DIOCESI – Si aprirà oggi pomeriggio, 3 Ottobre 2025, presso i locali della parrocchia Cristo Re in Porto d’Ascoli, il Villaggio del Gioco, un’iniziativa rivolta a tutti i bambini della Scuola Primaria e ai ragazzi della Scuola Secondaria che frequentano i laboratori didattici solidali nelle parrocchie della Diocesi di San Benedetto del Tronto – Ripatransone – Montalto.
La festa, che si svolgerà dalle ore 15:00 alle ore 18:00 e registrerà la partecipazione del vescovo Gianpiero Palmieri, non sarà solo un momento ludico per i piccoli e i giovani, ma anche l’occasione per presentare ai loro genitori il progetto “Laboratori didattici solidali” realizzato dalla Caritas diocesana con i fondi dell’8xMille.
Questo il programma del ricco pomeriggio:
ore 15.00: accoglienza;
ore 15.30: apertura del Villaggio del Gioco con le attività e gli stand del Ludobus Legnogiocando e le attività del CSI (Centro Sportivo Italiano);
ore 17.00: merenda;
ore 17.30: i ragazzi incontrano il vescovo Gianpiero palmieri e dialogano con lui;
ore 18.00: conclusione.
Stefania Perazzoli, coordinatrice del progetto, ne racconta la genesi: “Quest’anno abbiamo deciso di utilizzare i fondi annuali dell’8xMille che Caritas Italiana destina alle varie Caritas diocesane per contrastare la povertà educativa e dare sostegno alla fragilità minorile. Per farlo abbiamo deciso di potenziare e supportare 6 centri di doposcuola presenti nella nostra Diocesi. Cinque di loro sono già attivi: il “Centro di Solidarietà” in zona Agraria, nella parrocchia Santissima Annunziata; il Centro Culturale “La Mongolfiera”, che presta servizio nei locali della parrocchia Cristo Re e nella struttura del Santa Gemma; i servizi di dopo scuola offerti nelle parrocchie Sacra Famiglia, San Filippo Neri e Sant’Antonio di Padova. Ce n’è poi un altro in corso di avviamento presso la parrocchia San Benedetto martire”.
“In tutti questi centri, il servizio pomeridiano di doposcuola – prosegue Perazzoli – viene svolto gratuitamente da volontari: a volte si tratta di docenti in attività, altre volte di professori o insegnanti in pensione, altre volte di professionisti specializzati in ambiti diversi da quello della scuola, che però contribuiscono ad offrire ai bambini e ai ragazzi un supporto nello svolgimento dei compiti, in un ambiente accogliente, adatto per studiare e per socializzare. Per tale ragione abbiamo pensato, dopo un’attenta analisi del territorio avviata nel mese di Aprile, di fornire ai volontari maggiori strumenti, offrendo loro un corso di formazione e potenziamento per poter svolgere al meglio il servizio di doposcuola”.
Cinque gli incontri formativi destinati agli insegnanti, ai volontari e agli animatori del servizio. Due sono già avvenuti nel mese di Giugno: uno sulla figura del volontario come mediatore di processi dell’apprendimento e uno sui disturbi specifici dell’apprendimento. Il terzo, che si è svolto nel mese di Settembre, ha avuto come tema l’accoglienza, ovvero la preparazione di un ambiente e di un clima emotivo giusti per poter stimolare ad imparare bene. Due gli appuntamenti ancora rimasti: uno si svolgerà il prossimo 22 Ottobre sul tema “Come impara il cervello: strategie didattiche attive”, l’altro invece si terrà il 5 Novembre e avrà come titolo “Comportamenti difficili, regole e motivazione”.
“A guidare tutte le lezioni – racconta la coordinatrice Perazzoli – è stata e sarà la dott.ssa Maria Chiara Verdecchia, pedagogista, psicologa clinica, counselor e mediatrice familiare, che mette a disposizione le sue competenze e la sua lunga esperienza per illustrare ai corsisti alcune strategie di approccio e altre necessarie ad individuare i casi di bisogni educativi speciali. Quello che la dott.ssa Verdecchia non si stanca mai di dire è che è necessario accogliere sempre tutti con una profonda sensibilità, che si traduce con uno sguardo di tenerezza ed un sentimento di benevolenza. Molti dei bambini o dei ragazzi sono figli di genitori stranieri e presentano difficoltà linguistiche, altri vivono situazioni di povertà, altri ancora hanno fragilità fisiche o di apprendimento. L’obiettivo, nel lungo periodo, è quello di non lasciare nessuno indietro, fornendo un servizio gratuito che possa quindi raggiungere tutti, anche le famiglie che non possono permettersi di sostenere i costi per lezioni private a pagamento. Come Caritas diocesana, il nostro sguardo è rivolto sempre verso gli ultimi, per dare loro strumenti che possano aiutarli nell’immediato, ma che possano al contempo anche dare loro un futuro di autonomia ed indipendenza”.
Insieme alla coordinatrice Perazzoli, che ha il compito di monitorare e supervisionare ogni fase del progetto, assicurandone il corretto andamento, sono coinvolti nell’iniziativa anche altri due professionisti. Conclude infatti Perazzoli: “Non sono sola in questo bellissimo progetto. Insieme a me ci sono altre due figure importanti: Lorenzo Felici, nella sua veste di animatore di comunità, il quale si occupa di curare i contatti con le parrocchie e le altre istituzioni, e Marco Sprecacè, che, da volontario, farà da moderatore all’incontro di stasera e a quelli successivi che stiamo programmando sempre sul tema della povertà educativa. Tra gli obiettivi del progetto, infatti, c’è anche il coinvolgimento di altri enti ed istituzioni, così da creare una buona rete di partenariato sul territorio. Pensiamo, ad esempio, di creare un protocollo d’intesa con le scuole, così da far interfacciare i volontari direttamente con i docenti. Questo sarebbe davvero un bel sogno! Per ora, come primo anno – che possiamo definire sperimentale – ci siamo concentrati sul potenziamento dei doposcuola già avviati, ma non escludiamo la possibilità per i prossimi anni di crearne anche altri nelle zone interne e collinari“.





