
COMUNANZA – Emanuele Massacci, nato e cresciuto a Comunanza, ha conquistato il titolo di Campione del Mondo di Danza Sportiva insieme alla partner Jenni Heikkila ai recenti mondiali di San Marino. Il giovane ballerino, formatosi all’interno dell’Asd Affinity Dance con gli insegnanti Giuseppe Giustozzi e Sabrina Marinangeli, è oggi un punto di riferimento per i giovani atleti e un esempio di passione e impegno.
Emanuele, ci racconta l’emozione di salire sul gradino più alto del podio ai Mondiali di San Marino?
Quella sera resterà per sempre impressa nella mia memoria. È stato il coronamento di un lungo percorso fatto di sacrifici, momenti belli e difficili, allenamenti intensi e tanta passione per la danza sportiva di coppia. Una grande soddisfazione per me, per la mia ballerina Jenni, per le nostre famiglie e per i nostri insegnanti: Sabrina e Giuseppe Giustozzi, Olga e Davide Cacciari, Marina, Fabio Bosco, Isaia Berardi, Cinzia Birarelli e Peter Maxwell.
Da quanti anni pratica la danza sportiva e come è iniziato il suo percorso?
Ho iniziato a ballare all’età di sei anni nella scuola Affinity Dance. Sono quindi ventuno anni che pratico questo fantastico sport. All’inizio fu quasi un gioco: mia madre voleva che provassi e mi convinceva con qualche caramella o cioccolatino. Poi, però, mi sono innamorato di quella sala da ballo e di tutto ciò che rappresenta.
Che percorso di studi ha seguito e come è riuscito a conciliare la formazione con la carriera sportiva?
Fin da bambino sono sempre stato molto diligente a scuola. La mia filosofia era semplice: “più sto attento in classe, meno tempo dovrò dedicare allo studio a casa, e più tempo potrò allenarmi”. Ho frequentato il liceo scientifico ad Ascoli e ho imparato presto a organizzare le giornate per ottimizzare tutto. A diciannove anni ho iniziato a frequentare l’Istituto di Danza Sportiva di Molinella (Bo), il più grande al mondo, e dopo tre anni ho ottenuto l’accesso all’Accademia di Danza Sportiva, sempre a Molinella, con il massimo dei voti. Nel frattempo ho intrapreso anche gli studi universitari in Ingegneria gestionale, che ho dovuto rallentare a causa degli impegni sportivi. Il 19 novembre conseguirò la laurea triennale.
Nel suo percorso ci sono stati momenti difficili? E quali sono stati invece i più gratificanti?
Sì, i momenti difficili non sono mancati. I cambi di partner, ad esempio, non sono mai facili. Ci sono stati periodi in cui la paura di non farcela era più forte della speranza. Inoltre, non sempre è stato semplice per un ragazzo essere accettato come ballerino: spesso venivo guardato con pregiudizio. In quei momenti ho trovato sostegno nei miei maestri e nella mia famiglia, soprattutto in mia madre, che ha sempre saputo trovare le parole giuste per incoraggiarmi.
Quanto è importante il rapporto con la sua partner, Jenni Heikkila, e come si costruisce l’intesa perfetta in pista?
Avere una partner che crede in te è la cosa più importante per un cavaliere in questo sport. Con Jenni ci è voluto un po’ di tempo per costruire fiducia e sintonia, ma oggi posso dire che siamo una squadra fortissima. In molte cose siamo l’uno l’opposto dell’altra, ma imparando ad accettarci e rispettarci siamo riusciti a trovare un equilibrio che ci ha portato al successo.
È nato e cresciuto a Comunanza: che ruolo ha avuto la sua città e la scuola Affinity Dance nella sua crescita personale e artistica?
Quando ci penso, mi sembra di vivere un sogno. Da ragazzo mi chiamavano “il montanaro” quando andavo al liceo, e ora quel ragazzo di montagna è diventato campione del mondo. Dopo la vittoria ho ricevuto tantissimi messaggi e chiamate dalla mia città: ho capito di non essere mai stato dimenticato. L’Affinity Dance per me è una seconda famiglia. È lì che sono cresciuto, non solo come ballerino ma come persona. La scuola si fonda su valori solidi: rispetto, educazione, gentilezza e benessere interiore. I miei maestri Sabrina e Giuseppe mi hanno trasmesso tutto questo, e ne sarò sempre grato. Il loro percorso è stato poi sostenuto anche da Davide e Olga, i nostri coach, che considero i migliori al mondo.
Oggi è anche maestro di danza. Cosa cerca di trasmettere ai giovani che si avvicinano a questa disciplina?
Cerco di trasmettere ai ragazzi ciò che i miei insegnanti hanno trasmesso a me. In un’epoca in cui si vedono sempre più episodi di bullismo o difficoltà relazionali, la danza può essere uno strumento di crescita personale. È uno sport che insegna il rispetto reciproco, la collaborazione e la capacità di rapportarsi con l’altro, anche con persone del sesso opposto, cosa sempre più importante oggi. Purtroppo molti ragazzi si tirano indietro pensando che la danza sia “da femminucce”. Il mio obiettivo è far capire che questo sport è per tutti, senza etichette.
Dopo il titolo mondiale, quali sono i prossimi obiettivi?
Ora la concentrazione è tutta sul miglioramento della nostra danza. Come ci ricorda sempre il nostro insegnante, un grande atleta deve concentrarsi sulla performance e non sul risultato.
Il mio sogno è continuare a crescere, emozionare il pubblico e, un giorno, essere ricordato non solo come un ballerino di successo, ma anche come un grande maestro e ambasciatore della danza sportiva di coppia.
