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FOTO Ancarano, don Gian Luca Pelliccioni: “Grazie per la meravigliosa accoglienza!”

ANCARANOGrande gioia ad Ancarano per l’ingresso di don Gian Luca Pelliccioni, avvenuto Domenica 26 Ottobre 2025, alle ore 18:30, presso la chiesa Santa Maria della Pace. È la prima volta che un presbitero della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto viene nominato alla guida di una parrocchia della Diocesi di Ascoli Piceno, un primo frutto tangibile dell’unione in persona episcopi delle due Diocesi del Piceno che si sta trasformando, a poco a poco, in una maggiore unione e comunione del popolo di Dio del Piceno. 

L’accoglienza

A dare il benvenuto al nuovo parroco, accompagnato dall’arcivescovo Gianpiero Palmieri, sono stati il primo cittadino Angelo Panichi, il vice sindaco Simone Marchetti, il Corpo Bandistico della Città di Ancarano e una numerosa rappresentanza della comunità ancaranese. Presenti inoltre fedeli di altre parrocchie che precedentemente  sono state guidate da don Pelliccioni, oltre che amici e parenti del presbitero, alcuni dei quali venuti anche da molto lontano, come ha specificato il presbitero stesso.

I gesti liturgici

Dopo l’introduzione alla Celebrazione letta da Pierluigi Antonini, referente del Cammino Sinodale, il diacono David  Galasso ha dato lettura della Bolla di Nomina.

Il nuovo parroco ha poi compiuto due gesti liturgici molto significativi che esprimono il suo mistero in mezzo alla comunità ecclesiale. Prima l’aspersione dell’altare e di tutti i fedeli con l’acqua benedetta del Fonte Battesimale, in quanto il suo compito sarà riattualizzare continuamente nei parrocchiani il dono grande che hanno ricevuto il giorno in cui sono stati battezzati. Poi la venerazione dell’altare con il bacio e l’incensazione dell’altare, dell’assemblea e della statua di Santa Maria della Pace, a cui la chiesa di Ancarano è intitolata, in quanto la missione del nuovo parroco sarà quella di ricordare che l’unico fondamento della comunità cristiana è Gesù, di cui nella Liturgia l’altare è il simbolo, pietra angolare della Chiesa, edificio spirituale di pietre vive, che siamo noi.

Le parole del vescovo Gianpiero

Durante l’omelia, mons. Palmieri ha detto: “Nella vita di una comunità parrocchiale, quando viene un nuovo parroco, si sente il bisogno di ringraziare chi ci ha servito per tanti anni, come don Devis e, nell’ultimo anno, anche don Alessio. E si sente il bisogno di accogliere con gioia chi giunge come parroco a guidare la comunità. Ancarano ha avuto la presenza di sacerdoti davvero importanti. Stamattina sono stato a Poggio di Bretta, dove abbiamo già celebrato i 25 anni della costruzione della chiesa per impegno di don Giulio, che era qui con voi fino a poco tempo fa. E quest’estate abbiamo tanto sofferto per la morte di don Armeno, tanto amato dalla comunità di Offida. Come vedete, un prete è preso in mezzo al popolo, non è migliore di nessuno, è uno del popolo che il Signore chiama come vuole Lui, perché vuole Lui, con un disegno che è tutto Suo, senza un motivo preciso, senza un perché. Lo chiama e gli affida un incarico meraviglioso, che è quello di guidare una comunità cristiana, di annunciare il Vangelo, di spezzare il Pane e dare il vino, di presiedere una comunità cristiana perché il popolo di Dio possa nutrirsi della Parola e dei Sacramenti, così vivere nella carità. E una comunità cristiana vive della presenza, del ricordo, dell’eredità positiva di tutti coloro che l’hanno servita. E così cresce. E così matura. E così diventa sempre più quella che è chiamata ad essere: famiglia al servizio dell’umanizzazione della realtà in cui la comunità cristiana è inserita, del paese, del quartiere, della città. Quel diventare più umano che è il Regno di Dio”.

Dopo aver commentato la pericope del Vangelo proclamata da don Pelliccioni, il vescovo Palmieri ha aggiunto: “Il Vangelo ha cambiato il mondo! Una comunità cristiana quindi è chiamata ad essere un luogo aperto, in cui il Vangelo viene messo in pratica. Un luogo in cui impariamo ad essere famiglia, ad accogliere e a non disprezzarci, ad amarci, a perdonarci, a vivere il Vangelo, a diventare più umani e ad umanizzare il quartiere. Carissimi, una comunità cristiana vive di Vangelo, vive di relazioni nuove, vive di sguardi che si incrociano, di mani che si stringono, di perdoni che si danno. Se tutte le parrocchie fossero scuole della pace, la nostra Italia respirerebbe un’aria nuova: ci ha detto Papa Leone. Ed è così. Qui poi avete la statua della Madonna della pace che contempla il bambino, che con meraviglia lo partorisce nel mondo: è un’immagine bellissima della Chiesa. Maria che partorisce nel mondo Cristo, Lui che è la vera pace”.

Ha infine concluso: “Don Gian Luca sarà pastore di questa comunità e camminerà con voi. Ne conoscerete la grande ricchezza umana e di fede. Ne conoscerete i limiti. Vivrete in famiglia con lui. Sarà uno di voi. E insieme a questo servizio, gli ho chiesto anche di animare l’abbazia di Santa Maria in Montesanto, che vorrei fosse un luogo di preghiera e di ascolto della Parola di Dio. Riscopriamo così il gusto dello stare insieme, dell’ascoltare la Parola e del pregare. Chiediamo con gioia al Signore la grazia di avere tutto questo. Buon Cammino, carissima parrocchia!“.

La professione di fede

Al termine dell’omelia, il nuovo parroco si è recato davanti all’altare per rinnovare, insieme al resto del popolo di Dio, le promesse battesimali, esprimendo così la sua volontà di servire la comunità in comunione con il vescovo Gianpiero, il quale si è avvicinato a don Gian Luca per avvolgerlo in un abbraccio, segno della sua vicinanza sulla quale il nuovo parroco potrà sempre contare durante il suo ministero. L’assemblea ha sottolineato questo bel momento con un lungo applauso.

Il saluto della comunità

Prima della benedizione finale, Ornella Fazzini, ministro straordinario della Comunione, ha portato al nuovo parroco il saluto della comunità: “Caro don Gian Luca, siamo tutti qui riuniti con grande gioia ed emozione per darti il benvenuto come nuovo parroco della nostra comunità.  Per tutti noi inizia un nuovo cammino fatto di incontri, di ascolto reciproco e di fede condivisa. Siamo consapevoli che ogni parroco porta con sé una storia, un’esperienza, un dono unico che arricchisce la comunità in cui viene inviato. E così oggi, accogliendo te, accogliamo i tuoi sogni, la tua sensibilità, la tua passione per il Vangelo. Noi sappiamo che non sarà un viaggio a senso unico. Come tu ti sei messo a disposizione di questa comunità, così anche noi ci impegniamo a camminare insieme, a sostenerti, ad aprire il cuore e le case, a costruire insieme una parrocchia viva, autentica, missionaria. Troverai qui una comunità imperfetta – come tutte -, ma desiderosa di crescere nella fede e nella comunione fraterna. Troverai uomini, donne, giovani, anziani, famiglie, tutti pronti a farsi guidare da te e a condividere con te il cammino”.

Fazzini ha poi concluso: “Don Gian Luca, benvenuto tra noi! Lo Spirito Santo sia guida per il tuo ministero in mezzo a questa comunità e renda comuni i passi che oggi iniziamo insieme!“.

In segno di benvenuto a nome della comunità cristiana, una giovane parrocchiana ha consegnato a don Gian Luca alcuni doni: una casula, un astuccio portaviatico con il servizio da altare e una busta con un’offerta per le necessità della parrocchia. Il nuovo parroco, pieno di gioia e visibilmente commosso, ha mostrato a tutta la comunità i doni ricevuti.

Le parole di benvenuto del sindaco

A seguire, anche il sindaco di Ancarano ha voluto dire due parole di benvenuto al nuovo parroco. Durante il suo intervento Panichi ha ricordato la storia accogliente e di confine di Ancarano, anticamente parte dello Stato Pontificio, sede di residenza dei Vescovi della Diocesi di Ascoli, con un profondo legame verso le istituzioni ecclesiastiche e vaticane. Un territorio che custodisce un ricco patrimonio di fede e arte nelle sue chiese. Il primo cittadino ancaranese ha inoltre ricordato anche i sacerdoti che hanno segnato, nell’ultimo periodo, la vita della comunità ancaranese: da don Gino Nardi e don Tommaso Monti, promotore della costruzione dell’oratorio e figura centrale per la crescita spirituale e sociale del paese, fino a don Mauro Servidei, don Devis Bertuzzi e don Alessio Cavezzi, che con dedizione e vicinanza hanno proseguito il cammino pastorale della parrocchia. Ha anche ricordato la figura di don Armeno Antonini, ancaranese di origini, scomparso pochi mesi fa.

Dopo aver ringraziato mons. Giampiero Palmieri, per il “delicato e fondamentale lavoro di coesione ecclesiale e sociale tra le due Diocesi del Piceno, sempre accompagnato da un’attenzione costante verso gli ultimi e i malati”, ha affermato: “La figura di don Gian Luca Pelliccioni è stata accolta come segno di speranza e rinnovamento. Dalla comunicazione istituzionale diocesana si apprende come don Gian Luca abbia saputo unire competenza accademica e spirito pastorale, mettendo i suoi talenti al servizio della formazione e della vita comunitaria. Docente e assistente di Teologia Sacramentaria, ha saputo coniugare lo studio con la vita concreta delle persone, in un servizio fondato sull’ascolto e sulla testimonianza di fede”.

Panichi ha infine concluso ribadendo “la piena disponibilità dell’Amministrazione Comunale a collaborare con la parrocchia, nel segno di un percorso inclusivo, unitario e solidale, per la crescita dei giovani, la salvaguardia degli anziani e tutto il bene comune dell’intera comunità. Benvenuto tra noi, don Gian Luca!”.

A nome dell’Amministrazione Comunale, il sindaco ed il vice sindaco hanno donato a don Gian Luca un’opera “realizzata con arte e devozione dalla concittadina Lucia Carone, raffigurante la Madonna della Pace, affinché possa essere per lui un segno di protezione e guida nel suo ministero e per tutti un monito ad essere costruttori di pace in questo tempo purtroppo segnato da molti conflitti”.

Il primo discorso di don Gian Luca alla comunità

Ultimo a  parlare è stato il nuovo parroco don Gian Luca, il quale, scherzando, ha detto: “Comincio subito dalle questioni pratiche. Andiamo avanti così per un annetto: Consiglio Pastorale, Catechisti, Lettori. Voglio incontrare presto tutti e anche voi, ragazzi, perché vi sto già tenendo d’occhio! Ho avuto ieri le chiavi di casa da don Devis, che ho ringraziato ed invitato a venire qui ogni volta che vuole: questa è anche casa sua! Vi chiedo solo una cosa: quando non si condivide qualcosa, venite a parlarmi, perché con rispetto tutto si può dire. Perciò, se si può evitare di parlare dietro, è meglio! E, per finire, visto che in molti mi hanno sollecitato, non toglierò la Messa delle 7:00!”.

Don Pelliccioni ha poi manifestato la sua gratitudine per l’accoglienza ricevuta dalla comunità e per la vicinanza dei confratelli sacerdoti: “Mi avete preparato un’accoglienza davvero sontuosa. Sono felice. Davvero. E sono felice anche che ci sia il vicario generale della Diocesi, il fratello don Patrizio Spina, il vicario foraneo della Vicaria Santa Maria in Montesanto, don Marco Claudio Di Giosia, il parroco di Sant’Egidio Abate, don Luigino Scarponi, il parroco di Cristo Re a Porto d’Ascoli, don Gian Luca Rosati, il parroco dell’Unità Pastorale Regina Pacis e Sacro Cuore di Centobuchi, don Matteo Calvaresi, il parroco della Santissima Annunziata, mia parrocchia d’origine, don Alfredo Rosati, l’economo diocesano nonché amico e parroco della comunità di Ponterotto a San Benedetto del Tronto, don Gianni Capriotti, il parroco di Colli del Tronto, don Mauro Servidei, che conoscete bene e che è stato anche mio compagno di Seminario, ed infine i diaconi David Galasso e Attilio Strappelli, che ho conosciuto poco fa. Ho una grande gioia nel cuore anche nel vedere amici che vengono da altre parrocchie, come da Monteprandone, Porto d’Ascoli e persino da Bergamo, gli amici della Tenda del Magnificat, dei Gruppi del Vangelo e della Scuola di Formazione Teologica“.

Il nuovo parroco infine ha raccontato la sua esperienza personale di Giubileo, avvenuta la scorsa settimana, mentre era in viaggio di lavoro a Roma, vista la sua docenza all’Università. Ha detto don Gian Luca: “Di quella esperienza mi porto l’immagine della Porta Santa, una porta che ho attraversato piangendo e che mi ha fatto sentire davvero l’Amore di Dio. Il Padre mi ha indicato questa immagine bellissima: la porta, che segna un margine, una soglia. Io sono un uomo di soglia. Un ministro ordinato è un uomo di soglia. Ma per Ancarano ho pensato ad un crocevia, perché Ancarano è un crocevia: da qui si passa per andare a prendere l’autostrada, per andare verso altri paesi. E nel crocevia c’è la croce dentro! E la croce non è il problema, è esattamente la soluzione! Ecco perché io avverto qui qualcosa di decisivo, di trasformativo. La croce è proprio questo: un passaggio trasformativo, che ci fa comprendere che noi siamo peccatori, ma, attraverso la croce, siamo trasformati dall’infinita misericordia del Signore. Io amo Lui e, amando Lui, amo tutti! Ecco perché sono emozionato! Perché so che Lui è qui con noi e gioisce con noi! Questa è la ricchezza che vi posso donare: il Vangelo, quella Buona Notizia che trasforma la nostra vita“.

Dopo la Messa, i fedeli e i sacerdoti si sono recati nel vicino oratorio per assistere ad un piccolo spettacolo organizzato dai giovani del Grest per dare il benvenuto al nuovo parroco. A seguire la comunità ha vissuto un lungo e piacevole momento di convivialità, al quale hanno partecipato i vari preti presenti e anche il vescovo Palmieri. La serata è stata l’occasione per don Gian Luca di conoscere molti parrocchiani e di condividere con loro una parola e un sorriso.