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Haiti: l’Onu condanna il massacro con l’uccisione di 40 persone

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha condannato con forza, sabato scorso, un sanguinoso attacco ad Haiti, a opera della coalizione armata Viv Ansanm che ha causato la morte di almeno 40 persone, tra cui donne, bambini e anziani, nel comune di Cabaret, una cinquantina di chilometri a nordovest della capitale, Port-au-Prince.
L’assalto notturno è l’ultimo di una serie di brutali incidenti e di violenze continue da parte delle bande che affliggono il Paese dallo scorso anno. “L’11 settembre 2025, nel comune di Cabaret, circa 40 persone sono state giustiziate per rappresaglia per la morte del capo della banda ‘Vladimir’, e di altri membri del suo gruppo, morti durante uno scontro con le forze dell’ordine lo scorso 7 settembre”, denuncia l’ong Collectif Défenseurs Plus, che parla di una “nuova ondata di violenza mortale” e ha chiesto che lo Stato si assuma la responsabilità. “Queste esecuzioni, commesse senza discernimento, riflettono una logica di vendetta barbarica contro una popolazione indifesa e tollerata dalle autorità statali”, prosegue l’ong, la quale segnala un’allarmante diffusione della violenza in diverse regioni del Paese, in particolare nei dipartimenti dell’Ovest, dell’Artibonite e del Centro.
In una dichiarazione rilasciata dal suo portavoce, Guterres ha espresso “sincero cordoglio” alle famiglie delle vittime e ha esortato le autorità haitiane a perseguire la giustizia. “Il Segretario generale è allarmato dai livelli di violenza che stanno sconvolgendo Haiti – ha affermato il portavoce di del Segretario generale Onu, Stéphane Dujarric –. Egli invita gli Stati membri ad accelerare il sostegno alla missione multinazionale di supporto alla sicurezza per assistere la polizia nazionale haitiana”. Solo due settimane fa, Guterres si è rivolto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dipingendo un quadro cupo dello stato di disgregazione di Haiti: “L’autorità dello Stato sta crollando”, ha affermato, mentre i gruppi armati rafforzano la loro presa su Port-au-Prince e sulle regioni circostanti, costringendo le famiglie a fuggire e sconvolgendo la vita quotidiana.