“Non si può lavorare bene senza pensare bene e avere un cuore ben disposto”.
Il card. Mauro Gambetti, arciprete della basilica di San Pietro e presidente della Fabbrica di San Pietro, ha spiegato così il senso e lo spirito della Scuola delle arti e dei mestieri della Fabbrica di San Pietro, durante l’inaugurazione del quarto anno di attività di quest’ultima in Vaticano. La Scuola, ha ricordato il cardinale, “vuole trasmettere competenze professionali ma anche competenze umane, perché ciascuno di noi è responsabile di mettere a frutto il talento ricevuto, in modo da dare vita a una comunità di fraternità e di pace. Nella contaminazione tra mestiere e competenze umane si raggiunge il livello massimo dell’espressività e del lavoro”. Un patrimonio, questo, che fa parte da sempre della Scuola, “erede del patrimonio settecentesco della Bottega che vedeva nell’Accademia di San Luca la formazione teorica e nella Fabbrica di San Pietro la formazione pratica”, ha ricordato la responsabile scientifica, Assunta Di Sante. Il principio e l’ispirazione di fondo, ha aggiunto l’architetto Alessandra Vittorini, “è quello della comunità di pratica, dove le persone lavorano insieme a uno stesso progetto, ma da punti di vista diversi, all’insegna della convivenza anche al di fuori del lavoro e dell’impegno a sporcarsi le mani, che è un valore aggiunto”. “La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”. Padre Francesco Occhetta, direttore della Scuola delle arti e dei mestieri della Fabbrica di San Pietro, è partito da questa frase di Gustav Mahler per esortare i giovani apprendisti artigiani presenti a “dare corpo al sogno che rappresentate, grazie a questa esperienza di costruzione comunitaria e di amicizia”.
- (Foto Fabbrica di San Pietro)
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