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Adolescente aggressivo, la famiglia può fare la differenza. I consigli pratici

Di Paolo Morocutti

L’adolescenza rappresenta una fase delicata dello sviluppo in cui i ragazzi esplorano la propria identità e cercano di acquisire autonomia. In questo periodo cruciale, la famiglia continua a esercitare un’influenza profonda e decisiva.

La psicologia ha identificato diverse dinamiche familiari che possono aumentare significativamente la probabilità che un adolescente assuma comportamenti a rischio, come l’uso di sostanze, la delinquenza, comportamenti sessuali precoci o pericolosi e l’aggressività. Una delle dinamiche più dannose è rappresentata dal conflitto familiare cronico e intenso.

Quando in famiglia prevalgono litigi frequenti, tensioni continue, urla, critiche reciproche e un clima di ostilità, gli adolescenti subiscono uno stress emotivo profondo.

Questo ambiente conflittuale stimola i circuiti emotivi cerebrali degli adolescenti, provocando sentimenti di rabbia e frustrazione che possono facilmente tradursi in comportamenti rischiosi. La ricerca dimostra che gli adolescenti esposti a elevati livelli di conflitto familiare tendono a prendere decisioni più rischiose, specialmente quando le loro azioni potrebbero influenzare i genitori, quasi come una forma di ribellione o espressione di disagio. Il conflitto prolungato tra i genitori, il divorzio conflittuale, la violenza domestica e le comunicazioni aggressive creano un ambiente in cui l’adolescente non si sente sicuro emotivamente. Questi ragazzi possono sviluppare una visione negativa del mondo e delle relazioni, che li porta a manifestare problemi di comportamento esternalizzanti come l’aggressività, l’uso di droghe e alcol, e attività delinquenziali. La scarsa coesione familiare – caratterizzata da legami emotivi deboli, mancanza di vicinanza affettiva, assenza di sostegno reciproco e senso di appartenenza fragile – rappresenta un altro fattore di rischio importante. Gli adolescenti che non percepiscono la propria famiglia come un luogo di accoglienza, calore e supporto emotivo hanno maggiori probabilità di cercare altrove senso di appartenenza e conforto, spesso in contesti potenzialmente pericolosi come gruppi di coetanei devianti. La famiglia dovrebbe rappresentare una “base sicura” dalla quale l’adolescente può esplorare il mondo con fiducia, sapendo di poter tornare per trovare sostegno e comprensione. Quando questa base sicura manca, i ragazzi sono più vulnerabili a depressione, ansia, bassa autostima e comportamenti autodistruttivi. La ricerca dimostra che adolescenti provenienti da famiglie disgregate e caotiche, dove manca la stabilità emotiva, hanno tassi significativamente più elevati di problemi comportamentali e di salute mentale.

Lo stile genitoriale gioca un ruolo cruciale. Due stili risultano particolarmente problematici.

Lo stile autoritario, caratterizzato da regole rigide, applicazione severa delle norme senza spazio per il dialogo, e un’atmosfera in cui conta solo l’opinione del genitore, è associato a un aumento della propensione dei giovani ad assumere comportamenti rischiosi. Questo approccio può provocare ribellione e portare gli adolescenti a cercare autonomia in modi dannosi.

Lo stile permissivo, con poche regole, scarsa supervisione, conseguenze inconsistenti e leadership debole, è altrettanto dannoso. Gli adolescenti educati con questo stile tendono a mostrare livelli più elevati di comportamenti a rischio, poiché mancano di guida chiara e di confini protettivi.

Al contrario, lo stile autorevole – che combina regole chiare con calore affettivo, ascolto attivo, dialogo aperto e rispetto reciproco – emerge come fattore protettivo che riduce significativamente i comportamenti rischiosi.

Il monitoraggio genitoriale inadeguato è un altro elemento critico. Quando i genitori non sanno dove si trovano i loro figli, con chi trascorrono il tempo, cosa fanno durante la giornata, e non stabiliscono aspettative chiare sul comportamento, gli adolescenti hanno maggiori opportunità e tentazioni di assumere comportamenti rischiosi. Il monitoraggio efficace non significa controllo oppressivo, ma piuttosto un coinvolgimento attivo e interessato nella vita dei figli: conoscere i loro amici e le famiglie degli amici, comunicare apertamente, stabilire orari e regole ragionevoli, e applicarle con coerenza. La ricerca longitudinale dimostra che il monitoraggio genitoriale riduce significativamente l’uso di sostanze, i comportamenti sessuali rischiosi, la guida pericolosa, la delinquenza e la violenza.

Una comunicazione povera o disfunzionale tra genitori e adolescenti ostacola lo sviluppo sano. Quando in famiglia non si parla apertamente, quando i genitori non ascoltano le preoccupazioni dei figli, o quando la comunicazione è principalmente critica e negativa, gli adolescenti si sentono incompresi e isolati. La comunicazione aperta, onesta e rispettosa è fondamentale: permette agli adolescenti di esprimere i propri dubbi e sentimenti, favorisce la costruzione di fiducia reciproca, e aiuta i genitori a trasmettere valori e aspettative in modo che i figli possano comprenderli e interiorizzarli. Studi dimostrano che la comunicazione problematica tra genitori e adolescenti predice tutti i principali tipi di comportamenti rischiosi, dall’uso di droghe alla delinquenza fino ai comportamenti sessuali precoci. La presenza di disturbi da uso di sostanze, malattie mentali o comportamenti criminali nei genitori aumenta drammaticamente il rischio per gli adolescenti. I figli di genitori con dipendenze hanno una probabilità tre volte maggiore di subire abusi fisici o sessuali, e oltre il 50% di questi bambini rischia di essere arrestato come minorenne. L’esposizione a modelli genitoriali negativi, l’ambiente familiare instabile e caotico, e il trauma associato a queste situazioni mettono i giovani a rischio elevato di sviluppare loro stessi dipendenze e problemi comportamentali. L’abuso fisico, emotivo o sessuale, insieme alla negligenza, rappresentano le forme più gravi di disfunzione familiare. Bambini e adolescenti che subiscono maltrattamenti mostrano tassi molto più elevati di disturbi esternalizzanti (rabbia, aggressività, problemi di condotta) e internalizzanti (depressione, ansia, ritiro sociale). Il trauma dell’abuso compromette la capacità del giovane di formare attaccamenti sicuri, regolare le emozioni e discriminare adeguatamente tra situazioni sicure e pericolose. Più in generale, l’accumulo di avversità familiari – come la morte di un genitore, la separazione, l’incarcerazione di un familiare, la violenza domestica – ha un effetto dose-risposta: maggiore è il numero di eventi avversi, più gravi sono i problemi comportamentali dell’adolescente. Queste esperienze minano l’accesso del giovane a cure genitoriali di qualità, che sono essenziali per uno sviluppo sano.

Da un punto di vista cristiano, la famiglia è compresa non solo come unità sociale, ma come comunità d’amore fondata sull’immagine stessa della Trinità. Il Quarto Comandamento ci ricorda di onorare padre e madre, sottolineando il rispetto reciproco e la dignità di ogni membro della famiglia. I genitori cristiani sono chiamati a essere guide amorevoli che “non esasperano i figli”, ma li educano “nella disciplina e nell’istruzione del Signore” (Efesini 6:4). Questa prospettiva sottolinea l’importanza di creare un ambiente familiare caratterizzato da amore incondizionato, perdono, dialogo aperto e presenza costante. La preghiera familiare e la condivisione della fede non sono solo pratiche rituali, ma occasioni concrete per costruire relazioni più profonde e per affrontare insieme le sfide della vita. Studi condotti su famiglie cattoliche che hanno cresciuto figli educandoli alla fede mostrano che il fattore chiave non era solo la frequenza alla Messa o l’educazione cattolica, ma il fatto che i figli sperimentavano la fede come fonte di coesione, unità e sostegno nelle relazioni familiari. I genitori cristiani sono chiamati a modellare l’autenticità della fede attraverso la propria vita, creando un ambiente sicuro e amorevole dove gli adolescenti possano crescere, sbagliare, imparare e sentirsi sempre accolti. Questo significa stabilire confini chiari motivati dall’amore e non dal controllo autoritario, comunicare apertamente ascoltando veramente i propri figli, e guidarli a sviluppare una relazione personale con Dio che diventi la base della loro identità e delle loro scelte.

La visione cristiana riconosce che ogni adolescente è un’anima immortale, creata a immagine di Dio, con dignità infinita e valore eterno. Questo riconoscimento trasforma il modo in cui i genitori si relazionano con i figli: non come oggetti da controllare o modellare secondo i propri desideri, ma come persone da accompagnare, rispettare e amare incondizionatamente mentre compiono il loro cammino di crescita. È importante sottolineare che accanto ai fattori di rischio esistono potenti fattori protettivi. Famiglie caratterizzate da elevata coesione emotiva, comunicazione aperta e rispettosa, monitoraggio attivo ma non oppressivo, stile genitoriale autorevole, e trasmissione di valori chiari proteggono significativamente gli adolescenti dai comportamenti rischiosi. L’attaccamento sicuro ai genitori durante l’adolescenza – mantenendo il legame affettivo mentre si negozia l’autonomia – è associato a minori tassi di uso di droghe e alcol, comportamenti sessuali rischiosi, gravidanze adolescenziali, delinquenza e aggressività. Gli adolescenti con attaccamento sicuro mostrano anche maggiori competenze sociali, migliori capacità di coping, meno problemi di salute mentale e transizioni più positive verso l’età adulta. Le dinamiche familiari esercitano un’influenza profonda e duratura sul comportamento adolescenziale. Conflitto cronico, scarsa coesione, stili genitoriali estremi, comunicazione povera, monitoraggio inadeguato, problemi dei genitori e avversità accumulate creano un ambiente che aumenta la vulnerabilità dei giovani ai comportamenti rischiosi. Al contrario, famiglie coese, comunicative e strutturate – dove i genitori si offrono come guide amorevoli, stabiliscono confini chiari e creano un ambiente sicuro dove l’adolescente si sente valorizzato – rappresentano il più potente fattore protettivo per la salute e il benessere dei ragazzi.