto: guerre, carestie, pestilenze, terremoti, persino il sole e le stelle potranno oscurarsi. Ma, ‘quando tutto ciò avverrà – ha detto Gesù -, alzate il capo e mi vedrete, perché io sono il Figlio dell’uomo che viene dalle nubi del Cielo’. Questa Domenica abbiamo lo stesso discorso, ma nel passo di Matteo, che abbiamo ascoltato, Gesù aggiunge una cosa nuova: ‘Voi tenetevi pronti, perché in ogni momento della storia, viene il Figlio dell’uomo!’. Quindi non soltanto alla fine dei tempi e non soltanto quando Gianpiero morirà. Non soltanto alla fine della nostra storia, ma ogni giorno della nostra vita. E Gesù ammonisce di non fare come al tempo di Noè. Bellissimo questo paragone! Nel racconto leggendario, infatti, da quando si inizia a costruire l’arca a quando avverrà il diluvio, sapete quanto tempo passa? 120 anni! La gente ha avuto tanto tempo per organizzarsi, ma non ha creduto a Noè, tanto che, quando il diluvio arriva davvero, tutti rimangono sorpresi, come se il diluvio fosse arrivato all’improvviso come un ladro. E qui Gesù ci ripete la stessa cosa: ‘Non lasciatevi sorprendere come un ladro, perché il Figlio dell’uomo viene ogni giorno’. E come viene Gesù tutti i giorni? Viene nella Parola che ascoltiamo, nell’Eucaristia che celebriamo, nel povero che incontriamo, nell’amico che ci viene a trovare e che ha bisogno di aiuto, nelle circostanze varie della vita. Gesù viene sempre. E noi allora siamo chiamati a stare svegli sempre!”.
Il vescovo Gianpiero ha quindi spiegato che i gesti compiuti da don Marian “ci dicono proprio questo. Il gesto dell’acqua ci ricorda che siamo figli di Dio. Quindi è come se il Signore ci dicesse: ‘Oh, non è vero che non vali niente! Tu sei figlio di Dio, non te lo dimenticare!‘. Poi Marian ci ha incensato per ricordarci il nostro sacerdozio battesimale. L’incenso si dà ai sacerdoti, come a dire: ‘Oh, tu fai parte del popolo dei sacerdoti! Quando vieni a Messa e offri la tua vita a Lui, Dio prende questa tua vita come un’offerta spirituale a Lui gradita’. Quando noi siamo diventati preti, ci è stato detto: ‘Voi siete preti, perché tutti siano sacerdoti’, cioè perché ogni Domenica tutti possano offrire come sacerdoti la loro vita a Dio, le loro fatiche di tutti i giorni. Lo sapevate questo? Infine è stato importante anche il momento in cui ho benedetto don Marian prima della proclamazione del Vangelo, quando gli ho sussurrato: ‘Proclamalo sempre con gioia!’, come una Buona Notizia da dire a tutti ogni Domenica. Tutti i segni fatti oggi stanno a significare che ogni Domenica noi riceviamo la Buona Notizia che siamo figli di Dio, che Dio ci viene incontro e che la nostra vita – persino la fatica di ogni giorno – è benedetta, accolta da Dio come offerta. Dunque il Ministero di don Marian è a servizio nostro, affinché noi possiamo vivere bene insieme al Signore. Il tempo liturgico che viviamo – e che oggi ricomincia – ci ricorda che tutto il tempo, che il Signore ci dona, è benedetto e che niente di quello che viviamo va perduto. Allora ringraziamo don Marian per la sua disponibilità, lo accogliamo con gioia e gli facciamo tanti auguri!”.
La professione di fede
Al termine dell’omelia, il nuovo parroco ha rinnovato, insieme al resto del popolo di Dio, le promesse battesimali.
Il saluto della comunità
Prima della benedizione finale, la signora Agostina Petrucci, a nome di tutti i fedeli di Arquata, ha ringraziato il vescovo Gianpiero per aver donato alla comunità un nuovo parroco: “La ringraziamo di cuore per averci dato un nuovo pastore. Sappiamo bene che lei dispone di pochi sacerdoti in rapporto al sempre crescente bisogno delle Diocesi. Per questo motivo apprezziamo ancora di più il suo gesto di padre premuroso. Siamo consapevoli che la parrocchia rappresenta un punto di riferimento per il territorio e la presenza del parroco nella comunità ci aiuta a riconoscerci discepoli, a mettere insieme le nostre sensibilità e diversità e soprattutto ci permette di fare esperienza concreta di Dio”.
Petrucci ha poi proseguito rivolgendo “un saluto accorato” a tutti i sacerdoti che in questi anni difficili hanno condiviso con generosità la loro vita con quella della comunità arquatana, in particolare a don Paolo Simonetti: “Un grazie di cuore va a don Paolo, per il prezioso servizio reso nella nostra comunità, anche se solo per un tempo breve”.
La signora Agostina infine ha dato il benvenuto al nuovo parroco: “Carissimo don Marian, ti accogliamo di nuovo con gioia e ti promettiamo sostegno fraterno e collaborazione attiva nell’opera di evangelizzazione. Siamo certi che saprai prenderti cura di tutti noi, specialmente dei più fragili e dei più bisognosi, e che ci guiderai con saggezza. Affidiamo alla Madonna il nuovo periodo pastorale che oggi si inaugura, nella certezza che ci aiuterà a rispondere ai doni che lo Spirito Santo ci darà in abbondanza. Grazie, don Marian, per aver detto di sì! Grazie, Eccellenza, continui a portarci nel suo cuore e a pregare per noi!”.
Le parole di benvenuto del sindaco
A seguire, anche il sindaco di Arquata del Tronto ha voluto dire due parole di benvenuto al nuovo parroco. Durante il suo intervento Michele Franchi ha prima ringraziato il vescovo Palmieri “per non aver mai lasciato sola la comunità arquatana”, poi ha detto: “Una volta qui c’era un parroco per ogni parrocchia. Sappiamo bene che oggi non sia più tempo per una cosa del genere, però ci teniamo ad averne almeno uno! Ogni volta che c’è un problema, infatti, i cittadini si rivolgono al sindaco, al prete e al maresciallo dei Carabinieri. Se togliamo una di queste tre figure, siamo fritti! Scherzi a parte, vogliamo dare con tanta gioia il nostro benvenuto a don Marian. Bentornato, don Marian! Noi ci siamo conosciuti sei anni fa, quando qui ad Arquata lei ha incontrato una comunità forte, che ha saputo rialzarsi in un momento di grandissima difficoltà. Noi amministratori ci stiamo impegnando a ricostruire le nostre case. Tu aiutaci a ricostruire le nostre anime!“.
Il primo discorso di don Marian alla comunità
Ultimo a parlare è stato il nuovo parroco don Marian, il quale ha detto: “Per fare il bene comune è necessario che si diventi una cosa sola. Anche questa comunità può diventare forte, se diventa una. Pur conservando ciascuno la propria specificità, è importantissimo camminare insieme in unità. Cercherò di essere sempre colui che unisce!“.
Don Marian ha infine regalato, ad ogni bambino presente, un piccolo libretto sull’Avvento, facendosi promettere dai piccoli Arquatani di colorare ogni Domenica un’immagine e di pregare a casa, insieme ai genitori e al resto della famiglia.
Dopo la Messa, la comunità ha vissuto un lungo e piacevole momento di convivialità, al quale hanno partecipato anche il nuovo parroco, il vescovo ed il sindaco. Per don Marian è stata anche l’occasione giusta per incontrare di nuovo o conoscere molti parrocchiani e per condividere con loro una parola ed un sorriso.











