SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Abbiamo incontrato il giornalista Marcello Iezzi per parlare del suo ultimo lavoro, Ombre sulla Riviera, un racconto di fantasia che si muove tra la Riviera Picena delle Palme, la Lombardia, la Germania e la Danimarca. Un viaggio narrativo che tocca luoghi suggestivi come Christiania, il celebre quartiere autogovernato di Copenaghen, e che vede protagonista un barman appassionato di cinema e letteratura gialla. Sarà proprio lui, improvvisatosi investigatore, a prendere il posto delle forze dell’ordine nella ricerca di un giovane scomparso.
“Ombre sulla riviera” si muove in luoghi molto diversi tra loro, dalla Riviera delle Palme a Christiania, in Danimarca. Com’è nata l’idea di intrecciare ambientazioni così eterogenee in un’unica narrazione?
«La passione per i viaggi. Credo di aver visitato la maggior parte delle capitali europee, con una ‘puntata’ anche negli Usa, quando andai a trovare mio zio Dino, di Grottammare, emigrato nell’Illinois. Un giorno facendo mente locale su un evento vero, accadutomi quando facevo il barman in un grande hotel della Riviera, che adesso non c’è più, pensai che partendo da quell’evento e intrecciando casi di cronaca, trasportandoli poi in luoghi diversi in Italia e in Europa, potesse nascere qualcosa di curioso. In precedenza avevo scritto il libro su com’è nato il progetto del 43° Parallelo ed a seguire il libro ‘Il profumo dello zafferano’, che è una sorta di biografia in cui ho innestato personaggi incontrati, intervistati e curiosità varie risalenti alla vita di una volta vissuta in campagna, con le sue tradizioni, i suoi sacrifici, le sue difficoltà, ma anche la gioia e la semplicità della vita. ‘Ombre sulla Riviera’, invece, è tutt’altro. Insomma, per pura curiosità, mi sono casualmente cimentato in tre tecniche diverse. Per quest’ultimo lavoro devo ringraziare Alessandro Seri (Seri editore di Macerata), che ha deciso di pubblicare il mio libro e spero che riesca a dargli soddisfazione».
Il protagonista è un barman-investigatore appassionato di gialli. Da dove nasce questo personaggio?
«Non è stata cosa difficile. Il personaggio sono io, con le dovute modifiche fantasiose. Forse in alcuni passaggi l’ho immaginato come avrei voluto essere nella realtà e non l’ho potuto fare».
Il tema del viaggio – fisico, mentale, di crescita – è centrale nel libro. Cosa vuole trasmettere ai lettori?
«L’ho scritto quasi di un fiato e non mi sono posto il problema di cosa trasmettere al lettore. Nessun messaggio particolare, ho fatto attenzione affinché fosse un racconto piacevole, scorrevole, con la giusta suspense che accompagni il lettore per tutta la durata del racconto».
C’è un episodio o un personaggio del libro cui è particolarmente legato?
«Forse si. La prima parte che ho vissuto sul serio e poi il viaggio in luoghi che ho visitato ed è stato bellissimo immaginarlo di viverlo in modo diverso. A volte lo rivedo come fosse un film. Qualcuno mi dice di proporlo a uno sceneggiatore per farne un film davvero. La cosa mi fa sorridere».
Quanto della sua vita personale, famiglia, passioni, esperienze, ritroviamo nelle atmosfere o nei personaggi di Ombre sulla riviera?
« Senza dubbio la mia professione di barman. Però il lettore locale ci trova luoghi e personaggi che sono esistiti o che esistono tutt’ora. Nel libro vivono con altri nomi, ma il lettore attento sa come identificarli».
Ha iniziato a lavorare nel giornalismo nel 1974 e ha attraversato decenni di cambiamenti nel settore. Com’è cambiata la professione?
«Totalmente! A quei tempi si mandava la notizia e la fotografia in una busta con la scritta ‘Fuori Sacco’ che viaggiava con il pullman di linea o il furgone che trasportava la posta, ma senza francobollo. Le buste le teneva il conducente e poi c’era l’addetto del giornale che più volte al giorno le andava a ritirarle all’Ufficio Postale. Per i fatti di cronaca grave la notizia si dettava per telefono al dimafonista, inquadrato come poligrafico. Le foto, in bianco e nero, venivano scattate dal fotografo che poi tornava in laboratorio per sviluppare il rullino e una volta stampate le mandava al giornale col primo mezzo disponibile. Le pagine venivano disegnate dai redattori a mano, con riga e squadra ed adattate alle esigenze della notizia. Oggi è esattamente il contrario, la pagina è già composta e il giornalista adatta la notizia secondo quella scelta dalla redazione. Dal ‘Fuori Sacco’ si è passati alla trasmissione delle notizie per fax, poi per e-mail con il computer e per ultima la nascita dei giornali on line che pubblicano le notizie in tempo reale. Io dico sempre che le notizie sul giornale cartaceo sono ‘solide’, quelle on line sono ‘liquide’. Prima ogni giornale aveva una schiera di redattori, di corrispondenti e di collaboratori. Oggi tutto avviene con poche persone e con una rapidità che talvolta non lascia il tempo per riflettere e questo non è sempre vantaggioso. La fretta, dovuta alla necessità di ‘bruciare’ la notizia alle altre testate a volte può creare problemi».
È stato direttore di radio, TV e periodici: quali sono le qualità che un buon giornalista dovrebbe assolutamente possedere oggi?
«Il buon senso. Questo oltre il rispetto delle regole deontologiche e il rispetto per le persone. Intuizione, capire cos’è una notizia e cosa non lo è. Verifica della fonte: spesso non basta affidarsi a informatori attendibili e affidabili. Controllo e approfondimento della notizia. Poi molto dipende in quale settore si opera».
Facciamo un po’ di promozione. Dove si può acquistare il libro?
«Intanto voglio dire ai lettori del vostro giornale che se a Natale non sapete cosa regalare a un amico o un’amica, regalate ‘Ombre sulla Riviera’ perché la sera della Vigilia accade qualcosa di commovente. Chi lo riceve capirà che avete fatto un regalo ragionato e non una cosa qualsiasi. Il libro si può ricevere a casa ordinandolo su www.serieditore.it, oppure a San Benedetto nella libreria di Mimmo Minuto, (Via Roma vicino alla stazione ferroviaria) e nella libreria Nave Cervo; in Ascoli nelle librerie Prosperi e Rinascita, a Porto San Giorgio nella libreria Perdigiorno,. Questo per quanto riguarda il nostro territorio».


