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La storia del primo Circolo “Pier Giorgio Frassati” nel 1928 a San Benedetto del Tronto e l’amicizia con “Franz”

Di Pietro Pompei

DIOCESI – Domenica 7 settembre, sullo schermo televisivo, è apparsa l’immagine del Beato Pier Giorgio Frassati, ancora prima della sua proclamazione a Santo. Come spesso accade, i ricordi mi hanno sopraffatto: rivedo il Vescovo Giuseppe Chiaretti con in mano un registro di verbali, mentre mi chiedeva di farne uno studio da unire al suo scritto Le origini dell’Azione Cattolica in diocesi. Qui trovi il primo Circolo a San Benedetto.

Accettai l’invito con entusiasmo, spinto dalla mia passione per la storia della Chiesa. Quel registro, salvato da un mucchio di carte destinate al macero, era zeppo di nomi — molti a me familiari. Era il 1990, lo stesso anno in cui Giovanni Paolo II proclamava Beato Pier Giorgio Frassati, “l’uomo delle otto beatitudini”. Mi misi subito al lavoro: interrogai alcuni testimoni, consultai scritti e fonti, raccogliendo materiali che confluirono nel 2° Quaderno dell’Ancora, pubblicato insieme al Vescovo.

Quella ricerca non fu solo un impegno di studio, ma anche un dono: mi permise di riportare alla luce tanti fatti preziosi, altrimenti destinati all’oblio.

Oggi sappiamo Pier Giorgio Frassati Santo. Eppure già nel 1928 i nostri anziani lo consideravano “in odore di santità”, tanto da intitolargli il primo Circolo cittadino di Azione Cattolica. Possiamo dire con orgoglio di essere stati i primi in Italia.

Come nacque il Circolo ce lo racconta Francesco Palestini, storico e poeta sambenedettese, che nel marzo 1982 scrisse su La Voce di San Benedetto del Tronto:

“La casa di don Cesare è sempre stata la casa di tutti. E tutti i Sambenedettesi di buona volontà vi convenivano. Un giorno si riunirono a casa di don Cesare tre uomini di buona volontà: un sarto, un ingegnere ed un avvocato. Il primo non ebbe in sorte di invecchiare; il secondo, che rivestiva di magrezza un animo di apostolo, diventerà sacerdote, l’avvocato, alla caduta del regime fascista, diventerà deputato. Cemento fra i tre precursori la figura, la saggezza, la generosità di don Cesare. Quel giorno venne fondato il primo Circolo di Azione Cattolica di S. Benedetto del Tronto. Il Circolo fiorì, crebbe. Don Cesare ogni tanto faceva una predica e parlava con voce sua dente, quasi scusandosi, con la comprensione di chi sa che gli uomini, perché tali, sono esposti al peccato; l’avvocato ogni tanto un discorso. Oggi sarebbe difficile ascoltare prediche e discorsi simili. Don Cesare aveva una saggezza antica, di quella di fronte alla quale non esistono problemi, perché semplifica tutto: quella saggezza semplice, disarmante che più tardi, sublimata, farà amare ed ammirare in tutto il mondo papa Giovanni XXIII; l’avvocato parlava con facondia inusitata nella S. Benedetto di allora, il mento in alto, le palpebre chiuse; una volta un ragazzo – ammesso tra i giovani solo perché chierichetto – chiese al suo vicino perché l’avvocato parlasse chiudendo gli occhi, si sentì rispondere tra il serio ed il sorridente: “Sta parlando con gli angeli”.

Il nome del Circolo fu suggerito da Francesco Vittorio Massetti che intanto era diventato ingegnere, e che, dopo due anni, aveva ancora vivo il ricordo di un suo carissimo amico universitario, che il Frassati lo chiamava Franz, morto in odore di santità: Pier Giorgio Frassati.
Il Massetti sentiva di dover riversare sugli altri tutta quella ricchezza di insegnamenti e di esempi che aveva accumulato nei pochi anni trascorsi con l’amico Pier Giorgio. Questo nome certamente diede un’impronta a tutta la vita associativa e fu motivo di esempio per tanti giovani. Massetti, diventato ingegnere alla Fìat dì Torino, aveva modo di frequentare casa Frassati e dì riportare nella nostra città i segni di affetto e di partecipazione, specialmente da parte della mamma di Pier Giorgio Frassati che mandò perfino un gagliardetto per il nuovo circolo, andato, purtroppo, perduto”.

Dall’unico libro dei verbali che ci è pervenuto e che data la prima adunanza generale il 4.3.1928, si nota subito come, ad appena pochi mesi dalla sua fondazione, il Circolo “Pier Giorgio Frassati” aveva un’efficiente struttura organizzativa ed esercitava un ascendente sui giovani del luogo che subito, numerosissimi, chiesero di farne parte.

Il primo presidente fu l’avv. Renato Tozzi Condivi, l’assistente spirituale don Cesare Palestini, mentre il segretario era Giuseppe Sciarra.

Nonostante le difficoltà politiche del periodo, il Circolo continuò la sua missione di apostolato e carità. Proprio in quegli anni prese vita anche la Conferenza di San Vincenzo de’ Paoli, tanto cara a Pier Giorgio Frassati, che a Torino aveva conosciuto la miseria dei più poveri. Era un uomo di carità silenziosa: diceva che, visitando i poveri, restituiva la visita ricevuta da Gesù nell’Eucaristia.

Anche a San Benedetto, la San Vincenzo trovò terreno fertile: i giovani del Circolo Frassati si distinguevano, ad esempio, nella raccolta di elemosine al cimitero nella giornata dei defunti.

Nel 1936, con la crescita della popolazione, il Vescovo Ferri decise di costituire le Associazioni parrocchiali. Questo decentramento ridusse il numero degli iscritti al Circolo “Frassati”, ma non spense la forza del seme gettato in quegli anni.

Il 2° Quaderno dell’Ancora, pubblicato il 20 maggio 1990, portava questa dedica:

Ai Giovani di Azione Cattolica
e a tutti i giovani cattolici della diocesi
è dedicata questa ricerca
nel ricordo di un giovane che ha affascinato la nostra giovinezza:
Pier Giorgio Frassati,
perché come Lui anch’essi sappiano vivere,
e non vivacchiare.

Un monito e un invito che conserva ancora oggi tutta la sua attualità.