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Welfair 2025: la sanità che cambia. Innovazione, equità e nuovi modelli per il futuro del Ssn

Di Giovanna Pasqualin Traversa

Un sistema sanitario capace di prevenire, educare e proteggere, oltre che curare. È la visione emersa dalla sesta edizione di Welfair – la Fiera del fare sanità (Fiera Roma 4-7 novembre). Un appuntamento dedicato all’evoluzione del Servizio sanitario nazionale, con l’obiettivo di delineare strategie concrete per ridurre i divari territoriali e sociali, promuovere un Ssn sostenibile e rispondere ai bisogni di una popolazione sempre più anziana e complessa.

Scienza, governance e territorio: un Ssn da ripensare. Il ruolo della scienza nella governance sanitaria è stato centrale. Marinella D’Innocenzo, del Comitato scientifico di Welfair, ha sottolineato la necessità di ridefinire la funzione dell’ospedale, che deve diventare  uno strumento di prevenzione in una logica One Health, integrando salute umana, animale e ambientale”. Un approccio che mira a superare la frammentazione dei servizi, costruendo una rete più efficace e resiliente.

“La sanità – ha osservato il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma,– non è solo un insieme di servizi, ma un patto di fiducia tra istituzioni e comunità. Il personale sanitario, i medici, gli infermieri, i professionisti e i volontari sono la spina dorsale del sistema. A loro dobbiamo riconoscenza, sostegno e condizioni di lavoro adeguate. Allo stesso tempo,

dobbiamo ascoltare le esigenze dei territori, ridurre le liste d’attesa, rafforzare la medicina di prossimità e investire nella prevenzione”.

Un’alleanza strategica. Dal confronto tra i presidenti delle principali società scientifiche è emersa l’urgenza di un dialogo strutturato tra scienza e istituzioni. Per Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società italiana di cardiologia, “le società scientifiche devono avere un ruolo attivo nella governance del Ssn, orientando le politiche sanitarie sulla base delle migliori evidenze”. Rino Agostiniani, presidente della Società italiana di pediatria, ha posto l’accento sulla comunicazione con adolescenti e genitori, promuovendo “un uso consapevole degli strumenti digitali per contrastare le distorsioni della realtà”. Alessandra Balestrazzi, presidente dell’Associazione italiana medici oculisti, ha evidenziato come la salute visiva sia “fondamentale per l’autonomia e la buona qualità di vita”.

Welfare complementare: tra regole e libertà. E’ stata una domanda provocatoria ad aprire il dibattito sul welfare complementare: “Su cosa siamo d’accordo?”. Alessandro Bugli, esperto legale, ha evidenziato come la sanità integrativa rappresenti una risposta concreta al bisogno di cura, ma il nodo resta il ruolo del legislatore, tra chi invoca “una legge delega quadro che disciplini la materia” e chi invece preferisce “lasciare maggiore autonomia agli operatori, puntando su forme di autoregolamentazione e buone pratiche.

È su questo equilibrio tra regole e libertà che si gioca la partita del welfare complementare del futuro”.

Damiana Mastantuono, Ceo di WelfareNest, ha rilanciato:

“Il settore della sanità integrativa si candida sempre più ad essere una seconda gamba del Ssn.

Non possiamo più attendere: iniziamo a costruire con le norme che già esistenti”, ognuno con le proprie specificità e la propria esperienza. Necessario “un accompagnamento – magari anche del ministero della Salute e dell’Anagrafe dei fondi – verso una realizzazione in parte già disegnata”.

Sanità penitenziaria: digitalizzazione e formazione. Parlando di digitalizzazione in riferimento alla sanità penitenziaria, Antonio Chiacchio, direttore sanitario Uoc Salute penitenziaria di Rebibbia, ha sottolineato come la tecnologia permetta di “migliorare notevolmente la salute dei detenuti”, ma

servono “più professionisti formati in questa specialità”.

Luciano Lucania, presidente della Società italiana di medicina e sanità penitenziaria (Simspe), ha ribadito la necessità che la salute in carcere sia “riconosciuta all’interno della medicina, con specialisti e percorsi chiari”. La carenza di psichiatri e la scarsa attrattività della medicina penitenziaria tra i giovani medici sono criticità da affrontare.

Risk management: un glossario per uniformare il linguaggio. Uno strumento programmatico in evoluzione per uniformare il linguaggio tecnico. A presentare il glossario del risk management è stato Francesco Venneri, responsabile del rischio clinico dell’Azienda sanitaria Toscana centro, sottolineando l’importanza di definire anche le competenze umane del risk manager, figura chiave per la sicurezza delle cure.

Intelligenza artificialeAlessandra Bertucci, responsabile Innovazione e promozione sanità digitale Soresa SpA, ha offerto una riflessione sull’impatto dell’AI sull’umanizzazione della cura: “La tecnologia è un mezzo, non un fine. Il tempo di relazione è tempo di cura.

L’intelligenza artificiale simula l’empatia, ma non sostituisce la relazione umana”.

Un monito a non perdere di vista il valore del contatto umano, anche nell’era della sanità digitale.

Grandi disastri e prevenzione. A trattare il tema è stato Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, sottolineando l’importanza della formazione che “salva vite; è la primaria forma di prevenzione. Bisogna partire dalle scuole e arrivare a tutta la popolazione, spiegando i comportamenti corretti in caso di emergenza o disastro: cosa fare e come chiamare i soccorsi”.

Sport e salute. Lo sport come strumento di salute e inclusione è stato al centro dell’intervento di Gabriele Fava, presidente Inps:

“Lo sport è vita. Vogliamo integrarlo nel welfare per promuovere salute e inclusione”.

Alessandro Cochi, presidente del Coni, ha aggiunto: “Lo sport è prevenzione e benessere collettivo. Una società che garantisce a tutti l’opportunità di praticare sport è più sana, coesa e consapevole”.