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Domenica 5 Ottobre la presentazione del libro “Il viaggio di Pinocchio nelle terre picene”

GROTTAMMARE – Si terrà Domenica 5 Ottobre, alle ore 17:00, presso il Teatro delle Energie in Grottammare, la presentazione del libro “Il viaggio di Pinocchio nelle terre picene”, una traduzione del classico di Collodi in tre dialetti del nostro territorio: il grottammarese, il sambenedettese e l’ascolano. All’iniziativa, che porta la firma dell’associazione “Paese Alto di Grottammare”, prenderanno parte tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto: gli ideatori, i promotori, i traduttori, gli illustratori.

Adriana Ficcadenti, presidente dell’associazione “Paese Alto“, afferma: “Questo intenso legame con il racconto di Collodi si arricchisce di una nuova iniziativa dell’associazione, nata da una riflessione sull’importanza del recupero e della valorizzazione dei dialetti del nostro territorio: il Piceno. Siamo felici di aver ricevuto il patrocinio della Fondazione “Collodi”, che ha permesso di utilizzare come testo di riferimento per la nostra traduzione la loro edizione del Centenario di Pinocchio (a cura di Ornella Castellani Polidori con il patrocinio dell’Accademia della Crusca), e dei Comuni di Grottammare, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, i cui Sindaci e Assessori alla cultura, con grande sensibilità e attenzione, hanno subito dimostrato apprezzamento e sostegno. Ma siamo ancora più felici di essere riusciti in qualche modo a riunire il territorio piceno, che, al di là di qualche divisione calcistica, ha davvero tanto in comune. In un tempo storico in cui esistono guerre tra generi, tra generazioni e tra popoli diversi, noi invece abbiamo sperimentato la bellezza del lavorare insieme per un progetto comune che ci ha unito ancora di più. Ringraziamo pertanto tutti gli artisti che hanno preso parte al progetto. Siamo orgogliosi di voi, oltre che molto grati”.

Il testo è il frutto di un intenso lavoro triennale al quale hanno preso parte i maggiori esperti dei tre dialetti locali: Clarita Baldoni, appassionata di storia e tradizioni locali, esperta di dialetto grottammarese e membro dell’associazione “Paese Alto“, impegnata da diversi anni in produzioni teatrali in dialetto e attiva nelle scuole del territorio; Giancarlo Brandimarte, Piero Di Salvatore e Lorenzo Nico dell’associazione teatrale “Ribalta Picena“, studiosi del dialetto sambenedettese, anch’essi attivi nell’allestimento di rappresentazioni teatrali in dialetto e fondatori dell’Accademia Popolare del Dialetto Sambenedettese; Pier Paolo Piccioni, cantante dialettale ascolano e docente di dialetto e tradizioni ascolane presso l’UTEAP di Ascoli Piceno.

Queste le parole di uno dei traduttori, il prof. Giancarlo Brandimarti, che tra l’altro il prossimo 11 Ottobre, in occasione della Festa di San Benedetto Martire, riceverà il prestigioso riconoscimento del Gran Pavese Rossoblù: “È stata un’esperienza entusiasmante partecipare alla trasposizione nei dialetti piceni del romanzo più letto e conosciuto al mondo. L’associazione “Paese Alto di Grottammare”, che ha lanciato l’iniziativa e ne ha curato l’organizzazione generale, ha interpellato noi dell’associazione teatrale “Ribalta Picena” perché curassimo la traduzione in sambenedettese degli ultimi otto capitoli del libro, quelli per intenderci a tema ‘marinaro’, che, oltre all’infelice viaggio del burattino nel ‘Paese dei Balocchi’, lo vede protagonista di una vera e propria epopea marinaresca, da vittima a eroe capace di gabbare il grande Pesce e portare in salvo il povero Babbo Geppetto. Non è stato un compito agevole, ma a mano a mano che io, Piero e Lorenzo procedevamo nell’analisi e nella trasposizione di un testo solo in apparenza semplice, abbiamo avuto modo di conoscere gli infiniti rimandi simbolici che nasconde e di renderli attraverso le sonorità assolutamente uniche ed originali del nostro bellissimo dialetto. L’operazione nel suo complesso dimostra che il dialetto, nonostante sia esposto a una sostanziale perdita di identità, conserva ancora una forza espressiva ineguagliabile, che in questo caso si armonizza con le allegorie del testo di Collodi restituendolo alla sua originaria natura di racconto popolare, capace di scandagliare in profondità lo spirito dell’uomo nella sua dimensione universale”.

Oltre al prezioso lavoro di traduzione, l’opera pinocchiesca contiene anche pregiate illustrazioni che rappresentano quartieri, strade e piazze delle tre città del Piceno. Spiega ancora la presidente Ficcadenti: “Le bellissime ed originali illustrazioni sono state realizzate da tre importanti artisti locali: Sabatino Polce per San Benedetto del Tronto, Barbara Tomassini per Ascoli Piceno e Francesco Colella per Grottammare. È stata proprio la morte prematura di quest’ultimo, pittore noto ed apprezzato per il suo linguaggio istintivo e simbolico, a spingerci a rinviare la data dell’evento, inizialmente previsto per il mese di Settembre e ora posticipato a questo fine settimana. Domenica, al termine della presentazione, ci sarà anche un nostro piccolo omaggio alla sua memoria. A lui e agli altri illustratori va la nostra sincera gratitudine”.

All’evento sarà presente anche l’artista Luciano Capriotti, il quale per l’occasione esporrà un gruppo scultoreo di 38 bronzi dedicati a Pinocchio, che sono reduci da una lunga mostra durata quattro anni allestita a Lucca, Pistoia e a Collodi. Queste le parole dello scultore: “Per me è stata una coincidenza fortunata. Questa estate, parlando con il sindaco di Grottammare della mia esposizione in Toscana delle opere su Pinocchio, ho saputo che l’associazione ‘Paese Alto di Grottammare’ aveva curato la traduzione del testo pinocchiesco in vernacolo piceno e da lì è nato tutto. Ci tengo a sottolineare che il primo disegnatore che in assoluto ha immaginato con la sua fervida fantasia il nostro Pinocchio, è stato il grande Enrico Mazzanti nel 1883. La mia è una rivisitazione in termini scultorei – credo la prima al mondo – proprio di quelle antiche illustrazioni comparse nella prima edizione di Pinocchio. La favola di Pinocchio è il libro che dovrebbero leggere o rileggere tutti: è la storia di un desiderio, quello di passare dall’essere un burattino di legno all’essere un bambino vero. Oggi purtroppo, a causa della guerra, molti bambini non possono più leggere Pinocchio. Ho realizzato allora una scultura in legno del nostro amato burattino, che porta sul cuore il segno del lutto. Lo dedico ai bimbi ucraini, a quelli della Striscia di Gaza e a tutti i piccoli che sono stati uccidi o derubati della loro infanzia a causa della guerra. In questo momento il mio pensiero non può che andare a loro”.

Il progetto non terminerà con la presentazione del libro. Precisa la presidente Ficcadenti: “Gli sviluppi successivi dell’iniziativa comprendono la produzione di un audiolibro, a cura della nostra associazione, con le letture in dialetto delle tre parti del romanzo, l’allestimento di uno spettacolo teatrale basato sull’adattamento del testo dialettale del Pinocchio, ed alcune iniziative in collaborazione con le scuole dei tre Comuni, in particolare le Primarie e le Secondarie di primo grado, nelle quali si vorrebbero avviare percorsi didattici centrati sia sullo studio e sull’utilizzo dei dialetti dei tre territori, sia sull’approfondimento delle numerose tematiche che il romanzo e il suo autore alimentano. Desideriamo inoltre coinvolgere tutte le associazioni sociali e culturali presenti sul territorio, affinché collaborino all’organizzazione di eventi, quali letture animate, rappresentazioni teatrali, proiezioni di film, collegati alle tematiche del Pinocchio collodiano. A tal proposito vorrei ringraziare le associazioni con le quali questa collaborazione è già sbocciata: l’associazione “Antropos APS ETS” e il “Servizio di sollievo” dell’Ambito territoriale XXI che, all’interno della loro attività sociale, hanno prodotto una serie di illustrazioni dedicate a Pinocchio, che verranno esposte già Domenica durante la presentazione del libro”.

Conclude la presidente Ficcadenti: “Per la nostra associazione, radicata nel territorio di Grottammare, è stata una doppia sfida: da un lato unire le varie eccellenze del Piceno per far loro ricostruire insieme il capolavoro di Collodi; dall’altro, porre le basi per la prima codificazione del dialetto grottammarese. Per Grottammare, infatti, questa esperienza ha rappresentato il primo tentativo di sistematizzare e definire la lingua dialettale, impresa risultata piuttosto complessa per l’assenza (in quanto deceduti) dei maggiori esperti e frequentatori del vernacolo grottammarese. Ringraziamo pertanto anche il nostro associato Filippo Massacci, che è stato un valido sostegno al lavoro di Clarita Baldoni”.