
DIOCESI – Le Diocesi del Piceno si apprestano a vivere insieme un tempo di grande gioia: l’Ordinazione Presbiterale dei diaconi Francesco Bollettini e Giovanni Rossi.
La solenne Celebrazione Eucaristica sarà presieduta dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri domani, Sabato 22 Novembre 2025, alle ore 18:00, presso la cattedrale Santa Maria Madre di Dio e Sant’Emidio in Ascoli Piceno.
Stasera intanto si terrà una veglia di preghiera per i due giovani alle ore 20:30 presso la cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto (leggi l’articolo: https://www.ancoraonline.it/2025/11/20/invitati-alla-veglia-francesco-giovanni/).
Alla vigilia di questo momento molto importante sia per la vita dei due prossimi presbiteri sia per quella dell’intera comunità interdiocesana picena, abbiamo incontrato i due giovani per conoscere i sentimenti che serbano nel cuore, le persone che sono state importanti nel loro percorso di discernimento e l’invito che rivolgono a tutti i fedeli delle Diocesi di Ascoli Piceno e di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
Francesco Bollettini: “Preti a servizio della Chiesa e dell’umanità, secondo lo stile di Gesù“
Francesco Bollettini, che ha 27 anni ed è originario della parrocchia Sacro Cuore di Gesù di Martinsicuro, è il secondo di due figli. Ha frequentato il Liceo Linguistico “Augusto Capriotti” in San Benedetto del Tronto e, proprio durante gli anni di studio nella Scuola Superiore, ha sentito un forte desiderio di riscoprire il suo essere cristiano, scoprendo poi anche il desiderio di voler donare la sua vita al Signore, nel Ministero Ordinato. Da sempre inserito nel mondo dello Scoutismo con l’AGESCI, conseguito il Diploma di maturità Linguistica, dopo aver vissuto un anno di servizio civile, ha iniziato l’anno propedeutico, entrando poi nel 2019 come seminarista al Pontificio Seminario Regionale Pio XI in Ancona. Dopo il rito di ammissione agli Ordini Sacri, avvenuto il 14 Novembre del 2021, ha ricevuto il Lettorato nel 2022 e l’Accolitato nel 2023. Terminati gli Studi Teologici nello stesso anno, è stato poi in missione in Camerun, dove ha vissuto una bella esperienza di Chiesa universale. Nei cinque anni di Seminario ha effettuato il suo tirocinio pastorale in diverse parrocchie: prima un anno nella comunità di San Basso a Cupra Marittima; poi due anni nell’unità pastorale Regina Pacis e Sacro Cuore di Gesù in Centobuchi di Monteprandone; infine quattro anni nella comunità Madonna della Speranza a Grottammare, dove ancora svolge il suo servizio. Il 21 Dicembre 2024, presso la cattedrale Santa Maria della Marina in San Benedetto del Tronto, è stato ordinato diacono.
Queste le parole del diacono Francesco Bollettini: “Mi sento piccolo, tanto piccolo. Sento tutta la mia fragilità e la sproporzione che c’è tra me e l’immensità dell’Amore del Signore. Diventando prete, ho ben presente che quello che mi viene affidato non è un onore o qualcosa che mette al centro me, che mi rende più importante degli altri. No! So che mi viene affidato il popolo che Dio ama, a cui tiene più di ogni altra cosa al mondo, le persone per le quali ha dato tutto, persino suo Figlio. Ho sentimenti ed emozioni misti: da una parte provo timore davanti a una cosa così grande, dall’altra mi sento profondamente amato da un Dio, che è Misericordia infinita, e dal suo popolo, che tanto mi ha dato fiducia e continua a farlo permettendomi di servirlo come prete. Conosco bene i miei peccati, i miei limiti, le mie mancanze, le mie fragilità. Mi sento in tutto un uomo di ventisette anni del mio tempo. Condivido la grande bellezza, le numerose risorse e i tanti desideri e allo stesso tempo le molte fragilità dei miei coetanei. Se sono riuscito a dire di sì al Signore, che mi chiama attraverso la Chiesa e attraverso ogni uomo e donna nella realtà che vivo, è perché ho scoperto che non serve a niente essere superuomini. Dio non cerca eroi. Per quello il timore che provo questi giorni, che a volte si trasforma anche in paura, sta lasciando il posto a una gioia profonda e a una commozione intensa. Dio non disprezza la mia pochezza, la mia fragilità, il mio essere piccolo, povero e peccatore, il mio essere giovane e inesperto. Perché mi ama. E così ama ognuno, ciascuno, particolarmente i più piccoli, deboli, poveri e fragili tra di noi. E chi di noi non si può dire fragile, povero, cioè bisognoso di quell’Amore tanto forte e puro che guarisce e che solo Dio può darci?
Per questo ringrazio ancora tutti quelli che ho nominato il giorno del diaconato e gli altri numerosissimi fratelli e sorelle che sono stati preziosissimi per la mia vita. Importantissimi sono stati quelli che mi hanno testimoniato che la fragilità non è da buttare via, che Dio ama ciascuno profondamente, che dalla morte si risorge sempre. Non riesco a esprimere ulteriormente la gratitudine e la gioia che provo verso il Padre e la Chiesa, che ha scelto un peccatore come me per dire a tutti l’immensità del suo Amore per ognuno. Desidero ringraziare il popolo di Dio di San Benedetto del Tronto e Ascoli, particolarmente ognuno dei membri del presbiterio. Li ringrazio per la fiducia che hanno nell’accogliermi tra loro. So bene e sono convinto che potrò annunciare l’amore di Dio per ogni uomo e donna solo in comunione con gli altri miei fratelli preti, amandoli così come sono. È dall’amore che avremo prima di tutto tra di noi, concreto, imperfetto e a volte anche maldestro, che chi cerca Dio potrà fare esperienza di Lui e del suo amore. A tutti chiedo preghiera per me e Giovanni (n.d.r. Rossi), perché possiamo sempre essere preti a servizio della Chiesa e dell’umanità, sempre discepoli di Gesù, con il suo stile.
In questi anni, la pericope del Vangelo che mi ha guidato nella vita è Mc 16, 1-8, il Vangelo che viene proclamato la notte di Pasqua ogni tre anni. In particolare, mi risuona continuamente dentro il versetto 6, che dice: ‘Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui’. Per me queste parole sono state la luce sempre presente anche nelle notti buie più dolorose della mia vita. Quando tutto sembrava non avere senso e la gioia promessa da Gesù un’illusione, queste parole sono rifulse nell’oscurità e l’hanno vinta. Dico questo perché, quando tutto nella mia vita sembrava destinato al fallimento, al non senso e al dolore sordo e insensato, quelle parole scritte duemila anni fa hanno dato sapore e senso a tutto quello che sembrava essere sbiadito e insipido nella mia vita. Quel “non abbiate paura” – e io di paura ne avevo tanta – è risuonato talmente forte nelle mie orecchie, che ancora rimbomba. La morte è sconfitta per sempre, il non senso, il dolore, l’abbandono, la tristezza, ogni sorta di oscurità e male sono sconfitte per sempre. Questo non significa che sono state magicamente rimosse. No! Significa che tutto quello che di male c’è, tutto quello che impedisce all’umanità una vita bella e gioiosa, non ha più l’ultima parola. Per sempre. Perché l’Amore ha vinto. Per sempre. Di questo ho fatto esperienza, e per questo ringrazio il Signore. È di questo Amore che desidero diventare l’annunciatore”.
Giovanni Rossi: “Ho ricevuto un’acqua che zampilla per la vita eterna e ora potrò restituirla“
Giovanni Rossi, che ha 29 anni ed è di Ascoli Piceno, è quinto di otto figli. Da un punto di vista territoriale appartiene alla parrocchia di San Marcello, ma la sua vocazione è nata all’interno del Cammino Neocatecumenale, fatto insieme ad una parte della sua numerosa famiglia, nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. Ha frequentato l’Istituto Alberghiero “Celso Ulpiani” del capoluogo piceno e proprio negli anni di studio superiore, non ancora maggiorenne, ha sentito un forte desiderio di donare la sua vita al Signore. Appena diplomato, ha iniziato l’anno propedeutico, entrando poi nel 2016 come seminarista al Seminario Redemptoris Mater. Dopo il rito di ammissione agli Ordini Sacri, avvenuto il 2 Febbraio del 2018, ha ricevuto il Lettorato nel 2019 e l’Accolitato nel 2020. Terminati gli Studi Teologici nel 2021, è stato in missione in diverse zone del mondo: Israele, Australia, Papua Nuova Guinea, Malta. Questi numerosi viaggi, che gli hanno permesso di sperimentare l’universalità del popolo di Dio, sono stati una grande ricchezza nel suo percorso di vita. Nel 2024 ha iniziato il suo tirocinio pastorale in alcune parrocchie locali: in estate nella comunità di San Marcello ad Ascoli Piceno e in autunno nella comunità di San Filippo Neri a San Benedetto del Tronto, dove tuttora svolge il suo servizio. Il 10 Novembre 2024, presso la chiesa San Pietro martire in Ascoli Piceno, è stato ordinato diacono.
Queste le parole del diacono Giovanni Rossi: “In questo momento sento una forte gratitudine verso il Signore e verso tante persone, perché Dio, attraverso di loro, mi ha fatto conoscere il suo Amore per la mia vita. Durante la Scuola Superiore, a diciassette anni, ho trascorso delle settimane difficili, in cui provavo una certa inquietudine nel cuore. Quando mi è stato annunciato l’amore di Dio, quindi che tutti i miei peccati erano stati perdonati, che non dovevo dimostrare niente a nessuno, che il Signore mi amava così com’ero, ho sentito un forte desiderio di portare anche ad altri quell’annuncio. Mi sono detto: come altri mi hanno fatto ricevere questo annuncio che ha operato meraviglie in me, così anche io voglio fare lo stesso verso altre persone. Ho creduto tutto questo non tanto attraverso un comprendere razionale, bensì attraverso un sentire nel cuore. Sono stati giorni lunghi, di profondo discernimento, poi però lo Spirito Santo ha agito in me e mi ha messo nel cuore prima il desiderio della missione, poi quello di diventare prete. Allora mi sono arreso alla volontà del Signore e da quel giorno provo sentimenti di gratitudine e di gioia. In questo momento, in particolare, sono veramente contento perché Dio, attraverso questo Ministero, mi dà la possibilità di restituire quello che io ho ricevuto in questi anni, sia attraverso la predicazione sia attraverso i Sacramenti.
Per questo ringrazio le tante persone che sono capitate sulla mia strada e che in qualche modo mi hanno segnato. Prima di tutto il Movimento del Cammino Neocatecumenale: in particolare la Quarta Comunità Neocatecumenale della parrocchia Santi Pietro e Paolo di Ascoli Piceno; i catechisti Gianluca Matricardi e Sara Polini, che all’interno della Comunità si sono occupati della mia prima formazione e anche della mia vocazione, quando ero ancora un adolescente; infine i catechisti itineranti Eusebio Astiaso e Giulietta Cascino, per il tempo di formazione che mi hanno dedicato. Poi i vari sacerdoti che ho incontrato lungo la strada, a partire dal primo rettore del Seminario Redemptoris Mater, don Massimiliano De Angelis, proseguendo poi con don Krzysztof Marciniak, don Mario Malloni e don Emanuele Marconi, per terminare con l’ultimo ed attuale rettore don Davide Tisato: tutti sono stati miei formatori e tutti, seppur in modo diverso, mi hanno arricchito. L’ultimo ringraziamento va a tutta la comunità parrocchiale di San Filippo Neri, a don Gianni Croci e a don Gabriele Paoloni, che nell’ultimo anno mi hanno accolto a braccia aperte e mi hanno insegnato molto.
Un posto speciale nel mio cuore infine è occupato dalla mia famiglia. Sono molto grato per essere nato in un luogo così ricco di persone, di fede e d’amore. È bello appartenere ad una famiglia numerosa, perché sai di poter contare in ogni momento su qualcuno.
In tutti questi anni, c’è una frase del Vangelo di Giovanni che mi ha sempre colpito profondamente: ‘Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna’ (Gv 4, 13-14). Attraverso le tante persone che mi hanno annunciato l’Amore di Cristo, ho ricevuto un’acqua che zampilla per la vita eterna. Ecco perché sono profondamente grato al Signore e a queste persone che ho incontrato lungo il cammino. Oggi vedo come Dio mi consegni questa missione: di riportare ad altri quest’acqua, attraverso il Ministero Ordinato. A tutti chiedo una preghiera per me e Francesco (n.d.r. Bollettini), affinché possiamo essere sempre pronti ad ascoltare la volontà del Signore e le necessità dei fratelli e delle sorelle che incontreremo lungo la strada“.
A Francesco e a Giovanni vanno gli auguri più cari da parte del direttore e della redazione del giornale L’Ancora, oltre che di tutta la comunità interdiocesana del Piceno.



