Di Roberto Cestarelli
DIOCESI – Ieri, domenica 13 ottobre si è conclusa con grande devozione e partecipazione la solennità della Madonna delle Grazie, una festa che affonda le sue radici nella tradizione e nella storia della comunità ascolana. Ogni anno, la settimana mariana si trasforma in un momento di grande attesa e fervore, ricco di eventi e celebrazioni che toccano il cuore dei fedeli.
Numerosi incontri religiosi si sono succeduti in Duomo dal 5 all’11 ottobre, offrendo ai fedeli l’opportunità di riflettere sulla figura di Maria e sulla sua importanza nella vita spirituale dei credenti. La suggestiva cornice del Duomo ha accolto con solennità le celebrazioni, che hanno visto la partecipazione di numerosi fedeli e la guida spirituale dei nostri pastori. La conclusione della settimana mariana è sempre un momento di grande gioia e ringraziamento, e quest’anno non è stato diverso. La Madonna delle Grazie ha sorriso ai suoi figli, che hanno risposto con fede e devozione.
La tradizione
Come da tradizione, la festa sul tema “Maria, Madre e porta della speranza” è stata preceduta da una serie di momenti di preghiera e celebrazioni. La giornata è iniziata con la recita del Rosario meditato, a cui hanno fatto seguito messe celebrate all’altare del Santuario della Madonna delle Grazie nella Cattedrale ascolana, con la partecipazione dei fedeli delle varie parrocchie, secondo un calendario prestabilito.
Inoltre, sabato e domenica si sono svolte le assemblee diocesane, momenti di riflessione e condivisione per i fedeli. Questi eventi hanno preparato la comunità alla celebrazione della festa, rafforzando il legame tra i fedeli e la figura di Maria, Madre della Speranza.
La messa pontificale
La celebrazione serale è stata presieduta dall’arcivescovo diocesano, monsignor Gianpiero Palmieri, assistito dal cerimoniere mons. Lino Arcangeli e dal concelebrante principale, il parroco della cattedrale don Luigi Nardi, nonché numerosi presbiteri della diocesi ascolana. Alla cerimonia hanno partecipato alcune autorità civili, tra cui il sindaco Marco Fioravanti, il senatore Guido Castelli e il comandante della Polizia Locale Patrizia Celani. Erano inoltre presenti le confraternite del Santissimo Sacramento, della Madonna delle Grazie, Orazione e Morte, e l’associazione Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporti Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali), insieme a centinaia di fedeli. Durante la celebrazione, numerosi giovani hanno ricevuto il sacramento della Confermazione, rafforzando il loro impegno nella fede. La cerimonia è stata un momento di grande spiritualità e comunione per tutti i presenti.
L’omelia
L’arcivescovo Gianpiero Palmieri ha iniziato il suo intervento sottolineando il compito fondamentale della comunità cristiana: facilitare l’incontro tra il Signore Gesù risorto e ogni essere umano. “Questo è il nostro compito”, ha affermato con convinzione, “è partorire Cristo nel Mondo, per usare un’immagine molto bella del libro dell’Apocalisse. Questa idea ci permette di dire che tutto ciò che la comunità cristiana fa è al servizio di questo incontro”. Successivamente, si è soffermato sul come rendere facile questo incontro, evidenziando che “è bello per ogni essere umano incontrare il Signore e fare di tutto perché questo incontro avvenga, perché incontrare il Signore significa sperimentare un amore più grande, significa incontrare un amore straordinario, cioè quello di Dio”. L’arcivescovo ha poi focalizzato l’attenzione sull’aspetto femminile di Maria, sottolineando la sua sensibilità e intuizione come donna e madre. Ha preso ad esempio le nozze di Cana, dove Maria disse a Gesù: “Non hanno più vino”, evidenziando due aspetti fondamentali: la capacità di Maria di comprendere i bisogni altrui e il primato dell’iniziativa di Dio. Maria, donna e madre, sa che quando parla a Gesù, il primato è di Dio. In questo modo, l’arcivescovo Palmieri ha offerto una riflessione profonda sull’importanza dell’incontro con Dio e sul ruolo della comunità cristiana nel facilitare questo incontro, ispirando i presenti a riflettere sulla propria fede e sul proprio impegno nella comunità.
Il coro
La celebrazione della messa pontificale è stata animata con straordinaria maestria dal Coro Diocesano, diretto con passione e competenza dal maestro don Francesco Fulvi. La sua direzione ha saputo esaltare la bellezza della musica sacra e del canto corale, creando un’atmosfera di profonda spiritualità e partecipazione. La voce solista di Sara Fulvi e l’abile accompagnamento all’organo di Miriana Mercuri hanno ulteriormente arricchito la celebrazione, rendendola ancora più coinvolgente, significativa, solenne e festosa. La musica sacra ha il potere di unire i fedeli e di elevare l’anima, e in questa occasione è stata celebrata con maestria, creando un’esperienza unica e memorabile per tutti i presenti.
La processione
Al termine del rito religioso, la solenne processione con la venerata effige della Madonna delle Grazie ha percorso le vie del centro storico, immersa in un’atmosfera di profonda devozione e partecipazione. La comunità si è raccolta attorno alla sacra immagine, manifestando la propria fede e venerazione. La processione si è conclusa con il ritorno alla Cattedrale, dove l’alto prelato ha impartito la solenne benedizione ai fedeli riuniti, dopo aver officiato le preghiere di rito. È stato un momento di grande spiritualità e comunione per la comunità ascolana, che ha celebrato con gioia e dedizione la Madonna delle Grazie, rafforzando il legame di fede e appartenenza.
La Storia della Madonna delle Grazie
All’interno della Cattedrale Basilica, a sinistra del presbiterio, si trova la suggestiva Cappella della Madonna delle Grazie. Sull’altare della cappella, un tabernacolo rinascimentale ospita una cornice barocca in legno dorato, al cui interno è custodita l’effige della Madonna delle Grazie, opera di Pietro Alemanno (XV secolo). Quest’opera d’arte è particolarmente venerata, tanto che la sua immagine viene utilizzata nel mese di maggio per un giro devozionale nelle chiese ascolane. La storia di questa venerata immagine risale a quando si trovava all’interno della chiesa di S. Maria della Carità (detta della Scopa), dove veniva portata di chiesa in chiesa presso le varie parrocchie della Diocesi durante i periodi di Quaresima e Pasqua, guadagnandosi l’appellativo di “Madonna del Giro”. La peregrinazione della Madonna delle Grazie offre ai fedeli un’occasione preziosa per avvicinarsi a Maria, rafforzare la propria fede e rinnovare la propria devozione. È un momento di spiritualità e di incontro con la Madre di Dio, che continua a ispirare e a guidare i fedeli nel loro cammino di fede. Nel 1958, su iniziativa dell’allora Vescovo Diocesano Mons. Marcello Morgante, la Madonna delle Grazie fu definitivamente esposta nella Cappella della Cattedrale, alla devozione dei fedeli. L’alto prelato riuscì, successivamente, a farla dichiarare, da Papa Giovanni XXIII, patrona della città e Diocesi, affiancandola a S. Emidio, Vescovo e Martire, patrono storico della città. Un momento significativo della storia della Madonna delle Grazie fu l’ottobre del 2011, quando il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le cause dei Santi, pose sul capo della Madonna delle Grazie la corona d’oro benedetta da Papa Benedetto XVI. Questa storia testimonia la profonda devozione e venerazione che i fedeli hanno sempre avuto per la Madonna delle Grazie, e come la sua immagine sia diventata un simbolo importante della città e della Diocesi di Ascoli.
La Devozione dei Fedeli
Anche se non sono noti particolari prodigi attribuiti alla nostra Madonna delle Grazie, la sua immagine continua ad essere oggetto di profonda venerazione da parte dei fedeli. Nella Diocesi di Ascoli Piceno, essa rappresenta un importante simbolo della devozione mariana, testimoniando la fede e la venerazione dei credenti.






